dalla Regione Marche
2016-06-20
Direttiva nazionale sul rischio sismico, le Marche aggiornano il Piano regionale di emergenza
Sciapichetti: “Prima Regione a inviare il documento alla Presidenza del Consiglio dei ministri”
Le Marche hanno aggiornato il Piano regionale di emergenza della protezione civile sulla base delle nuove disposizioni nazionali. La Giunta ha oggi approvato la delibera che recepisce la direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2014 sul “Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico”. L’approvazione è necessaria per raggiungere l’intesa con la Presidenza. Il piano regionale, in particolare, inquadra la pericolosità e la vulnerabilità delle strutture, delle infrastrutture e fornisce gli elementi conoscitivi del sistema di protezione civile delle Marche. “Le Marche – evidenzia l’assessore alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti – sono la prima Regione a inviare il documento a Roma. L’approvazione è necessaria per raggiungere l’intesa sulla base delle nuove disposizioni. Il sistema marchigiano di protezione civile si conferma all’avanguardia e pronto a recepire tutte le novità necessarie a garantire la sicurezza del territorio e dei cittadini”. La direttiva del 2014 emana disposizioni per predisporre i piani di emergenza, con particolare riferimento al contrasto degli eventi sismici. Fornisce indicazioni per aggiornare e verificare l’efficacia della pianificazione, nell’ambito del sistema nazionale di protezione civile. L’attuazione, in sede regionale, oltre a recepire la direttiva, ha consentito di aggiornare quanto delineato con le precedenti disposizioni sul fronte dell’attivazione del sistema di protezione civile locale e regionale nella primissima fase dell’evento, assicurando l’operatività dei tutte le strutture coinvolte.
Utilizzo terapeutico dei derivati della cannabis: la Giunta approva il regolamento attuativo della legge regionale 1/2013.
Ceriscioli: “Omogeneità di erogazione su tutto il territorio marchigiano”
Nelle Marche sarà possibile utilizzare i derivati della cannabis a scopo terapeutico. La Giunta ha approvato il regolamento attuativo della legge regionale n.1/2013 che prevedeva l’impiego di questa sostanza nell’ambito del Servizio sanitario regionale. Dopo tre anni dall’approvazione, l’esecutivo Ceriscioli dà concreta attuazione alla normativa. I malati affetti da alcune gravi patologie avranno a disposizione un’opportunità terapeutica aggiuntiva a supporto dei trattamenti standard, quando quest’ultimi non producono gli effetti desiderati o hanno provocato effetti secondari non tollerabili o, ancora, quando l’incremento del dosaggio potrebbe causare effetti collaterali. “Le linee di indirizzo forniscono uno strumento di consultazione semplice ed efficace, per i medici e i farmacisti, in modo da armonizzare le attività legate alla prescrizione, alla preparazione e alla fornitura dei medicinali a base di cannabis sul territorio regionale – spiega il presidente Ceriscioli – L’obiettivo è assicurare l’omogeneità di applicazione, il monitoraggio dei consumi e la riduzione dei tempi di erogazione”. Il regolamento disciplina gli aspetti organizzativi che coinvolgono gli operatori sanitari nella gestione (prescrizione e somministrazione) dei farmaci contenenti cannabis. Questi medicinali saranno a carico del Servizio sanitario regionale (Ssr) solo per i pazienti residenti nelle Marche. Saranno forniti dai centri autorizzati dalla Regione (le farmacie degli Enti del Ssr,) per il trattamento di alcune patologie, per via orale o inalatoria. Gli impieghi medici della cannabis sono finalizzati all’analgesia con spasticità dolorosa (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale), alla gestione del dolore cronico (in particolare quello neurogeno), al controllo deglieffetti indesiderati della chemioterapia (nausea e vomito) e alla stimolazione dell’appetito nella cachessia e anoressia nei pazienti oncologici o affetti da Aids e nell’anoressia nervosa. Altre applicazioni terapeutiche all’uso della cannabis sono quelle legate all’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alla terapie convenzionali, oltre che nei casi di riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali presenti nella sindrome di Gilles de la Tourette, non ottenibile con i trattamenti standard.
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