Gioia e commozione alla giornata del laureato di UniMc
Il giornalista Marzio Breda: “Ciampi mi aveva parlato della gradevolezza di questa città”. Premio in memoria di Maria Grazia Capulli. Il fratello, “La ricorderemo anche con un premio di laurea”.
Macerata, 2016-06-18 – E’ stata carica di emozioni la tredicesima Giornata del laureato festeggiata oggi pomeriggio dall’Università di Macerata. Stracolma piazza della Libertà, libera dalle auto e con almeno mille partecipanti tra laureati e accompagnatori. “Vedervi tutti insieme fa un certo effetto” ha esclamato il rettore Luigi Lacchè. “Si tratta di una manifestazione unica in Italia” ha poi aggiunto, introducendo la manifestazione, che riunisce ogni anno tre generazioni di laureati: chi ha conseguito la laurea 50 e 25 anni fa e chi si è laureato con lode nel 2015-2016. “Questa iniziativa ha tre obiettivi – ha proseguito Lacchè -, ossia quella di stringere legami di appartenenza con la comunità accademica, di testimoniare il legame dell’università con la città e il nostro territorio e mostrare un ateneo che è cambiato e cresciuto molto in questi anni e che oggi si presenta con trenta corsi di laurea e una forte propensione all’internazionalizzazione. Questi laureati sono un patrimonio della società intera”.
Colpito dalla città e conquistato dalla sua università anche il quirinalista del Corriere della Sera Marzio Breda, premiato come laureato dell’anno, che ha ricevuto il testimone dalla sceneggiatrice Valentina Capecci. “Avevo iniziato a studiare giurisprudenza a Padova con l’idea di entrare nello studio di mio fratello. Ma ero già attratto dal mondo del giornalismo. A tre esami dalla laurea fui chiamato dal Corriere della Sera e quindi il mio percorso era rimasto irrisolto. Pensavo che tutto fosse perduto”, ha raccontato. Ma poi a Breda, ormai alla soglia dei cinquant’anni, arrivò il suggerimento di un suo caro amico, Mauro Montali, giornalista, inviato di guerra, adottato negli ultimi anni da Macerata. “Mi parlò della legge che permetteva di recuperare gli esami e di questa città. Anche Ciampi mi aveva parlato molto bene di Macerata. Ho potuto studiare scienze politiche, un percorso più rispondente ai miei interessi, sostenendo gli esami mancanti senza l’imbarazzo per i capelli bianchi. Dalla mia tesi sul quirinale con il prof. Angelo Ventrone si sono poi sviluppati molti miei libri. Ricevo questo premio con grande soddisfazione, per il rapporto buonissimo che ho con questa città e con la sua università”.
Con le lacrime agli occhi Angelo Capulli ha ritirato il premio in memoria della sorella Maria Grazia, la giornalista del Tg2, volto amato della Rai, scomparsa precocemente lo scorso anno. “A lei avremmo voluto conferire il premio laureato dell’anno”, ha raccontato il rettore Lacchè. Tra il pubblico anche la madre Rosa. “Maria Grazia aveva un grande desiderio – ha detto il fratello – arrivare al cuore delle persone. Non andava a caccia di scoop. Lei era il simbolo del giornalismo costruttivo, in grado di illuminare la periferia del dolore e dare voce alle persone che non ce l’hanno. Alle domande classiche del giornalista, lei ha sempre aggiunto: e adesso? Cosa si può fare per migliorare la situazione?”. Per questo la famiglia ha deciso di istituire un premio di laurea per tesi in giornalismo costruttivo, che, oltre a una borsa di studio, prevede uno stage all’interno del Tg2”.
Il premio dell’Alam “Oscar Olivelli” è stato consegnato dalla presidente Daniela Gasparrini in memoria all’avvocato Massimo Olivelli, scomparso improvvisamente lo scorso anno. L’Ateneo ha anche assegnato i premi speciali “Alumni” all’imprenditrice Marisa Biagiola, allo scrittore italo-argentino Adrián N. Bravi, al sindaco di Macerata Romano Carancini; all’insegnante “tecnologico” Paolo Cutini, alla poetessa Colomba Di Pasquale e alla manager Giulia Morresi. Festeggiato anche il successo del film made in Marche “Come saltano i pesci”. A ritirare il premio “Evento dell’Anno” c’erano il regista Alessandro Valori, l’attore protagonista Simone Riccioni e il produttore Mario Tordini.
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