Dalle “carrette del mare” alla formazione come artigiani saldatori grazie alla Cna di ascoli

DESERTO, CARRETTE DEL MARE E POI UN’OPPORTUNITA’ DI FORMAZIONE GRAZIE ALLA CNA PICENA: LA STORIA DI 12 GIOVANI RICHIEDENTI ASILO CHE GRAZIE ALL’ASSOCIAZIONE, AL FORM.ART, ALL’IPSIA SACCONI E AL “GUS” ORA SONO SALDATORI PROFESSIONISTI
 
San Benedetto del Tronto – Il destino comune che hanno non fa più nemmeno notizia, tanto rientra ormai nella normalità di fughe, di predoni del deserto. E poi di carrette del mare che portano dritti in faccia alla morte, oppure verso l’Italia. Il destino individuale, invece, anche con l’impegno della Cna di Ascoli è stato meno scontato. “E quando si da un’opportunità a qualcuno di scontato non c’è più nulla. C’è solo un’opportunità che poi ognuno si gioca come vuole e come può”: nelle parole di Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno, la sintesi di un’azione di formazione e sociale appena conclusa.
Dodici richiedenti asilo e rifugiati da oggi sono saldatori brevettati e potranno quindi lavorare in altrettante aziende che ne hanno bisogno. La Cna di Ascoli, insieme al Form.art regionale, all’Ipsia Sacconi e al Gus (Gruppo Umana Solidarietà) hanno presentato la conclusione di questo percorso di formazione che si è svolto nelle aule didattiche dell’Ipsa Sacconi. Determinante, per il progetto, l’apporto del Form.Art Mache, rappresentato in sede di conferenza di presentazione, da Roberto Ruggeri e da Marida Pulsoni. “Il mercato del lavoro e le esigenze delle aziende – ha detto Ruggeri – sono molto diverse rispetto al passato e quindi anche noi, come ente di formazione, ci adeguiamo. Lavoriamo cioè anche alla costruzione di un’imprenditoria futura. Fatta di chi ha voglia di fare impresa e senza nessun altra limitazione”.
Sul valore sociale e formativo dell’azione Cna si sono soffermati anche Elio Mandozzi, vice preside dell’Ipsia, con i docenti Costantino Troli e Gabriele Migliori; e il referente del Gus, Alessandro Iotti. “La formazione – ha aggiunto Luigi Passaretti, presidente provinciale della Cna – è per noi da tempo uno dei cardini della ripresa di questo territorio. Quindi appoggiamo queste iniziative sia per il loro valore sociale sia per l’arricchimento che esse portano al mondo dell’impresa”.
I dodici ragazzi che hanno appena concluso il corso provengono tutti dall’Africa (Niger e Gambia) e sono in Italia senza familiari. Dopo il deserto della Libia e le correnti del Canale di Sicilia, i banchi di scuola e le aule formative dell’Ipsia. “Integrazione vuol dire atti concreti – ha concluso il direttore Balloni – non possiamo anticipare niente ma appena abbiamo dato la notizia della fine di questo corso alcuni nostri associati del settore della nautica si sono fatti avanti perché hanno bisogno di figure professionali nel campo della saldatura. Come già detto, noi come Cna abbiamo solo offerto una possibilità sia alle persone che alle imprese. Il resto lo deciderà la caparbietà dei singoli, la fortuna e quant’altro. Ma colmare il gap iniziale di questi giovani per noi è un punto di soddisfazione che non necessita di altri commenti”.
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