La Giunta ripartisce i 17 milioni del Por Fesr tra le tre aree di crisi regionale
Bora: “Opportunità che affianca le risorse nazionali per rilanciare gli investimenti”
Ancona – La Giunta regionale ha ripartito i 17 milioni di euro che il Por Fesr Marche assegna alle tre aree di crisi industriale presenti sul territorio: Piceno, provincia di Pesaro e Urbino, ex A. Merloni. All’area di crisi del Piceno vanno 5,857 milioni, a quella di Pesaro e Urbino 5,623 milioni, alla ex A. Merloni 5,519 milioni. L’assegnazione destina 3 milioni a ciascuna area (per un totale di 9 milioni), mentre i rimanenti 8 sono assegnati, percentualmente, sulla base dei tassi di disoccupazione dei Comuni di ciascuna area. Le risorse destinate al Piceno saranno disponibili solo alla sottoscrizione dell’Accordo di programma con il ministero dello Sviluppo economico, relativo al progetto di riconversione e riqualificazione dell’area di crisi complessa Piceno-Val Vibrata. “La Regione mette a disposizione tutte le risorse possibili allo scopo di rilanciare gli investimenti delle imprese e anche per favorire una diversificazione del sistema produttivo – afferma l’assessora alle Politiche comunitarie, Manuela Bora – Queste opportunità affiancano, ove già previste, le risorse nazionali, rafforzando il portafoglio a disposizione degli interventi realizzabili. In questo modo contiamo di sostenere l’occupazione, soprattutto in quelle aree la cui forte specializzazione nei comparti tradizionali, ha contribuito al perdurare e all’aggravarsi delle situazioni di crisi. Abbiamo raccolto le grida di aiuto provenienti dai territori in difficoltà e ora dovranno essere gli imprenditori pronti a rimettersi in gioco”. Il Por (Programma operativo regionale) Fesr ha individuato tre aree d’intervento. Quella in provincia di Ascoli Piceno ha registrato sia una forte riduzione del Pil pro-capite rispetto al dato regionale, sia un tasso di disoccupazione elevato (11%). Il Ministero ha anche riconosciuto la “crisi complessa” richiesta dalla Regione Marche, insieme all’Abruzzo. L’area del Fabrianese ha risentito della crisi dell’ex A. Merloni, con la necessità di ricollocare oltre 1.500 lavoratori (compresi quelli fuori regione). Raccoglie 56 comuni (tasso di disoccupazione del 9,7%) a cavallo tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro, individuati nell’Accordo di programma con i ministero dello Sviluppo economico. L’area del Pesarese ricomprende 30 comuni (tasso di disoccupazione del 10,1%), individuati dalla Regione stessa nel 2015.
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