Convegno internazionale sulle scienze umane all’UniMc
Il 21 e il 22 aprile studiosi di varie nazionalità discuteranno questioni importanti per il futuro degli studi umanistici considerati non soltanto come ambito di ricerca accademica, ma anche come una risorsa preziosa per la società.
Macerata – Giovedì e venerdì, 21 e 22 aprile, l’Università di Macerata ospita il il convegno annuale dell’associazione Echic, il consorzio europeo degli istituti e dei centri per le scienze umane di cui l’ateneo fa parte. Il tema di quest’anno sarà “Humanities Now: Global Encounters”, ossia il rapporto tra le scienze umane oggi e la globalizzazione. Studiosi di varie nazionalità discuteranno questioni importanti per il futuro degli studi umanistici considerati non soltanto come ambito di ricerca accademica, ma anche come una risorsa preziosa per la società. Si parlerà, infatti, della fruttuosa interazione tra cultura umanistica e industrie creative; del contributo che le discipline umanistiche offrono ai processi di innovazione; del ruolo che queste svolgono in diversi contesti nazionali (per esempio in Cina), e di molti altri aspetti legati al valore pubblico delle humanities. I lavori prenderanno il via giovedì alle 9.30 in Aula Magna per proseguire nel pomeriggio con una pausa pranzo dalle 12.30 alle 14.30. Il secondo giorno i lavori si svolgeranno la mattina dalle 9.30 alle 14.30. Per maggiori informazioni: www.playmarchesrl.com/echic-conference.
“Si è molto discusso – commenta il rettore Luigi Lacchè – in questi ultimi anni dello stato di crisi della cultura umanistica, da taluni considerata poco ‘utile’ ossia inefficace nel fornire risposte alle grandi sfide sociali del nostro tempo. Un Ateneo che ha come motto ‘L’umanesimo che innova’ non può restare indifferente rispetto al tentativo di derubricare gli studi umanistici come marginali o inutili. Il convegno Echic è un ulteriore conferma che la nostra Università, lungi dall’essere indifferente, ha preso parte attiva a livello internazionale per sostenere la ricerca umanistica e per sensibilizzare le istituzioni europee sull’importanza di finanziare adeguatamente questo tipo di ricerca”.
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