dalla Regione Marche

 
ACCORDO CON L’AUTORITA’ PORTUALE DI ANCONA  PER LE AREE DI SVERSAMENTO IN MARE
 
E’ stato firmato dalla vicepresidente della Regione Marche e assessore alle infrastrutture Anna Casini e dal presidente dell’Autorità portuale di Ancona Rodolfo Giampieri  l’Accordo di Programma per le aree di sversamento in mare dei sedimenti provenienti dagli escavi portuali.
“Si tratta di un importante  provvedimento – spiega l’assessore Casini –  per  risolvere, in via definitiva, l’annoso problema della gestione del materiale dragato dai porti. Le strutture tecniche dei Comuni, sedi di porti e approdi di competenza regionale, si trovano infatti costantemente in difficoltà nel trovare siti di conferimento idonei. L’accordo sottoscritto garantisce che sia data possibilità di sversare, nell’area autorizzata, il materiale di dragaggio proveniente dai porti e approdi di competenza regionale per 150.000 mc nei primi tre anni e 100.000 mc nei successivi due”.
L’Accordo ha la durata di 5 anni dalla sua sottoscrizione.
 
Il problema dei dragaggi portuali, riguarda soprattutto la gestione del materiale rimosso.
Le possibili opzioni di gestione, sulla base della qualità dei sedimenti, sono:
·         il riutilizzo per il ripascimento della spiaggia emersa e sommersa;
·         il conferimento in aree a mare oltre le 3 miglia;
·         il conferimento in vasche di colmata;
·         lo smaltimento in discarica.
L’opzione di gestione, che prevede il conferimento a mare, può avvenire quando è dimostrata, nell’ambito della relativa istruttoria, l’impossibilità tecnica o economica del loro utilizzo ai fini di ripascimento o di recupero, oppure del loro smaltimento alternativo.
Attualmente nella Regione Marche l’unica area di sversamento a mare autorizzata è quella gestita dall’Autorità Portuale di Ancona e si trova ad una distanza di circa 4,8 Mn a NE del porto di Ancona e a circa 4 Mn dalla costa, ad una profondità compresa tra 24 e 30 m.
L’Accordo siglato prevede che la Regione partecipi con proprie risorse per un ammontare di 250mila euro per sostenere i costi relativi agli studi ambientali, che hanno consentito l’individuazione e caratterizzazione delle aree interessate dagli sversamenti in mare dei materiali di dragaggio, nonché di valutare l’esistenza di eventuali impatti.
L’Autorità portuale ha, infatti, affidato al CNR – ISMAR (accordo di programma del 15 maggio 2012) l’effettuazione di studi ambientali e successivi monitoraggi per la corretta gestione ambientale delle aree in questione, a fronte di un contributo per spese sostenute dal CNR – ISMAR di € 1.210.080. Tramite ulteriore accordo, l’Autorità portuale ha inoltre  commissionato  per 580 mila euro una campagna oceanografica per l’effettuazione di un modello idrodinamico al fine di valutare eventuali possibili impatti delle operazioni di escavo e immersione, citate, anche su area vasta.
Bando nuovi cluster Miur, le Marche si candidano a guidare quello del Made in Italy
 
 

dalla Regione MarcheManuela Bora

 
Bora: “Vocazione produttiva e specializzazioni tecnologiche punti di forza del territorio”
 
Ancona, 2016-09-16 – Le Marche si propongono capofila di un progetto per la costituzione del cluster tecnologico del Made in Italy, sulla base del bando emesso dal Miur con scadenza 20 ottobre. La Regione sosterrà a livello istituzionale questa iniziativa, promossa da un raggruppamento scientifico e imprenditoriale interregionale. L’assessora all’Industria, Manuela Bora, ha inviato una lettera per manifestare ai promotori l’interesse all’iniziativa: “Sono convinta che le Marche possano svolgere un ruolo di assoluta rilevanza nel panorama nazionale per la costituzione del cluster Design, Creatività e Made in Italy, considerate le vocazioni produttive e le specializzazioni tecnologiche che contraddistinguono il territorio – afferma l’assessora – La costituzione della partnership interregionale consente di cogliere appieno le opportunità del bando Miur. Se la proposta che vede le Marche come capofila venisse approvata, sarà mia cura garantire la massima collaborazione, valorizzando la partecipazione al cluster di tutti i soggetti attivi nel campo della ricerca e innovazione”.
Entro il 20 ottobre vanno presentate al Miur le candidature per l’avvio dei quattro nuovi cluster (Made in Italy, Blue Growth, Energia e Beni culturali) che affiancheranno gli otto già attivi in Italia, completando le dodici aree prioritarie per la ricerca individuate dal Programma nazionale per la ricerca. Entro l’anno, le proposte delle nuove quattro aggregazioni scelte parteciperanno, insieme agli otto Cluster precedentemente costituiti, alla ripartizione di oltre 300 milioni di euro stanziati dal ministero Istruzione Università, destinati alla ricerca industriale e alla cooperazione pubblico-privato per rilanciare il sistema dei Cluster tecnologici nazionali.
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