Bruno Rocchetti: “Servizio sanitario d’emergenza, come funziona e consigli utili”

Il Numero Unico di Emergenza presto sarà il 112”
 
San Benedetto del Tronto – Il Numero Unico di Emergenza 112 verrà presto introdotto in tutta Italia, ma al momento è attivo solo in certe aree. Nelle Marche, funziona ancora il 118. Ma verrà sostituito dal 112. Quando? Ancora non è stata stabilita una data certa. Ma intanto, come funziona il Servizio sanitario di Emergenza? Come vengono smistate, ad oggi, le chiamate di soccorso?
Ce lo spiega il Dott. Bruno Rocchetti, Medico Chirurgo, Direttore Sanitario del Comitato Locale di San Benedetto del Tronto della Croce Rossa Italiana.
Bruno, spiegaci cosa succede quando un cittadino chiama l’emergenza sanitaria.
 
La gestione dell’ Emergenza – Urgenza Sanitaria Preospedaliera è affidata attualmente e da diversi anni alla Centrale Operativa 118 ed alle postazioni territoriali. La Centrale 118, gestita da personale infermieristico e medico, secondo protocolli ben definiti, provvede alla attivazione delle procedure per l’emergenza sanitaria, in funzione delle risorse disponibili e della complessità globale (sanitaria e non). Le postazioni territoriali, costituite da personale medico-infermieristico e/o tecnico-sanitario (compreso i soccorritori volontari), sono deputate agli interventi territoriali “primari”, interventi cioè condotti sul territorio. In questo ambito, le varie associazioni di volontariato e la C.R.I. siglano accordi per poter svolgere il servizio di emergenza secondo le direttive della C.O.118. In pratica, alle richieste telefoniche rispondono infermieri della Centrale Operativa 118 addetti all’emergenza preospedaliera, che possiedono comprovata esperienza e che hanno seguito un apposito iter formativo. Sono loro che in base alle informazioni assunte dall’utente e al protocollo operativo attivano la postazione territoriale competente per rapidità di intervento e per livello della prestazione. In definitiva, è l’operatore CO118 che stabilisce il codice di intervento e quindi invia un Mezzo di Soccorso Avanzato con Medico a bordo oppure un Mezzo di Soccorso di Base con solo personale tecnico abilitato alla gestione dell’emergenza, rappresentato da soccorritori volontari. Accade così che, ad una richiesta di intervento per un arresto cardiaco, l’operatore CO118 provvede ad inviare subito l’ambulanza con equipaggio di soccorritori volontari, abilitati alle manovre di rianimazione cardio-polmonare con DAE (defibrillatore automatico), più vicina al luogo dell’evento, che così viene raggiunto entro pochissimi minuti. E subito dopo allerta l’ambulanza con medico a bordo che giunge sul posto entro otto/dieci minuti circa. Operando in questi termini ci si prefigge lo scopo di ottenere l’esito prognostico più favorevole possibile per l’utente.
 
Il 118 è il numero valido per tutte le emergenze?
 
Con il D.P.R. 27/3/1992, ratificato da G.U. Del 31/3/1992, venne sancita la nascita del sistema 1.1.8.: numero telefonico UNICO per le emergenze sanitarie su tutto il territorio nazionale.
Esso coordina e gestisce tutte le richieste di soccorso esclusivamente sanitario, offrendo assistenza telefonica all’utente. E’ un numero gratuito e senza necessità di prefisso. E’ attivo H24 e sempre presidiato da operatori formati per l’emergenza – urgenza sanitaria. E’ in collegamento diretto con tutte le centrali operative regionali 1.1.8, nonché con quelle istituzionali (vedi 113-112-115 etc.).
Ma la novità introdotta con la riforma della Pubblica amministrazione, approvata recentemente, prevede che per chiamare un’ambulanza si dovrà digitare in futuro il 112, cioè il nuovo numero unico per le emergenze, per chiedere aiuto in ogni circostanza. Saranno aboliti anche il 113 e il 115. Un’autentica rivoluzione per gli utenti abituati a digitare quei numeri, ma anche per gli addetti ai lavori che ad oggi non sono preparati al cambiamento. Il problema più grande è la gestione in funzione del tipo di emergenza, poiché la sanità è in mano alle Regioni mentre il 112 è gestito a livello nazionale dai Carabinieri.
 
Come fare per poter avere il giusto codice assegnato a seguito della chiamata di emergenza?
Quali sono i sintomi più importanti da riportare al telefono?
 
Il personale della C.O.118, a seguito della “ intervista “ a chi ha chiamato, reperisce informazioni sul luogo dell’emergenza, valuta la tipologia dell’evento (traumatica – non traumatica), valuta l’entità dell’evento (uno o più feriti/pazienti), valuta le condizioni del/dei pazienti e fornisce all’interlocutore le prime indicazioni su come trattare il paziente. L’operatore raccoglie tutte le informazioni, richieste con semplici domande, con lo scopo di identificare il livello di urgenza e la gravità dell’evento così da attivare il mezzo più vicino e/o idoneo al soccorso. L’attivazione del team o risorsa più idoneo alle necessità verificatesi avviene tramite la valutazione delle priorità con un codice colore: VERDE nessun pericolo di vita attuale GIALLO la persona deve essere trattata nel più breve tempo possibile ROSSO imminente pericolo di vita. Come al Pronto Soccorso.
A conclusione, è importante ricordare un aspetto fondamentale: l’utente non dovrà mai interrompere la comunicazione telefonica di sua iniziativa, ma attendere sempre che sia l’operatore a farlo!
Per ciò che concerne il tipo di informazioni da riportare da parte dell’utente, ci si può riferire in estrema sintesi a:
Coscienza alterata (agitato, sonnolento, non risponde alla chiamata verbale)
Respirazione alterata (evidenza di respiro difficoltoso e/o rumoroso)
Circolazione alterata (dolore toracico, cute pallida, sudore freddo, polso debole e frequente, sensazione di cardiopalmo)
Ulteriori quesiti a discrezione dell’operatore in funzione della tipologia dell’evento.
E’ fondamentale rammentare che una buona comunicazione telefonica salva una vita !!!!!
“ L’operatore ti pone delle domande. . . Rispondendo ci aiuti ad aiutarti “
 
 
Cosa è consigliabile fare nella attesa?
 
I tempi di attesa sono estremamente contenuti poiché per quanto riguarda le urgenze catalogate come codice rosso è previsto un tempo di intervento pari a 8 minuti se afferenti dall’area urbana e di 20 minuti se provenienti da quella extraurbana.
Mentre attendiamo il mezzo di soccorso si deve rimanere sempre nei pressi dell’apparato telefonico o portare con sé il telefono cellulare: la centrale operativa potrebbe necessitare di ulteriori informazioni.
Specie di notte, in condizioni meteo difficili, se il luogo è isolato, se la toponomastica prevede numeri civici interni, illuminare l’abitazione (i numeri civici non sempre sono visibili o individuabili sulla strada), fornire informazioni sulla presenza di strutture viciniori facilmente identificabili (chiesa, campo sportivo, locale pubblico, monumento o piazza) e se possibile, portarsi sulla strada per intercettare l’arrivo del mezzo.
In alcuni rari casi, può essere richiesto un rendez-vous con il mezzo di soccorso, specie in collina, montagna o quando si tratta di fondi agricoli isolati e di difficile accesso. Discorso analogo si può fare per gli stabilimenti balneari, infatti pur possedendo la CO118 la mappa e la numerazione sequenziale, una persona sulla strada può far risparmiare minuti preziosi …..
 
 
Bruno, cosa ti ha spinto a essere volontario?
 
Non è possibile per me stabilire precisamente cosa mi spinge ad aiutare gratuitamente una persona, poiché le mie motivazioni sono sicuramente di varia natura e alquanto complesse. È vero che come volontario non sono retribuito, ma non lavoro mai per niente in cambio, poiché, volendo evitare la retorica di ”scavare sotto” le intenzioni più altruistiche, ritengo che il volontariato non sia solo un modo per aiutare gli altri, ma anche uno strumento per appagare “esigenze” personali. Penso che le motivazioni non siano comunque un fatto osservabile e determinabile, ma si esplicitino nei miei comportamenti e nei risultati dell’attività che svolgo. Le motivazioni non sono un fatto osservabile ma si manifestano nelle mie azioni. È rincuorante pensare che fare del bene produce del bene sia nel dare che nel ricevere, indipendentemente dal tipo di motivazione alla base.
 
 
A chi consigli di arruolarsi come volontario di servizi di emergenza?
 
Mi sento di affermare che, sia per le persone anziane che per adulti e giovani, fare volontariato produce benessere per se stessi, per il contesto sociale in cui si vive e per chi riceve l’aiuto.. Per svolgere il volontariato nei servizi di emergenza sanitaria bisogna possedere una grande disposizione ad aiutare e la percezione che l’attività svolta è parte integrante della propria personalità ed identità. La soddisfazione derivante dalla propria attività di volontario nell’emergenza sanitaria va di pari passo con la disposizione alla conoscenza ed allo studio delle problematiche connesse, nonché all’empatia e disponibilità verso chi si trova in stato di necessità.
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