al Cinema Margherita
Cupra Marittima –
The Hateful Eight di Quentin Tarantino
FINE SETTIMANA
The Hateful Eight di Quentin Tarantino
giovedì 11 febbraio ore 21,00
sabato 13 febbraio ore 17,30- 21,00
domenica 14 febbraio ore 15,00-18,00-21,00
lunedì 15 febbraio ore 21,00
Martedì d’Essai – Frammenti di Festival
16 febbraio ore 21.15
A testa alta di Emmanuelle Bercot – Festival di Cannes 2015
Il Cinema Margherita di Cupra Marittima in occasione delle feste natalizie da giovedì 11 a lunedì 15 febbraio propone The Hateful Eight di Quentin Tarantino, con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demiàn Bichir. La colonna sonora è stata interamente composta dal musicista italiano Ennio Morricone, premiato con un Golden Globe per la migliore colonna sonora ed una candidatura per la miglior colonna sonora ai Premi Oscar 2016. Il film è candidato ad altri due Premi Oscar 2016
Martedì d’Essai 9 febbraio ore 21.15
A testa alta di Emmanuelle Bercot – Festival di Cannes 2015
The Hateful Eight: Alcuni anni dopo la fine della guerra civile il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell), chiamato “Il boia”, scorta la latitante Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh). Nel corso del loro viaggio incontrano due sconosciuti: il Maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), un ex soldato di colore dell’Unione diventato un cacciatore di taglie e Chris Mannix (Walton Goggins) un rinnegato del Sud che afferma di essere il nuovo sceriffo della città. A causa di una tormenta di neve sono tutti costretti a rifugiarsi in un negozio chiamato “Minnie”, dove con l’inganno, vengono attirati in un terreno molto pericoloso. (www.trovacinema.it)
“
Da I magnifici sette ai laidi otto – come i film di Tarantino, che sono tutt’altro che laidi – perché non ci sono eroi stavolta, ma solo colpevoli. Non badare alle apparenze, avverte uno l’altro. E in effetti la verità è sempre duplice: non c’è una diligenza, ma due; non c’è un solo boia, ma due; non c’è una sola cosa che non sia anche l’altra. Il respiro originario del film, epico, si rivelerà rantolo. Il mito sembra aquila, ma è una cornacchia.
L’ultimo grande Tarantino, matto come le origini ma con la coscienza di uno che ne ha viste abbastanza, danza sul filo di una insanabile ambiguità. Lo dichiara smaccatamente del resto, a partire dallo strombazzatissimo 70 mm che il regista usa poco in campo aperto, come farebbe qualunque filmaker sano di mente, per rintanarlo in un lercio buco in mezzo al nulla. Il cinemascope in una latrina. Del mitico west ci dà le insegne, ma l’arredo è cambiato. E con lui l’ospite.
In The Hateful Eight non c’è un John Wayne nemmeno a pagarlo. Boia, assassini e cacciatori di teste quanti ne vuoi. Non c’è l’ombra di un indiano, ma solo figure tra il sudicio e il folklore. Bifolchi bianchi, niggers e messicani. Che si trattano e si disprezzano e si ammazzano come tali. Ieri come oggi. Insomma, con la consueta sfacciata maestria di creare ex novo rubando da tutti (Hawks ovvio, ma anche La cosa di Carpenter e La casa di Raimi, oltre al plagio dei Dieci piccoli indiani di Agatha Christie), Tarantino riscrive la nascita di una nazione staccandola dalle figurine e dal mito e impiccandola là, insieme ai suoi natural born killers. Il suo western in versione kammerspiel, lento, sospeso e inusitatamente innevato (dove affondano gli zoccoli del cavallo e affossano le rotaie della Storia), fa piazza pulita degli ultimi residui mitologici di un feticcio di Nazione in cui l’avventura dell’immaginario – il cinema – ha saputo solo annacquare, non estirpare, il veleno della violenza. Quante bugie.
Ignoranza, razzismo, sadismo, vengono generosamente offerti con una voluttà e una carica tale da farne irresistibile caricatura, ma il discorso non è sui litri di ketchup, sull’artificio più o meno esibito. E a pensarci bene non è nemmeno su quanto possa rivelarsi brutto il cuore di tenebra dell’America (sai che novità?). Vira semmai sullo sguardo, il nostro di spettatori. Su come i nostri occhi avidi, bramosi e spalancati si comportano al cospetto di immagini doppiate, trucide, truccate, eppure nascostamente veritiere. Siamo lì, con loro. Tutta l’abilità tecnica, il quid tarantiniano per dire, è in questa irresistibile immersività della scena contro ogni assuefazione, contro ogni rumore bianco del mondo(visione).
Siamo dentro, dunque. Ma dove siamo, realmente? Come ci poniamo, giudichiamo, sentiamo, fruiamo? È qui che il gran maestro d’ambiguità vince la partita più difficile. Riattivare la responsabilità di uno sguardo addormentato.
Oltre il formato, la confezione (dalla fotografia di Robert Richardson alla colonna sonora di Morricone) l’affabulazione di una scrittura debordante, oltre il piacere primitivo di ascoltare gli interpreti – tutti strepitosi, ma che mostro di bravura Samuel L. Jackson! Academy, davvero, vergognati! – e di seguire le loro storie, oltre quella stessa brutalità fisica e verbale, autenticamente animale (le iene, ça va sans dire) e ferocemente liberatoria, sperimentiamo la gioia del vedere e l’orrore dell’essere visti, la libido e la colpa del voyeur. Quanto può essere divertente vedere una donna ammazzata di botte, un nero sparato ai testicoli, una testa esplosa in mille frattaglie cerebrali? Quanto può essere pericoloso quell’aggettivo, divertente? C’è del marcio nel gioco. Tarantino, sta qui la differenza con altri beoti, non lo nasconde. Perciò quando la Christie in quello stesso romanzo scriveva che non ne rimase più nessuno, sbagliava. Perché restiamo pur sempre noi, che non possiamo voltarci dall’altra parte.”
(Gianluca Arnone – cinematografo.it)
Anche per la stagione 2015-2016 il Cinema Margherita propone la Tessera Acec Marche. La tessera costa € 5, permette di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche.
Ingressi: € 6,50 interi, € 5,00 ridotti
Ingresso universitari: € 4,00
Cinema Margherita
Via Cavour, 23
63064 Cupra Marittima (AP)Telefono: 0735 778983 / 340 7322062
Fax: 0735 777118
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