dalla Regione Marche
2016-04-21
MISSIONE IN CINA, LA REGIONE FA IL PUNTO SUGLI ACCORDI E LE PROSPETTIVE DI SVILUPPO PER SETTORI STRATEGICI
Un resoconto dai grandi numeri quello sulla missione in Cina nelle Province dello Shandong e dell’Hunan per la Regione Marche: sottoscritti nove accordi operativi per una proficua collaborazione in settori strategici che aprono prospettive di sviluppo in ambito economico, commerciale, universitario, turistico, culturale, sociale e sanitario.
Bilancio soddisfacente che è stato illustrato questa mattina dal presidente della Regione, Luca Ceriscioli, insieme ai componenti della delegazione marchigiana in Cina dal 10 al 17 aprile scorso: Raimondo Orsetti, Dirigente Servizio Internazionalizzazione; Alberto Drudi, Responsabile Internazionalizzazione Unione Camere Commercio; Gisella Bianchi, Direttore Aspin 2000; Amerigo Varotti, Vice Presidente Camera di Commercio Pesaro e Urbino; Giuseppe Mazzarella, Membro CdA Agenzia ICE; Claudio Pettinari, Pro Rettore Università di Camerino; Letizia Urbani, Direttore Meccano; rappresentanti internazionalizzazione Università Politecnica delle Marche.
“Si rafforza un percorso iniziato da tempo – ha detto Ceriscioli – reso concreto e dai risultati importanti con un paese continente come la Cina che è un mercato strategico in grande crescita. Tanti gli accordi firmati, riguardano le Università, il sistema imprese, i rapporti diretti con la regione: è l’opportunità di creare degli spazi dove crescere e confrontare sistemi e metodi di lavoro importanti per portare questa nostra piccola regione – molto ben considerata – nella dimensione cinese. Competenze, capacità, qualità marchigiane dentro un mondo di grandissimo interesse dal punto di vista economico”.
In ogni settore degli incontri tenuti nel corso della missione, è emerso evidentemente quanto la Regione Marche sia accreditata come interlocutore autorevole verso i Governi cinesi e questo è dimostrato dalla qualità degli accordi siglati e dalle progettualità che d’ora in avanti verranno concretizzate.
I nove accordi operativi sottoscritti – 2 per la Regione Marche, 5 per le Università, 2 per l’Unione delle Camere di Commercio – vedono coinvolte le imprese, le università, i centri di ricerca marchigiani in progetti ad alto contenuto innovativo che confermano il carattere strategico del mercato cinese per la Regione Marche. In particolare, sviluppano forme di cooperazione commerciale attraverso l’individuazione di una piattaforma logistico-distributiva per semplificare l’esportazione di prodotti marchigiani mettendo in relazione piccoli e medi produttori con importatori e distributori esteri, operando principalmente nel segmento business to business. Si aggiungono progetti di scambio accademico come la ricerca congiunta, lo scambio di materiali didattici, di docenti, ricercatori e studenti, le pubblicazioni e informazioni accademiche e l’attivazione di corsi a titoli doppi, riconosciuti sia in Italia che in Cina.
La Regione Marche è poi stata proposta come antenna tecnologica per le imprese cinesi nella fornitura di servizi che vanno dall’analisi e ricerca all’immissione del prodotto finito sul mercato. La missione poi ha rafforzato le basi della cooperazione sanitaria con il Ministero della salute cinese per la formazione di manager, medici e operatori sanitari nelle strutture sanitarie pubbliche regionali e le aziende del settore medico, sanitario e farmaceutico. In particolare, l’accordo preesistente con l’Azienda ospedaliero universitaria Ospedale Riuniti di Ancona, che prevede uno scambio di conoscenze e professionalità, verrà esteso alle strutture ospedaliere regionali con l’auspicio di coinvolgere in futuro anche le Regioni Umbria e Toscana per uno sviluppo dei programmi di cooperazione.
Prossimo appuntamento con la Cina a giugno con la visita del vice governatore dello Shandong sul tema agricoltura, il prossimo anno, poi, verranno in visita nelle Marche i governatori delle due province cinesi, Shandong e Hunan.
Forum Regione e Unicredit sull’Asia (Cina, Hong Kong, Singapore):
crescita economica e opportunità per le imprese marchigiane
In Asia vivono attualmente 4,3 miliardi di persone, pari al 60% della popolazione mondiale. Le stime 2017 del Pil (Prodotto interno lordo) segnalano una crescita generalizzata del Continente, in media superiore al 5,5%. Entro il 2020 la maggior parte delle nazioni più attive nel commercio internazionale saranno asiatiche, scavalcando molti Paesi europei. La Cina, in particolare, supererà gli Stati Uniti d’America e si posizionerà al primo posto tra le dieci nazioni più dinamiche. Il mercato asiatico rappresenta, di conseguenza, una concreta opportunità per le imprese italiane. Una realtà in continuo sviluppo che avrà bisogno di infrastrutture e di beni di consumo. Senza contare che, nel 2014, 97 milioni di cinesi hanno viaggiato, aprendo scenari interessanti anche per il turismo. Il punto è stato fatto, a Palazzo Raffaello, nel corso di un forum sull’Asia promosso dalla Regione Marche e da Unicredit, incentrato sulla crescita economica dell’Area del Pacifico e sulle opportunità per le imprese marchigiane. “La Regione Marche – ha evidenziato Raimondo Orsetti, dirigente del servizio Internazionalizzazione – è impegnata, da anni, insieme al sistema produttivo locale, a garantire una presenza delle imprese marchigiane sui mercati esteri di maggiore interesse per le nostre produzioni. Su alcuni, come la Russia, dobbiamo mantenere le nostre posizioni, su altri possiamo conquistare nuove quote che sono alla portata della qualità delle nostre produzioni. È necessario che il sistema del credito sostenga le imprese e lavori in stretta connessione con le istituzioni e l’associazionismo per accresce le opportunità e condividere i programmi di internazionalizzazione”. Orsetti ha anticipato l’imminente firma di un accordo con Unicredit per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese marchigiane. Ha ricordato, poi, l’appena conclusa missione del presidente della Regione, Luca Ceriscioli, in Cina: “Siamo tornati con la consapevolezza concreta che queste sono aree dove possiamo svolgere un ruolo importante per i percorsi consolidati costruiti negli anni con le province dello Shandong e dell’Hunan”. Il ruolo del credito nel favorire le politiche di internazionalizzazione è stato sottolineato dal “sociologo dei territori” (come lui stesso si è definito) Aldo Bonomi. “L’evoluzione delle dinamiche economiche impone aggregazioni per competere, specie per il capitalismo molecolare delle imprese dell’Italia di mezzo che vanno accompagnate nella sfida della competizione. Dopo la crisi economica del 2008 è in corso una metamorfosi che mette in discussione il modello di fare impresa, dei servizi, della rappresentanza. Il problema, ora, non è attendere che la metamorfosi passi, ma come sopravvivervi, accompagnando le imprese in un posizionamento da costruire con il territorio”. Il responsabile Unicredit per il Centro Nord, Luca Lorenzi, ha ribadito che “l’incontro odierno non è un fatto episodico, ma una scelta dell’istituto che sta portando avanti da anni. Negli ultimi sedici mesi Unicredit ha portato all’estro 104 aziende marchigiane (92 per la prima volta, 12 già presenti), considerando solo quelle che ne hanno conseguito un fatturato di almeno 200 mila euro o che hanno aperto un terzo mercato, avendone due acquisiti in precedenza”. Alessandro Giannini (responsabile Unicredit di Hong Kong) ha illustrato le strategie dell’istituto bancario in Cina, Hong Kong, Singapore e gli scenari per le imprese marchigiane. I dati evidenziano, nonostante un calo del Pil cinese dal 2012, una crescita dei consumi privati, grazie all’aumento dei salari. Nel 2014 l’interscambio commerciale con il resto del mondo è risultato pari a 3.239 miliardi di euro, in aumento del 3,3% sul 2013. Nel 2014 le esportazioni cinesi sono cresciute del 5,6% (1.763 miliardi), mentre le importazioni dal resto del mondo sono aumentate dello 0,5% (1.476 miliardi di euro). L’Unione europea si conferma il primo partner commerciale della Cina, con un ruolo da protagonista della Germania. Per quanto riguarda l’Italia, l’interscambio 2014 ha raggiunto i 35,5 miliardi di euro, di cui 25,1 miliardi in export cinese verso l’Italia e 10,4 miliardi in import dall’Italia. Siamo il 15° partner della Cina a livello mondiale e il 4° europeo.
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