Emmanuel Carrère “Io sono vivo, voi siete morti”
Una nuova edizione della biografia di Philip K. Dick firmata da Emmanuel Carrère, nella traduzione smagliante di Federica e Lorenza Di Lella.
Torniamo volentieri ad immergerci nella tormentata parabola esistenziale di Dick, perché il racconto di Carrère, che è quantomai a suo agio quanto si tratta di raccontare vite che non sono la mia (per citare uno dei suoi titoli più noti), è potente, efficace, puntiglioso e, soprattutto, molto letterario. Lo scrittore francese parte dall’opera di Dick per raccontare la sua vita. Un oscuro scrutare, La svastica sul sole, Follia per sette clan, Ubik, Noi marziani diventano così materia biografica ancor prima della biografia stessa.
Carrère è da sempre un appassionato lettore di Dick, come svela anche nel suo ultimo romanzo Il Regno, e ha sempre considerato lo scrittore americano una sorta di Dostoevskij della nostra epoca. Così, all’età di trentacinque anni, un ventennio prima della fortunata biografia di Limonov, con Io sono vivo, voi siete morti ha costruito il suo monumento, folgorante e doloroso, disturbante.
Chi non conosce il personaggio si ritroverà a confrontarsi con una personalità disturbata, eccentrica se non francamente patologica. Il delirio esistenziale dello scrittore americano non gli permetteva di realizzarsi in un quotidiano normale (“il campionario di fobie di cui soffriva gli precludeva l’accesso alla maggior parte delle professioni a cui poteva aspirare un americano adulto normale”), dall’età di quattordici anni fino alla sua morte Dick non ha praticamente mai smesso di frequentare gli psichiatri, a volte con il gusto di contraddirli e smascherarne gli errori, più spesso perché vinto dall’inseparabile angoscia. Carrère racconta con precisione chirurgica questo travagliato viaggio, fatto di dipendenze, esperienze al limite della trascendenza, ma anche di una rara lucidità nell’analisi della realtà e di una sorprendente quanto involontaria preveggenza.
La lettura è vivamente consigliata. Avventurosa e a volte faticosa, ma assolutamente imperdibile.
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