Esposizione dell’ingegneria Umanistica
MACERATA – A 11 anni dalla prima uscita di “Ingegneria Umanistica” (Roma, 2005 ) del Minimo Teatro, la prima “Esposizione dell’Ingegneria Umanistica”, programmata per il 5 luglio presso Villa del Cerro di Grottaccia di Cingoli, sarà occasione per esternare i frutti di un decennio di ricerche della disciplina creata da Maurizio Boldrini, come naturale deflusso delle pratiche didattiche della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro che dirige da 34 anni. L’iniziativa verrà presto presentata nel dettaglio, intanto qualche battuta col direttore.
Cosa sarà esposto il 5 luglio?
Con l’attuale classe di Ingegneria Umanistica, innanzitutto, esporremo noi stessi come persone, come dice la Conad: “persone oltre le cose”. Esporremo il nostro essere costante studio e ovviamente ci saranno anche cose da mostrare, ma le opere fissate sono andate, preferiamo che l’esposizione sia viva in carne ed ossa. Ad esempio ci sarà uno spettacolo degli allievi (uso questa parola “spettacolo” solo per continuare a capirci) dal titolo “Via Carmelo Bene”, che testimonierà a che punto siamo arrivati sulla ricerca linguistica.
Carmelo Bene è un punto fisso del Minimo Teatro!
Ritengo che sia un punto ancora da indagare seriamente. Noi abbiamo quest’anno dedicato lo studio di Ingegneria Umanistica a Carmelo Bene proprio per indagare il suo come operatorio, senza cadere nelle facili esaltazioni filosofiche del suo agito e nelle celebrazioni che possono solo infossarlo ulteriormente. Abbiamo iniziato un’operazione di studio molto tecnica sulle sue dinamiche. Abbiamo operato con la freddezza spietata necessaria al chirurgo.
E il risultato?
Il risultato è stato sorprendente, Carmelo Bene ci ha condotti nell’oltre delle sue tecniche fino a farci raggiungere le sorgenti di una “drammaturgia”, che per il momento ho definito “scalare”, distante un anno luce dal punto in cui lui è arrivato, ma senza di lui, senza le sue indicazioni materiali, le sue coordinate, non ci saremmo arrivati.
Sono 34 anni che il Minimo Teatro continua uno studio sul linguaggio con dedizione, costanza e risultati che non ha pari, sa di impresa eroica!
Certe volte ci penso, talvolta mi pare di essere quasi un santo, invece sono normale, o meglio, dovrebbe essere normale per qualsiasi lavorio, per me è normale studiare, sviluppare, combinare e sorprendermi, è la mia normale linfa vitale. Un ex allievo che recentemente è venuto a trovarvi al Minimo ha voluto essere aggiornato sullo stato dei lavori, gli ho detto solo dello studio (da lui definito “atomistico”) che stiamo conducendo sulla singola parola, mi ha detto: “Quello che state facendo dentro queste quattro mura nemmeno al CERN lo fanno, solo che loro ci prendono un sacco di soldi”.
via Carmelo Bene
Nei prossimi giorni verrà illustrato il programma dettagliato dell’Esposizione, intanto per informazioni e prenotazioni di partecipazione tel. 333 5442111
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