A proposito di Ospedale Unico

di Piero Celani*
 
Ascoli Piceno – Spenti i riflettori sul Consiglio Comunale aperto sulla sanità, il dibattito sull’ l’ospedale unico sì, ospedale unico no si è arricchito di un’altra invenzione del governatore Ceriscioli.
Con una giravolta a 360° l’ex sindaco di Pesaro ha tirato fuori l’idea della partecipazione dei privati alla realizzazione dell’ospedale unico.
A Ceriscioli il tema dell’ospedale unico, evidentemente sta particolarmente a cuore. E’ una sorta di mantra che il nostro Governatore ricorda ad ogni piè sospinto dimenticandosi però di dire dove intende reperire i fondi.
Un nuovo ospedale, ovunque lo si voglia fare e che consti di almeno 500 posti letto, costerebbe, mediamente tra i 150 e i 170 milioni di euro e per quanto spulci nel bilancio della Regione proprio non riesco a vederne traccia.
Credo che anche gli amici Fermani, freschi aggiudicatari di un nuovo ospedale unico, tra breve, dovranno fare i conti con la realtà dei finanziamenti, che non sono assolutamente sufficienti.
E il problema certo non deve essere sfuggito allo stesso Ceriscioli che di professione è un insegnante di matematica. Ed ecco, quindi, spuntare l’idea di ricorrere ai privati. Ebbene sì, ai tanto vituperati privati; quegli stessi privati che non andavano bene per il Polo Universitario Piceno, ora diventano buonissimi per l’ospedale unico. Grande PD! Se il ricorso ai privati veniva proposto dalla destra era il diavolo, ma se viene proposto dal partito di Renzi è ottimo, eccellente, sublime.
Certo sarà poi interessante sapere quanto peserà sulle casse della Regione questo prestito oneroso del privato dato che il Ministro Lorenzin, ha ribadito che fondi statali per nuovi nosocomi non ci sono. Ma potrebbe essere un tema di scarso rilievo. Vorrà dire che sugli arti ingessati metteremo il nome dello sponsor, sulle cartelle cliniche degli interventi chirurgici metteremo la dicitura: operazione realizzata con il contributo di …
E comunque, alla luce dei tempi che sarebbero necessari, privati o meno, per la realizzazione di un nuovo ospedale, il tema rischia di diventare improduttivo.
Improduttivo? Sì. Improduttivo.
Credo che il vero problema non sia l’ospedale unico o dove farlo o con chi. Il tema, per dirla tutta, non mi appassiona.
Mi appassiona, invece, e molto di più cosa fare nel frattempo. Quale destino riservare al Mazzoni e al Madonna del Soccorso.
Posso infatti ipotizzare che tra scelta dell’area, tempi burocratici per tutti i permessi e tempi di realizzazione, il nuovo, ipotetico, nosocomio, capace di almeno cinquecento posti letto, impiegherebbe tra gli otto e i dieci anni prima di iniziare l’ attività.
E nel frattempo? Nel frattempo con quali medici, che non ci sono, Ceriscioli intende far andare avanti l’ospedale di Ascoli e quello di San Benedetto? Con quali infermieri, che non ci sono? Con quali strutture, che non ci sono?
E’ di pochi giorni fa la notizia che le sale operatorie ascolane procedono a singhiozzo, e della necessità degli accorpamenti estivi per mancanza di personale!
Sia da Ascoli che da San Benedetto, lamenti si alzano dalle corsie degli ospedali. Sono i lamenti dei ricoverati che avrebbero tutti diritti a un’assistenza più qualificata e quelli di chi ci opera, costretti a turni massacranti e con scarsissime risorse.
Il coniglio dal cilindro per, la Regione, dovrebbero essere gli ospedali di comunità, ma la riforma dei 13 ospedali di comunità non riqualifica la sanità del territorio. Anzi, la smantella e la smembra, tagliando servizi sanitari essenziali solo al fine di risparmiare sulla pelle dei cittadini.
E’ simpatico farsi belli parlando del futuro. La Giunta regionale cerca di nascondere la dura realtà delle decisioni assunte parlando di riqualificazione.
Ma la realtà, e di oggi, non di domani, è che invece di riqualificazione dovrebbe parlare di tagli.
Cos’è infatti la riconversione dei posti letto per acuti e riabilitazione in posti letto per cure intermedie se non un vero e proprio taglio di alcuni servizi sanitari essenziali che la riduzione della spesa sanitaria comporta?
Non giochiamo quindi con le parole e non giochiamo sulla pelle di quanti si rivolgono al sistema sanitario pubblico, e invece di parlare della sanità tra dieci anni parliamo della sanità oggi confrontandoci sugli attuali problemi!!
 
*Consigliere Regionale Forza Italia 
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