Investimenti territoriali integrati per le aree urbane delle Marche

Proposti 49,5 milioni di investimenti alla scadenza del bando.
I tre finanziati beneficeranno di oltre 17 milioni di contributi Por Fesr e Fse
Bora: “Progettazione orientata alla qualità e alla sostenibilità”
 
Ancona, 2016-04-14 – Sono cinque i progetti presentati alla Regione per beneficiare dei contributi europei destinati a sostenere gli investimenti territoriali integrati per le aree urbane, per una somma complessiva di 49,5 milioni di euro. Al termine dell’istruttoria, verranno finanziate le tre strategie che meglio rispondono ai requisiti del bando – finanziato con i fondi Por (Programma operativo regionale) sia del  Fesr (competitività territoriale) , sia del Fse  (lavoro) – che punta a migliorare la qualità di vita e la sostenibilità nelle aree urbane. Al bando hanno risposto tutte e cinque le città che potevano candidarsi: quelle capoluogo e Fano come comune non capoluogo più importante per numero di abitanti. Pesaro e Fano hanno proposto una strategia congiunta (Iti Pesaro Fano), Fermo quella denominata “0-99+”, Ascoli “From past to smart”, Ancona “Waterfront 3.0”, Macerata “In-Nova”. Gli investimenti segnalati riguardano la competitività delle imprese, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, cultura e attrattività turistica, con il sostegno di specifiche azioni formative rivolte a creare nuova occupazione. Le tre selezionate beneficeranno di 19,179 milioni di contributi (17,679 Fesr e 1,5 Fse), con una parte degli investimenti a carico di privati. “La candidatura all’Agenda urbana delle Marche riguardava le città in linea con la politica per l’Agenda urbana europea e con i criteri europei necessari per accedere ai finanziamenti  – spiega l’assessora alle Politiche comunitarie, Manuela Bora – I comuni individuati si configurano come centri di offerta di servizi per un bacino di utenza ampio. I criteri previsti richiedono la concentrazione delle risorse per massimizzare le ricadute territoriali nelle città dove si rilevano criticità localizzate e dove è possibile sperimentare, grazie anche alle progettualità espresse, soluzioni integrate che possono ulteriormente contribuire a raggiungere i risultati che l’Unione europea chiede. I comuni individuati rappresentano, pertanto, gli enti maggiormente idonei a sviluppare una nuova governance locale europea, in un’ottica di area vasta, rivestendo il ruolo di veri e propri centri aggregatori di un territorio più ampio”.
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