UniMc: Edoardo De Angelis e Amedeo Minghi in aula magna incantano studenti e fan

Al termine dell’incontro organizzato dal corso di laurea in servizi sociali, i due artisti si sono concessi all’affetto e alle richieste di selfie di ammiratori e ammiratrici 
 
 
Macerata – “Non ammazzate Anna con pensieri cattivi”. Suonano lievi e profonde nell’Aula Magna dell’Università le parole di Edoardo De Angelis, che accompagna i suoi versi con il semplice suono della chitarra. La sua canzone ha suggellato oggi un pomeriggio intenso, impregnandosi delle testimonianze, delle emozioni, delle esortazioni di donne che non si sono accontentate di osservare la vita da un angolo. Insieme a lui, il collega e amico Amedeo Minghi, che ha incantato il pubblico con la toccante “Dedicata” in cui parla di “lei mille facce mille corse mille idee, ogni giorno una battaglia per un uomo un altro in più, che non ha per lei parole solo mani e fantasie”.
“Sono venuti gratuitamente e per incontrare gli studenti hanno percorso circa trecento chilometri”, ha rivelato Giuseppe Rivetti, direttore del corso di laurea in teorie, culture e tecniche per il servizio sociale che ha organizzato l’incontro in occasione della giornata delle donne nell’ambito del ciclo “Il valore identitario e sociale dell’arte”. E gli studenti, insieme ai fan, hanno risposto con grandissimo entusiasmo, affollando non solo la sala principale, ma anche le due aule collegate tramite video. Al termine i due artisti si sono concessi all’affetto e alle richieste di selfie di ammiratori e ammiratrici. “La nostra vita – ha sottolineato il rettore Luigi Lacchè in apertura – è certamente scandita dalle canzoni, che si portano dietro non solo forza della musica, ma anche delle parole, quando sono un’opera intellettuale”.
A dare il là all’incontro, dopo il saluto del direttore del dipartimento di Giurisprudenza Ermanno Calzolaio e di Edward Breda per l’Ordine degli assistenti sociali, sono state le parole della prefetto di Macerata Roberta Preziotti, che ha saputo offrire uno sguardo diverso sulla sua vicenda professionale ed umana, come ha notato un’altra delle ospiti dell’incontro, la giornalista e scrittrice Daniela Brancati, prima donna direttora di un Tg nazionale. “La festa delle donne non è retorica. Solo nella provincia di Macerata le donne che hanno denunciato atti di violenza sono state 65, tante per una provincia così piccola”, ha detto Preziotti. “La prima forma di violenza che ci viene fatta – ha ribadito Brancati – non è la violenza fisica, ma quella della comunicazione, dei modelli sociali e culturali che ci vengono imposti”. Ma gli ostacoli sono fatti per essere superati, come ha raccontato Marisa Biagiola, direttore marketing di un’azienda leader nel settore petrolifero. “Non ho mai percepito l’esser donna come un fattore di discriminazione – ha spiegato – anche se lavoro in un settore così maschile”. E’ dunque necessario uno sguardo diverso, in un Paese come l’Italia dove fino al 2001 la violenza sulla donna era considerata un delitto contro la morale pubblica e non contro la persona, in un mondo dove i bambini in fuga dalla guerra muoiono a decine inghiottiti dal mare, come ha evidenziato con la voce rotta dalla commozione Carlotta Tedeschi, caporedattore cultura e spettacoli del giornale Radio Rai.
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