I miei viaggi, le mie avventure: le domande che nessuno mi ha mai fatto
Indiscreta autointervista di Raffaella Milandri
San Benedetto del Tronto – Scrittrice, fotografa umanitaria e viaggiatrice in solitaria, sono attivista per i diritti umani dei popoli indigeni. Sono stata intervistata molte volte, da giornalisti professionisti, da alcuni alle prime armi, ma lo confesso, il mio “intervistatore” preferito è sempre Maurizio Costanzo. Come sua ospite diverse volte , sia in tv che in radio, ho avuto il piacere di rispondere alle sue domande, sempre attente e perspicaci, volte al nocciolo della questione. Ma riflettendo, ci sono alcune domande che non mi sono mai state fatte da alcun giornalista, e in questa rubrica di interviste che tengo per Il Mascalzone mi permetto di inserire una mia “autointervista”, rompendo gli schemi tradizionali.
Raffaella Milandri
Prima di un viaggio, qual è la tua paura più grande?
Quella di non tornare e che mi succeda qualcosa , ma anche quella di non trovare al mio ritorno le persone amate, che possa succedere qualcosa a loro. Che succeda il peggio, insomma. Prima di ogni partenza cerco sempre di non lasciare cose in sospeso, di lasciare tutto in ordine. Sia che io torni che non ritorni. Partire per me vuol dire cercare di prevenire al massimo i problemi, ma anche essere pronta ad affrontare qualsiasi evenienza. E’ un doloroso distacco dal cordone ombelicale, dalla routine, dalle sicurezze, dalle piccole consuetudini a cui oggi tutti siamo legati mani e piedi.
E’ un tuffo nel vuoto senza prenotazioni, a parte il biglietto aereo.
Cosa ti spinge ad affrontare le tue paure, e i pericoli?
La molla che mi fa affrontare i miei viaggi in solitaria, che sono sempre pieni di incognite, è l’obiettivo: documentare violazioni di diritti umani, aiutare chi è in difficoltà, scoprire la verità specialmente sulla condizione dei Popoli Indigeni. Mettere me stessa al secondo posto di fronte a un fine più grande.
Hai mai rischiato la vita?
Diverse volte. Quando dovetti abbandonare il fuoristrada in un fiume in Alaska, oltre il Circolo Polare Artico. Ebbi un inizio di ipotermia, e quando raggiunsi la Dalton Highway, dopo aver attraversato la tundra a piedi, dovetti aspettare ore prima di essere soccorsa. Il cellulare era fuori uso, finito nel fiume. Poi una volta nel deserto del Kalahari, in Botswana. Passai tutta la notte a pochi metri da un leone, senza saperlo, e al mattino il suo ruggito mi fece letteralmente tremare i polmoni. Poi ancora in Papua Nuova Guinea, a Mount Hagen: dopo una sommossa durante la quale mi ero trovata in mezzo a lacrimogeni e machete, la notte ero l’unica ospite di un albergo evacuato. Sentii un colpo di pistola fuori dalla finestra e , al passo del giaguaro, strisciando per terra e col cuore in gola, andai a spegnere la luce della stanza per non essere un bersaglio facile. E tante altre volte…
Quali sono le tue precauzioni durante i viaggi?
Dipende molto dal Paese in cui mi trovo. La prima cosa è tenere un profilo basso, nell’abbigliamento, nei discorsi che si fanno, negli acquisti spartani, nell’alloggiare in posti poco pretenziosi. Poi fingo sempre di viaggiare con “truppe” di amici immaginari, che mi precedono, o mi seguono. Infine, la più grande risorsa: mi atteggio a donna stupida che non sa bene dove va e cosa fa. Ci credono tutti!
Ecco una domanda privata che fece Maurizio Costanzo in camerino, prima di andare in onda:
“Lei è una bella donna, è mai stata molestata nei suoi viaggi?”
Assolutamente no, mai al di là di qualche avance verbale più o meno pesante. Riesco bene a prevenire situazioni di questo tipo, adattando il mio modo di fare ai costumi del luogo e alle varie occasioni. E poi ho sempre con me lo spray al peperoncino e l’antirape alarm, la sirena antistupro.
Cosa sacrifichi della tua vita personale per seguire le tue passioni, i viaggi e i popoli indigeni?
Ho necessità di una rigorosa autodisciplina, quindi i miei spazi di relax sono veramente pochi. Scrivere libri, ad esempio, richiede molto tempo e concentrazione. Idem preparare un viaggio.La principale assenza nella mia vita è quella di un figlio: è una scelta precisa, come madre non metterei a rischio la mia vita e sarei proiettata verso un “mondo più piccolo” da proteggere. Parlo per me ovviamente, ci sono madri che riescono a conciliare tantissime cose.
Prossimi progetti?
Un nuovo libro, un nuovo viaggio, e un progetto con una riserva di Nativi Americani che spero di riuscire a portare avanti, è molto impegnativo: la costruzione di un centro culturale e museo. Conto di realizzarlo con la Associazione di cui sono presidente, la Omnibus Omnes. Ho tante idee e alle volte mi devo autocensurare…
Raffaella Milandri
Biografia breve di Raffaella Milandri
Scrittrice, fotografa umanitaria e viaggiatrice in solitaria . Attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, è membro adottivo della tribù Crow, in Montana. Presidente della Omnibus Omnes Onlus. Membro del Lions Club Ascoli Host. Redattore a Il Mascalzone. Attualmente iscritta alla Facoltà di Scienze Sociali alla Unicam di Camerino.
Dice Raffaella Milandri : “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”. Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Dice di sè: “Amo le persone semplici, e sono fiera di essere una di loro”.
La Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage, intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e conferenze, e diffondendo filmati, libri e interviste su media e social network. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche in Italia, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. I suoi viaggi in diretta su Facebook sono un evento mediatico molto seguito. Il gruppo Tabula Osca ha dedicato un pezzo al suo impegno umanitario https://youtu.be/18ePxizn7ug . Una sua intervistasui popoli indigeni è stata pubblicata sul sito dell’ONU http://www.unric.org/it/attualita/30454-raffaella-milandri-la-situazione-dei-popoli-indigeni-oggi .
Tra le mete dei suoi viaggi, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l’Alaska, il deserto del Kalahari,
il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei, i Boscimani, gli Adivasi dell’Orissa.
Libri pubblicati
Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella Foresta, Polaris 2011.
Booktrailer https://youtu.be/5sHZgaTRPOY
La mia Tribù.Storie autentiche di Indiani d’America, Polaris 2013.
Booktrailer https://youtu.be/5xtIuTYxCWA
In India. Cronache per veri viaggiatori, Ponte Sisto 2014.
Booktrailer https://youtu.be/KH3J-NNJRXY
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