Il governo dei nostri suoli, una sfida planetaria
L’assessore Casini: “Per una gestione sostenibile serve la massima collaborazione di tutti gli attori e una buona governance a partire dalla nuova legge urbanistica della Regione”
Treia , 2016-04-08 – “Il governo dei suoli rappresenta una sfida planetaria che per essere risolta, deve prevedere, accanto agli accordi internazionali, la volontà delle istituzioni nazionali, delle amministrazioni locali e degli agricoltori”. Così la vicepresidente Anna Casini è intervenuta al convegno “Il governo dei nostri suoli” organizzato oggi a Treia dal servizio Agricoltura della Regione Marche per illustrare agli attori locali del settore i risultati del rapporto Fao “Stato delle risorse dei suoli nel mondo”. Dal documento che riunisce il lavoro di circa 200 esperti in materia provenienti da 60 paesi risulta che i suoli del pianeta si stanno rapidamente deteriorando, ma che questo trend potrebbe essere invertito se i Paesi si impegnassero a promuovere pratiche gestione sostenibile e l’uso di tecnologie appropriate. Il rapporto si conclude con una serie di raccomandazioni ed importanti indicazioni per uno sviluppo sostenibile.
La sua pubblicazione nel dicembre scorso ha coinciso infatti con la chiusura dell’Anno Internazionale dei Suoli 2015 delle Nazioni Unite, che mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di quello che è stato definito “il silenzioso alleato umanità”.
“I suoli – ha detto ancora l’assessore Casini – sono essenziali per produrre colture ricche di nutrienti, filtrano e puliscono decine di migliaia di chilometri cubi di acqua ogni anno. Fungendo da grandi serbatoi di carbonio inoltre, aiutano a regolare le emissioni di anidride carbonica ed altri gas serra, e sono quindi fondamentali per regolare il clima. Ulteriori perdite di terre produttive danneggerebbero fortemente la produzione agricola e la sicurezza alimentare, aumentando la volatilità dei prezzi alimentari, e potenzialmente spingendo milioni di persone sotto la soglia della fame e della povertà. Ne consegue che, come ha affermato il Segretario Generale dell’Onu Ban-ki Moon, in un messaggio per la Giornata mondiale dei suoli dobbiamo tutti impegnarci a promuovere una gestione sostenibile dei suoli, ancorata a una buona governance, al controllo dell’urbanizzazione, alla prevenzione di contaminazioni ambientali e ad investimenti mirati. Come Regione Marche in particolare abbiamo deciso di integrare le iniziative già in corso per la definizione della nuova legge urbanistica con questo convegno sul tema “suolo” inteso come risorsa naturale da tutelare e da gestire garantendo il migliore equilibrio tra esigenze economiche ambientali e sociali”.Il Servizio Agricoltura della Regione Marche inoltre, attraverso il convegno, ha voluto valorizzare e diffondere anche ai non addetti ai lavori i risultati ottenuti con l’introduzione della Politica Agraria Comune (PAC). Si tratta di aiuti finanziari alle imprese agricole concessi a condizione di rispettare appositi standard di coltivazione con lo scopo appunto di conciliare la conservazione delle risorse naturali ed il raggiungimento dei risultati economici (standard di Condizionalità 1° Pilastro PAC per gli aiuti diretti agli agricoltori). La stessa PAC attraverso il Piani di Sviluppo Rurale (PSR – 2° pilastro) concede solo su base volontaria ulteriori risorse finanziarie per garantire validi miglioramenti nelle strutture utilizzate ma anche nei metodi di coltivazione come la produzione in biologico o integrata. Dal punto di vista più specifico attraverso l’iniziativa si è dato conto anche scelte fatte in passato, agli inizi degli anni 2000, per la conoscenza dei suoli regionali dall’amministrazione regionale che oggi dimostrano a pieno la loro utilità. Considerati i tempi molto ristretti per poter intervenire efficacemente la scelta della Regione Marche è stata quella di dotarsi internamente al Servizio Ambiente Agricoltura di personale tecnico e strumenti necessari per effettuare direttamente il monitoraggio garantendo anche la conseguente gestione dei dati e la produzione di informazioni utili allo suo interno e fruibili da tutti gli altri soggetti coinvolti. La misura ripetuta nel tempo delle caratteristiche dei suoli e dei fattori che possono influire sulla loro conservazione e miglioramento porta con se una doppia utilità:
– da un lato si garantisce al consumatore ed in generale al cittadino la tracciabilità e la trasparenza delle attività produttive con garanzie di qualità, originalità e salubrità degli alimenti;
– nello stesso tempo, si è in grado di intercettare tempestivamente comportamenti negativi (anche involontari legati alla non conoscenza dei fenomeni) prima che si arrivi a determinare danni irreparabili.
Il rapporto Fao si concentra sulle 10 maggiori minacce alle funzioni dei suoli: erosione, perdita di carbonio organico, squilibrio dei nutrienti, acidificazione, contaminazione, impaludamento, compattazione, impermeabilizzazione e perdita di biodiversità.? Il documento nota come ci sia un consenso generale sulle strategie legate al suolo che può da una parte, aumentare l’offerta alimentare, e dall’altra minimizzare gli effetti dannosi sull’ambiente.?La soluzione proposta si basa sulla gestione sostenibile del suolo e richiede la partecipazione di un’ ampia gamma di stakeholder che vanno dai governi ai piccoli contadini.?L’erosione, ad esempio, può essere frenata riducendo o eliminando il dissodamento – scavare, rigirare e rimestare il terreno – ed usando i residui agricoli per proteggere la superficie del suolo dagli effetti della pioggia e dei venti. Similmente, i suoli che soffrono di carenze di nutrienti possono essere risanati e i raccolti migliorati restituendo i residui agricoli ed altri materiali organici al suolo, attuando la rotazione delle colture con colture che fissano l’azoto, e facendo un uso responsabile dei fertilizzanti organici e minerali.
In questo contesto sono quattro le priorità di azione che nel corso del convegno sono state illustrate dal responsabile Ufficio suoli e gestione del territorio della Fao Ronald Vargas Roias:
1. Ridurre il continuo degrado dei suoli e ripristino della produttività di quei terreni già degradati in regioni dove le persone sono più vulnerabili;
2. Stabilizzare gli stock mondiali di materiale organico dei suoli, tra cui anche il carbonio organico ed altri organismi presenti nel terreno;
3. Stabilizzare o ridurre l’uso globale di fertilizzanti al nitrogeno e al fosforo, aumentando l’uso di fertilizzanti in regioni con carenze di nutrienti;
4. Migliorare la nostra conoscenza sullo stato e i trend delle condizioni del suolo.
Tali azioni devono essere supportate da politiche mirate, tra le quali: promuovere lo sviluppo di sistemi di informazione sui suoli per monitorare e prevedere i loro cambiamenti; aumentare la conoscenza e la consapevolezza sulle tematiche relative al suolo, integrandole nell’istruzione formale e nella formazione – dalla geologia alla geografia, dalla biologia all’economia; investire in ricerca, sviluppo e divulgazione per condurre test, e diffondere tecnologie e pratiche di gestione sostenibili del suolo; introdurre normative ed incentivi appropriati ed efficaci; promuovere il raggiungimento della sicurezza alimentare locale, regionale ed internazionale tenendo in considerazione le risorse del suolo dei singoli paesi e le loro capacita di gestirle in maniera sostenibile.
Sono intervenuti tra gli altri Luca Montanarella responsabile Land resources management unit al Joint Reserch Centre della Commissione Europea; Camillo Zaccarini Bonelli direttore Divisione strumenti gestione del rischio Mipaff; Giuseppe Corti del dipartimento di scienze agrarie della Universita’ politecnica delle Marche. Al termine del convegno i partecipanti hanno potuto visitare la Pedoteca regionale dove vengono conservati e analizzati i campioni dei suoli e il Museo archeologico di Treia.
SCHEDA TECNICA
Alcune delle principali conclusioni del rapporto:
L’erosione porta via tra i 25 e i 40 milioni di tonnellate ogni anno, riducendo significativamente i rendimenti delle coltivazioni e la capacità del suolo di immagazzinare e riciclare carbonio, nutrienti ed acqua. Le perdite nella produzione cerealicola annua dovute all’erosione sono stimate attorno ai 7,6 milioni di tonnellate ogni anno. Se non si agirà per frenare l’erosione, si può prevedere una riduzione totale di tale produzione di oltre 253 milioni di tonnellate entro il 2050. Tale perdita produttiva equivarebbe a rimuovere 1,5 milioni di chilometri quadrati di terra dalla produzione agricola – pari a quasi l’intera superficie arabile in India.
La mancanza di nutrienti nel terreno é il principale ostacolo ad un miglioramento della produzione alimentare e delle funzioni del suolo in molti contesti ambientali degradati. In Africa tutti i paesi, eccetto tre, estraggono dal suolo ogni anno più nutrienti di quelli che vengono restituiti attraverso l’uso di fertilizzanti, residui agricoli, concime ed altro materiale organico.??L’accumulo di sali nel suolo riduce i raccolti agricoli e può arrivare a bloccare completamente la produzione. La salinità indotta dall’uomo colpisce circa 760.000 chilometri quadrati di terra in tutto il mondo – un’area più ampia di tutta la terra arabile del Brasile.??L’acidità del suolo costituisce un serio limite alla produzione agricola in tutto il mondo. Gli strati superficiali più acidi nel mondo si trovano in quelle aree del Sud America che hanno subito deforestazioni ed agricoltura intensiva.
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