dalla Regione Marche

2016-09-27
CementirSacci, l’assessore Bravi: “Chiusura aziendale incomprensibile a fronte della manifestata disponibilità della Regione a garantire altri tre mesi di ammortizzatori sociali”
“O si riprende l’attività lavorativa, o si bonifica: una terza via non esiste”. Lo ribadisce l’assessore al Lavoro, Loretta Bravi, dopo che la Regione ha ufficialmente chiesto  alla CementirSacci di chiarire il futuro dello stabilimento di Castelraimondo.  “La lunga storia della Sacci ha sempre visto la Regione attenta e disponibile alle esigenze dell’azienda e dei lavoratori, attraverso il sostegno con gli ammortizzatori sociali per salvaguardare i livelli occupazionali e favorire la ripresa della capacità produttiva. Oggi invece viene dichiarato che lo stabilimento di Castelraimondo risulta strutturalmente eccedente rispetto alle strategie aziendali, nonostante che la Regione sia disponibile a garantire le risorse per altri tre mesi di cassa integrazione, consentendo così ai lavoratori almeno di poter beneficiare  della nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi), in vigore dal prossimo mese di gennaio. Stiamo parlando di settanta famiglie che, a breve, perderanno reddito, senza altre alternative. Alla CementirSacci, nell’incontro di venerdì scorso, abbiamo chiesto di inserire i lavoratori nelle opere di bonifica dell’impianto, se cesserà al produzione, ma anche su questo fronte è giunta una chiusura incomprensibile, che non lascia spiragli e che denota la non condivisione di una progettualità industriale”.
 
CementirSacci, la Regione chiede formalmente informazioni sul futuro dello stabilimento di Castelraimondo per il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale
La Regione Marche ha chiesto formalmente informazioni alla CementirSacci sul futuro dello stabilimento di Castelraimondo. Chiarito che non ci sono terze vie, l’azienda ha trenta giorni di tempo per decidere: riapertura o bonifica. La lettera della Regione, infatti, chiede all’azienda di esprimere o meno la volontà di proseguire con la produzione, altrimenti la Regione procederà alla richiesta di bonifica del sito. Allo stato attuale, infatti, sia da parte dell’azienda Sacci che della nuova società, non è stata mai manifestata la volontà di dismissione definitiva dell’attività. La Sacci aveva comunicato (nel 2015) la sospensione dell’attività produttiva e, successivamente (nel 2016), la cessione alla Cem (società interamente partecipata da Cementir Italia) del ramo di azienda costituito dalla produzione di cementi e calcestruzzi preconfezionati, del quale fa parte lo stabilimento di Castelraimondo. Sempre nel 2016, su sollecito della Regione, la Sacci comunicava che la CementirSacci era “subentrata, senza soluzione di continuità, nella titolarità di tutti i rapporti di lavoro” e di “non essere in grado di fornire utili notizie in ordine alle prospettive industriali del sito”. Informazioni che ora la Giunta regionale chiede formalmente alla CementirSacci per scongiurare, in caso di sospensione delle attività, pericoli per la salute pubblica. Entro marzo 2017 l’impianto deve adeguarsi alla normativa di settore, secondo le migliori tecniche disponibili (Bat Conclusions), introdotte dalla Commissione europea. Procedure da applicare “se nei piani industriali è previsto il mantenimento dell’installazione per la produzione del cemento”. Se invece è prevista la dismissione dell’impianto, sarà necessario procedere alla bonifica e alla messa in sicurezza dell’installazione. La lettera inviata dalla Regione segue l’incontro del 23 settembre scorso presso la Presidenza della Giunta regionale con i rappresentanti della CementirSacci, nel corso del quale è stata affrontata anche questa questione.

REFERENDUM PER L’ISTITUZIONE DI NUOVI COMUNI, LA GIUNTA APPROVA LE CARATTERISTICHE DELLE SCHEDE DI VOTAZIONE
 
“Vuoi che sia istituito un nuovo Comune mediante la fusione dei Comuni…” è l’enunciato delle schede di votazione per i referendum consultivi sulle proposte di legge regionale concernenti l’istituzione di nuovi Comuni a seguito di fusioni che consentirà ai cittadini di pronunciarsi. I modelli e le caratteristiche delle schede di votazione sono stati approvati dalla Giunta riunita questa mattina e fanno riferimento all’istituzione dei nuovi Comuni mediante fusione dei Comuni di Pievebovigliana e Fiordimonte, dei Comuni di Barchi, Orciano di Pesaro, Piagge e San Giorgio di Pesaro e dei Comuni di Montemaggiore al Metauro, Saltara e Serrungarina.  “L’adozione della deliberazione – specifica l’assessore agli Enti locali, Fabrizio Cesetti – è necessaria per rientrare nel cronoprogramma dell’iter dei processi di fusione che consente la loro conclusione entro il 2016, come richiesto dai Comuni interessati e consentire loro di intercettare le incentivazioni di carattere finanziario e normativo a decorrere dal 2017. Il cronoprogramma prevede infatti tempi ristretti per raggiungere l’obiettivo della fusione che sosteniamo vivamente per la serie di vantaggi che porta con sé a favore dei cittadini”.
Il procedimento per la fusione dei Comuni è disciplinato  dalla legge regionale 16 gennaio 1995 n. 10 (Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche). La scheda di votazione per i referendum consultivi dovrà rispettare alcune caratteristiche come il colore, azzurro e sfondo bianco nei riquadri interni, le dimensioni di 39×22 centimetri, e sarà piegata verticalmente.
Relativamente ai referendum indetti dalla Regione, come è il caso delle fusioni mediante istituzione di nuovi Comuni, la Regione sovrintende alle procedure referendarie, gestite dagli uffici comunali, e fornisce le schede per la votazione.
Il 13 novembre 2016 è la data fissata per il referendum delle fusioni di Comuni mediante istituzione di nuovi Comuni.
Per la fusione per incorporazione del Comune di Morro D’Alba nel Comune di Senigallia la data stabilita è domenica 23 ottobre 2016.
 
Sisma – Attivato un primo Fondo di garanzia per l’accesso al credito delle imprese danneggiate
 

dalla Regione MarcheManuela Bora
 
Bora: “Sostenere il tessuto produttivo per favorire la ripresa dei territori”
 
Ancona, 2016-09-27 – La Giunta regionale ha attivato un Fondo di garanzia per favorire la ripresa delle attività economiche nelle zone del sisma. Le aziende interessate potranno accedere a un fondo preesistente per le imprese colpite da calamità naturali. Un milione e 830 mila euro verrà destinato alle garanzie di primo grado a favore degli insediamenti produttivi, commerciali e turistici delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, allo scopo di ricostruire le scorte e ripristinare l’agibilità dei laboratori, dei negozi, degli alberghi.
“In questa fase di post emergenza, la Regione viene incontro anche alle esigenze del tessuto imprenditoriale delle aree devastate dal terremoto, aiutandole a superare le difficoltà collegate al riavvio delle attività economiche danneggiate – afferma l’assessora alle Attività Produttive, Manuela Bora – Il sisma ha causato, in questi territori, danni non sempre percepiti nella loro devastazione, perché, accanto alle vittime e ai crolli, tutte le infrastrutture, pubbliche e private, sono state azzerate. Quelle economiche, in particolare, scontano i danni diretti e quelli collegati alla ripartenza delle comunità, inevitabilmente scandita dai tempi della ricostruzione che va accompagnata, pena la sua efficacia, da una rapida ripresa del tessuto produttivo, capace di garantire la permanenza delle popolazioni in queste zone”.
L’assessora indica anche altri possibili canali di finanziamento per sostenere le imprese: “Ulteriori risorse, già disponibili, potrebbero derivare dal milione e 900 mila euro previsto per la concessione di garanzie di secondo grado a favore dei Confidi per le piccole e media imprese, da destinare a interventi di adeguamento e di prevenzione del rischio sismico. Entrambe le misure di garanzia, agevolano l’accesso al credito, con un importante effetto moltiplicatore in presenza di misure complementari di contributo a fondo perduto che potranno essere previste nell’ambito delle risorse destinate alla ricostruzione”.
Bora segnala, poi, l’imminente operatività di un bando Por Fesr 2014-2020, già previsto, che assegnerà 5,8 milioni per il sostegno delle start up (nuove imprese innovative) che sorgeranno nell’intera provincia di Ascoli Piceno e in parte del Fermano, già classificate come “aree di crisi” con provvedimenti antecedenti al terremoto.
 
 

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