XXVII ediz. del Festival Musicultura chiude con grande successo: gli ultimi appuntamenti della “Controra”
MUSICULTURA: Ninetto Davoli, Simone Cristicchi e il concerto del vincitore Granfrancesco Cataldo e del premio della critica Mimosa accendono il centro il Macerata nella giornata conclusiva del Festival
Macerata – A chiudere il grande successo della 27 edizione del Festival Musicultura che oltre ad aver registrato il sold out nella serate finali con i grandi big della canzone italiana presentati da Fabrizio Frizzi all’arena Sferisterio di Macerata ha visto il tutto
esaurito in tutti gli appuntamenti della settimana della Controra; tra gli ultimi attesi ospiti della chiusura (di domenica 26 giugno ): Gianfrancesco Cataldo che, a poche ore dalla vittoria a soli 19 anni a Musicultura grazie a “Marta” è tornato ad esibirsi in piazza Cesare Battisti con altre canzoni prima di riprende la strada di casa per affrontare, ebbro di felicità, il “quizzone” dell’esame di maturità insieme all’inaspettata forza rock di Mimosa, vincitrice del Premio per la migliore musica e quello della Critica con un brano, “Fame d’aria”, che invece esprime tenerezza poetica. E poi gli incontri magici con Ninetto Davoli, l’attore più legato a Pierpaolo Pasolini, e Simone Cristicchi, che sta sperimentando con successo un particolare connubio tra teatro e canzone. Senza retorica, non poteva esserci un finale più originale per “La Controra”, la kermesse culturale che apre e chiude la settimana conclusiva di Musicultura.
Le performances di Cataldo e Mimosa nel pomeriggio della domenica in p.zza Cesare Battisti a Macerata, hanno suggellato al meglio la proficua esperienza vissuta a Musicultura dal giovanissimo cantautore beneventano e dall’artista milanese, che, come ha sottolineato alla fine Ezio Nannipieri, vicepresidente di Musicultura, <<hanno avuto modo di far conoscere meglio la loro musica>>, rappresentata da un solo brano allo Sferisterio nelle serate finali.. Se Gianfrancesco ha confermato la sua notevole presenza scenica a dispetto dei suoi anni, proponendo tra l’altro due successi di giganti della musica italiana come “Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber e “I love you Marianna” di Rino Gaetano, Mimosa ha letteralmente infiammato il pubblico con canzoni, come “Io sono la terza guerra mondiale”, ritmicamente e testualmente molto diverse da quella dichiarazione d’amore in musica a tutti i papà che è “fame d’aria” che ha commosso il pubblico dell’Arena.
Un’idea, quella del “concerto del giorno dopo” che è risultata decisamente azzeccata, come ha sottolineato il padrone di casa, il Sindaco di Macerata, Romano Carancini, Il primo cittadino ha poi ricordato che <<Macerata investe realmente molto sulla cultura, perché crede nella qualitativa di appuntamenti di Musicultura. Visto l’altissimo livello delle proposte artistiche della rassegna musicale e de “la Controra”, siamo assolutamente felici di quanto fatto e consci di come e quanto questi sforzi siano stati premiati>>
<<Sono a Musicultura per rappresentare un certo mondo cinematografico, quello che ho fatto e con chi l’ho fatto>> cosi’ ha aperto Ninetto Davoli il salotto “A tu per tu” de “La Controra”, di cui più che ospite è stato conduttore, tanta è la storia che porta con sé e il carisma di questo personaggio-uomo che andava a fare la spesa al mercato con Moravia, che accompagnò la Callas in giro per la periferia di Roma a bordo della sua vecchia macchina modificata senza sapere bene chi fosse perché <<a me piaceva Celentano>>. Gremito il cortile del Palazzo Municipale da una folla piena di domande da rivolgere a chi la storia del cinema italiano l’ha vissuta da vicino, al fianco di Pasolini fino all’ultimo. <<Quando lui se n’è andato ho iniziato a temere per la mia carriera, ed è stato lì che arrivò fortunatamente Carosello a tenermi impegnato per dodici anni>>, ha raccontato Davoli, che della sua vita parla con la stessa modestia di quando ha iniziato, a sedici anni, a lavorare per il grande regista: <<in casa eravamo in sei e si doveva dare una mano, perciò io facevo il falegname e quando Pier Paolo mi disse che mi voleva in “Uccellacci e Uccellini” al fianco di Totò, che sarei stato pagato per recitare accanto a uno che avevo solo potuto vedere al cinema, beh, potete immaginare come mi sono sentito>>. Non si è più fermato da quel lontano 1966 e oggi Ninetto Davoli può considerarsi non un semplice attore ma un portavoce di un pezzo di storia cinematografica e letteraria d’Italia.
A Palazzo Conventati è stato invece protagonista Simone Cristicchi, nell’incontro intitolato “10 anni da cantattore”, nel quale è stato intervistato da Ennio Cavalli. Vincitore di Musicultura nel 2005 e del Festival di Sanremo nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”, Cristicchi ha dedicato ampio spazio nella sua performance – intervallata dal racconto di momenti della sua vita e della sua carriera – a David Lazzaretti, il “Messia dell’Amiata”, un predicatore religioso toscano vissuto nell’Ottocento, fondatore e capo d’un movimento penitenziale e ascetico, su base familiare solidaristica, assolutamente rivoluzionario per la Chiesa cattolica, attirandosi le antipatie, poi sfociate in aperto ostruzionismo, delle gerarchie vaticane. <<E’ stato un personaggio unico, particolare, prima sostenuto dalla Chiesa, poi da questa condannato come eretico – ha detto l’artista nel suo intervento . Come ogni persona realmente innovativa, fuori dagli schemi, è stato considerato come socialmente pericoloso, un sovversivo da isolare e attorno al quale fare terra bruciata, vista la sua irriducibile avversione alle ricchezze e all’ipocrisia dei vertici della Chiesa di allora>>. Un Cristicchi meditativo, ma anche assolutamente divertente e divertito quando ha espresso il lato più giocoso del suo carattere, per esempio parlando della sua grande amicizia con Nino Frassica, un <<autentico genio della comicità, un uomo assolutamente unico nel suo genere, capace di far ridere a crepapelle la gente senza mai pronunciare una sola parolaccia, con il quale ci siamo conosciuti nel corso di una cena>> dove spesso nascono le cose migliori, come l’idea di fare insieme un programma radiofonico, quella “Meno male che c’è Radio Due”, durata due anni e che ha riscosso un enorme successo.
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