Le speranze e il supporto psicologico del malato oncologico
Intervista col Dott. Alessandro Cicconi, consulente psicologo nel settore oncologico
San Benedetto del Tronto, 2016-06-26 – I dati sono davvero da mozzare il respiro: ogni giorno in Italia si scoprono quasi 1.000 nuovi casi di tumore. Secondo le statitiche e le stime dell’Associazione Italiana Registri Tumori, la AIRTUM, nel nostro Paese vi sono all’anno circa 363.000 nuove diagnosi di tumore, di cui circa 194.400 (54%) fra gli uomini e circa 168.900 (46%) fra le donne. Sono esclusi da queste cifre i tumori della pelle, che hanno una diversa classificazione e identificazione. La previsione è che nel corso della vita circa una donna su 3 e un uomo su 2 si ammaleranno di tumore. La frequenza sui casi di tumore ha questa triste graduatoria: tumore della mammella (14%), tumore del colon retto (13%), della prostata (11% solo maschile) e del polmone (11%). La notizia confortante è che la mortalità è in diminuzione, sia neglio uomini che nelle donne. Dietro a questi numeri ci sono uomini, donne, e poi famiglie e amici del malato che vengono coinvolti in questa malattia, e ci si sente spesso impreparati e spaventati. Come reagire? Come aiutare ad affrontare questa malattia serenamente? Ce ne parla il Dott. Alessandro Cicconi, consulente psicologo nel settore oncologico, che opera attualmente all’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.
Alessandro, ti occupi di supportare psicologicamente malati oncologici e famiglie degli stessi. E’ più frequente che accettino subito l’aiuto che puoi dare, o c’è invece una sorta di pudore nel parlare del cosiddetto “brutto male”, da un punto di vista psicologico?
Partiamo da un punto che è importante rimarcare, non tutti hanno il bisogno di parlare con uno psicologo; c’è chi, fortunatamente, per esperienza, per storia di vita e risorse personali riesce ad affrontare efficacemente la malattia senza subire un grosso scossone. Ma, come dimostrano diversi studi, questa situazione crea uno stress che va ad incidere su molti aspetti, da quello privato a quello familiare, e non è così facile adattarsi ai cambiamenti imposti. In quel momento sarebbe utile richiedere un aiuto a un professionista. Solitamente quindi, chi ha la necessità di rivolgersi dallo psicologo, ha bisogno di un sostegno per ritornare ad essere padrone della propria vita e questo può avvenire in diversi modi.
Chi si occupa normalmente di dare la notizia di una malattia tumorale, e, secondo te, c’è abbastanza preparazione professionale nei medici incaricati di questa difficile incombenza?
Ricevere una diagnosi di cancro è forse uno degli eventi più stressanti che possa capitare nella vita e, come si può immaginare, dare la notizia è molto difficile. Avere una preparazione adeguata per riuscire a comunicare nel migliore dei modi diventa fondamentale sia per il paziente ma anche per lo stesso medico che si occupa della sua assistenza. Negli ultimi 20 anni il progresso medico-scientifico ha portato ad aver una maggior attenzione alla cura non solo della malattia, ma della persona e per questo che la comunicazione ed altri passaggi cruciali del percorso terapeutico hanno acquisito una maggiore rilevanza.
Quali sono le reazioni più comuni alla notizia della malattia, e quale è il modo migliore di reagire?
Non esiste il modo giusto per affrontare la malattia perché dipende dal momento di vita e dalle risorse proprie della persona. Inizialmente è difficile controllare le proprie emozioni proprio perché si è impreparati a questo cambiamento così difficile da digerire. Può aiutare riuscire ad attribuire un significato a quello che sta accadendo, cercando di individuare una valida rioganizzazione di sé stessi e del proprio ambiente, ma questo avviene in modo del tutto personale ed unico. Riuscire ad esprimere ciò che si sta vivendo, trovando una buona fonte di ascolto determina, nella maggior parte dei casi, un migliore approccio alla nuova condizione.
Nel lungo percorso della lotta a un tumore, è frequente e consigliabile dare false speranze quando il malato ha poche possibilità di sopravvivere? E cosa pensi dei familiari che nascondono la verità del al malattia al malato terminale?
Questa domanda è più complessa e merita un pensiero in più, perché fa riflettere sul modo attraverso cui chi è vicino al malato si confronta con il fine vita. Non è corretto dare false speranze, ma è necessario capire quanto una persona sia consapevole ed in grado di accettare ciò che sta accadendo per poterla assistere meglio nel percorso. Alcuni familiari preferiscono omettere al paziente la verità sul percorso e in questi casi dovrebbero essere comprese le motivazioni che spingono a queste scelte, se sia per la voglia di proteggere il familiare stesso o per altre ragioni.
Secondo te c’è abbastanza assistenza psicologica oggi per i malati e i familiari? o siamo indietro su questo aspetto, privilegiando quello prettamente terapeutico?
Esistono delle belle realtà ospedaliere in Italia che riescono ad offrire un’assistenza psicologica ben affiancata a quella medica, ma non c’è un modello unico per assistere chi ne ha bisogno. Potrebbero essere fatti degli grossi passi in avanti perché in diverse zone in Italia la psicologia è ancora sinonimo di psicopatologia e troppo spesso si trascurano gli elementi di sviluppo e di aiuto che la psicologia può offrire in questo campo.
Infine: che consiglio daresti a chi riceve la diagnosi di un tumore?
Chi incontra questa situazione ha spesso la sensazione di sentirsi solo nell’affrontare una grossa impresa. In parte è vero, perché chi sta male è l’unico che può sapere cosa voglia dire, ma non è solo, e chiedere aiuto è il primo passo per trovare un sostegno.
Curriculum di Alessandro Cicconi
Alessandro Cicconi
“Psicologo clinico specializzando in psicoterapia presso Scuola di Psicologia della Salute della Sapienza di Roma. Da sempre interessato ai contesti sanitari e ospedalieri, ha sviluppato il percorso presso l’Unità di Psicologia Clinica dell’ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli di Roma, prima come tirocinante e poi come Volontario del Servizio Civile Nazionale con AIMaC. Ha collaborato a diversi progetti riguardanti l’integrazione culturale e la promozione della salute come il Foreign Woman Cancer Care. Da più di un anno Consulente Psicologo per l’associazione Bianco Airone Pazienti Onlus, e membro della Consulta Giovani presso l’Ordine degli Psicologi del Lazio.”
Biografia di Raffaella Milandri
Scrittrice, fotografa umanitaria e viaggiatrice in solitaria . Attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, è membro adottivo della tribù Crow, in Montana. Presidente della Omnibus Omnes Onlus. Titolare alla Europrinters Consulting. Membro del Lions Club Ascoli Host. Redattore a Il Mascalzone. Attualmente iscritta alla Facoltà di Scienze Sociali alla Unicam di Camerino.
Dice Raffaella Milandri : “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”. Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Dice di sè: “Amo le persone semplici, e sono fiera di essere una di loro”.
La Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage, intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e conferenze, e diffondendo filmati, libri e interviste su media e social network. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche in Italia, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. I suoi viaggi in diretta su Facebook sono un evento mediatico molto seguito. Il gruppo Tabula Osca ha dedicato un pezzo al suo impegno umanitario https://youtu.be/18ePxizn7ug . Una sua intervistasui popoli indigeni è stata pubblicata sul sito dell’ONU http://www.unric.org/it/attualita/30454-raffaella-milandri-la-situazione-dei-popoli-indigeni-oggi .
Tra le mete dei suoi viaggi, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l’Alaska, il deserto del Kalahari,
il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei, i Boscimani, gli Adivasi dell’Orissa.
Libri pubblicati
Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella Foresta, Polaris 2011.
Booktrailer https://youtu.be/5sHZgaTRPOY
La mia Tribù.Storie autentiche di Indiani d’America, Polaris 2013.
Booktrailer https://youtu.be/5xtIuTYxCWA
In India. Cronache per veri viaggiatori, Ponte Sisto 2014.
Booktrailer https://youtu.be/KH3J-NNJRXY
Email raffaellamilandri@gmail.com
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