L’ambasciatore Croato all’UniMc

 
Il diplomatico ha incontrato rappresentati della comunità accademica e delle imprese del territorio.
 
Macerata – Accolto dall’Università di Macerata, è arrivato ieri in visita alla città l’ambasciatore in Italia della Repubblica di Croazia Damir Grubiša. Ieri sera il diplomatico ha potuto conoscere, tra gli altri, anche la neo presidente della sezione calzaturieri di Confindustria Macerata Salina Ferretti e stamattina ha partecipato a un incontro pubblico con la comunità accademica, le istituzioni e le imprese del territorio organizzato dal Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici.
Temi della discussione sono stati la Macroregione adriatico-ionica e i rapporti culturali ed economici tra Italia e Croazia. Presenti il rettore Luigi Lacchè, il sindaco di Macerata Romano Carancini, i direttori dei dipartimenti di Scienze politiche Francesco Adornato e di Studi umanistici Carlo Pongetti, Carlo Cipriani di Confindustria Macerata, il responsabile per le relazioni esterne di Tipicità Alberto Monachesi, il consigliere regionale Gianluca Busilacchi e i docenti Roberto Valle della Sapienza di Roma e Ronald Car di Unimc.
“La Croazia è un Paese cerniera che può svolgere una funzione molto importante”, ha commentato il rettore Lacchè, ricordando che l’Università di Macerata ha costituito un polo di ricerca specifico sulla macroregione Adriatico-ionica e per settembre organizzerà un forum internazionale sulle prospettive di sviluppo del turismo sostenibile. “E’ un Paese – ha ribadito il direttore del Dipartimento Francesco Adornato, che ha tenuto i contatti con l’ambasciatore –molto interessato a rafforzare i legami con l’Italia, in particolare con la nostra regione, soprattutto per quanto riguarda il tessuto economico, sociale e imprenditoriale”.
L’ambasciatore Grubiša ha ribadito il ruolo importante che può essere svolto dal proprio paese – entrato nella Comunità Europea nel 2013 – nell’integrazione tra i diversi stati dell’area adriatico ionica, che attualmente sono al di fuori dell’asse decisionale Francia-Germania, compresi quelli extra Ue come Serbia, Montenegro, Bosnia Erzegovina e Albania. “Quattro – ha detto – sono i pilastri su cui lavorare: la crescita blu, ossia quella del settore ittico, delle costruzioni navali e delle attrezzature marine; la connettività terra-mare per accrescere la competitività e l’accesso a nuovi mercati; il patrimonio culturale e naturale di un’area che è stata la culla dell’Europa; e il turismo. Tutto nell’ottica della sostenibilità”.
Tante le proposte e gli stimoli emersi durante la discussione: proporre lo spazio adriatico come una meta turistica unica, soprattutto per asiatici e nord americani; la formazione, partendo dall’attivazione di stage per giovani croati all’interno delle imprese marchigiane; la mobilitazione di fondi strutturali nazionali, europei e privati.
 
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