Norma tessitrice del futuro degli uomini
Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi affrontano il tema delle diversità su una scena dominata da una fitta rete di corde e ispirata alle opere di Maria Lai
Dirige Michele Gamba. Nel cast Maria José Siri, Rubens Pelizzari, Nicola Ulivieri e Sonia Ganassi.
Macerata – Sabato 23 luglio alle ore 21.00 debutta la seconda nuova produzione della 52° stagione del Macerata Opera Festival: Norma di Vincenzo Bellini, su libretto di Felice Romani, per la regia di Ugo Giacomazzi e Luigi di Gangi.
Figli del Mediterraneo e di una terra, la Sicilia, in cui la vita si dimostra realmente più forte di qualsiasi tentativo di chiusura, i registi Di Gangi e Giacomazzi guardano al muro come metafora di un mondo ideale distorto, in cui è simbolo di divisione e di protezione della propria identità. A illuminarli, durante la genesi dell’allestimento, le opere di Maria Lai, l’artista sarda in cui la mediterranea passione di una donna piccola e fragile, ma dall’animo potente, ascolta il muro di Ulassai per proseguire nella sua opera d’arte. Così Norma è la storia di una donna tessitrice del proprio destino e di un muro che le ha chiesto di essere abbattuto. Il muro ingloba una foresta claustrofobica, intessuta di reti altissime, barriere, protezioni, quanto più fitte tanto più inutili.
Norma e Pollione sono un uomo e una donna vittime della loro diversità, hanno creato una breccia che unisce ciò che il muro separa, e attraverso questa hanno generato vita. I due figli sono la rappresentazione che la vita è più forte di qualsiasi muro, sono lo scacco matto alla sua imponente altezza, al suo spessore sordo e cocciuto.
Un messaggio che trova forza nelle voci sicure del cast: Norma è il soprano uruguayano Maria José Siri, che debutta nel ruolo, Pollione è Rubens Pelizzari, interprete esperto del capolavoro di Bellini, Oroveso è il basso Nicola Uliveri. Torna allo Sferisterio anche Sonia Ganassi, nei panni di Adalgisa.
A dirigere l’Orchestra Regione delle Marche è il trentaduenne Michele Gamba, bacchetta giovane ma dal percorso solido come assistente di Daniel Barenboim e collaboratore di Tony Pappano. Il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” è diretto dal Maestro Carlo Morganti.
Le scene di Federica Parolini hanno i tratti di una grande istallazione d’arte contemporanea. Ispirate ai lavori di Maria Lai diventano parte di un’azione performativa: in scena il coro degli uomini strappa tessuti per farne drappi che sono riannodati dalle donne. I costumi di Daniela Cernigliaro sono realizzati in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo e utilizzano oltre 5000 metri di cordini, fettucce, tessuti tagliati e lavorati a mano e intrecciati su telaio da un gruppo di nove studenti. Gli intrecci dei costumi dei guerrieri sono stati realizzarti con le corde dismesse della graticcia del Teatro Massimo. Le luci sono di Luigi Biondi.
Lo spettacolo è una co-produzione Macerata Opera Festival e Teatro Massimo di Palermo, dove andrà in scena nel febbraio 2017.
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