dalla Regione Marche
2016-04-09
Aree di sosta camper per i familiari dei malati ricoverati negli ospedali marchigiani:
il progetto dell’Unione Club Amici, presentato dal coordinatore nazionale Ivan Perriera, discusso in Regione con il presidente Ceriscioli e il senatore Morgoni
Attrezzare spazi, all’interno dei parcheggi ospedalieri, per permettere la sosta, in camper, ai familiari dei ricoverati gravi. Malati che vanno assistiti dai familiari per un periodo di cura non breve, spesso all’interno di strutture sanitarie dislocate fuori dai centri abitati. Un’opportunità sociale per tante famiglie, costrette a soggiornare fuori sede per parecchi giorni, che la Federazione del turismo itinerante “Unione Club Amici” sta promuovendo in Italia, anche con il sostegno del senatore Mario Morgoni sul fronte parlamentare. Il tema è stato portato all’attenzione del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli e del direttore generale dell’Asur, Alessandro Marini, nel corso di un incontro che si è svolto a Palazzo Raffaello, presenti il senatore Morgoni e il coordinatore nazionale di “Unione Club Amici, Ivan Perriera. Le Marche, è stato evidenziato, possono rappresentare un modello nazionale, se dotassero le principali strutture sanitarie di un servizio sosta vigilato per i camperisti e per coloro che decidessero, anche per ragioni d’opportunità, di ricorrere a un camper per stare vicino ai familiari ricoverati. Alcune strutture ospedaliere hanno già attrezzato piazzole di sosta dedicate e vigilate o vi stanno provvedendo: gli Ospedali Riuniti di Ancona, gli Ospedali di Civitanova Marche e San Severino Marche. Ma l’idea è quello di costruire una rete di punti sosta in tutti i principali nosocomi marchigiani, con quattro postazioni vigilate ciascuna, munite di allacci idrici ed elettrici, da lasciare al parcheggio delle auto, se non occupate dai camperisti autorizzati dalla direzione dell’ospedale. Il presidente Ceriscioli ha mostrato interesse per la proposta che non richiede grossi investimenti e non penalizza gli utenti tradizionali, ma offre un servizio aggiuntivo ai familiari dei lungodegenti. Il direttore Marini è stato incaricato di predisporre un progetto di fattibilità, sulla base della documentazione prodotta dal coordinatore Perriera.
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