dalla Regione Marche

2016-10-25
PIANO ALIENAZIONE TERRENI E FABBRICATI DEL PATRIMONIO DELLA REGIONE, PUBBLICATO UN PRIMO BANDO DI VENDITA
Cesetti: “Strutture non utilizzate immesse sul mercato per una giusta collocazione e restituite alla comunità”
 
Pubblicato un primo bando di vendita per attuare il piano alienazione terreni e fabbricati appartenenti al patrimonio disponibile della Regione Marche. “La Giunta regionale – dice l’assessore al Patrimonio, Fabrizio Cesetti – ha individuato, nell’ambito del proprio patrimonio immobiliare disponibile, gli immobili e i terreni che intende alienare in quanto non più riconducibili a fini istituzionali e non altrimenti valorizzabili. Era necessario, quindi, l’indizione dell’asta pubblica per la vendita degli immobili distinti in lotti che non presentano particolare problematicità. Tante strutture non utilizzate immesse sul mercato troveranno, si spera, una giusta collocazione e saranno restituite alla comunità e al mondo produttivo, sottraendoli al degrado o allo stato di abbandono”.
I lotti messi in vendita sono gran parte di quelli risultati alienabili dagli atti deliberativi di Giunta. Sono previsti tre tentativi d’asta dei quali, ove il primo vada deserto, il secondo e il terzo avranno una base di prezzo ribassata del 15 per cento rispetto al precedente. La prima scadenza è fissata al 14 novembre 2016.
I beni immobili di proprietà della Regione per cui si procederà all’alienazione mediante asta pubblica, per un valore complessivo di 11 milioni e 600 mila euro circa, sono: nel Comune di  Ancona, l’ex sede APTR in via Thaon De Revel 4, il  terreno e il complesso immobiliare dell’ex sede Assam, in via Alpi 21 e il Centro Tennis Pietralacroce, in Via F.lli Zuccari, 4. Nel Comune di  Senigallia gli ex Uffici IAT in Piazzale Rosa Morandi, 2. Nel Comune di Sirolo (AN), i Campi da tennis Via Dante, 5 . Nel Comune di Maiolati Spontini (AN) il Fabbricato rurale e Terreni in via del Molino e in via Boccolina. Nel Comune di Camerano (AN) un Terreno in Via Direttissima del Conero.
Nel Comune di Fermo, Campi da tennis in Località Lido di Fermo, Via Pazzi, 50.
Nel Comune di Macerata un immobile in Via Crescimbeni, 22. Nel Comune di Tolentino (MC), l’ex Hotel Marche in Contrada S. Lucia, 5. Nel Comune di Recanati (MC), l’Edificio non residenziale in Piazzale Beniamino Gigli. Nel Comune di Pieve Torina (MC), Terreni in Località Casavecchia. Nel Comune di Treia (MC), Terreni in Località Santa Maria in Selva.
Nel Comune di Fano (PU), l’ex Casello Idraulico in Via Tamerici 7. Nel Comune di Fossombrone (PU),  Ca’ Romiti e  Campi Abete in Località Foreste delle Cesane. Nel Comune di Fermignano (PU), l’immobile “Ca’ Campolino”. Nel Comune di Urbino (PU), l’immobile ‘Ca’ Gatto’ sulla Strada Provinciale 51 delle Cesane.
 
Tutti gli atti sono reperibili sul sito della Regione alla voce Bandi d’asta.
Conferenza regionale sul commercio equo e solidale, Bora: “Fenomeno in crescita anche nelle Marche”.
 

dalla Regione Marche
commercio equo e solidale, Manuela Bora

Mogiatti: “Settore vivo dal punto di vista economico e delle idealità”
 
Ancona – “L’esperienza marchigiana è piccola ma significativa, perché è costituita da realtà che coinvolgono alcune migliaia di associati e numerosi volontari”. È quanto affermato dall’assessora al Commercio e Tutela consumatori, Manuela Bora, in apertura dei lavori del Convegno regionale 2016 del commercio equo e solidale, svoltosi, nel pomeriggio a Palazzo Leopardi. Le imprese marchigiane del settore gestiscono 15 punti vendita, denominati “botteghe del mondo” e muovono un fatturato 1,5 milioni di euro. Oltre a sostenere i gruppi di produttori marginalizzati dal commercio internazionale attraverso l’acquisto dei loro prodotti, si impegnano nel favorire e stimolare la diffusione, quanto più ampia possibile, di stili di vita ispirati ai valori della sobrietà e del consumo critico, della reciprocità, della solidarietà, della cooperazione tra persone e popoli. La conferenza regionale era dedicata ai produttori di caffè: quelli della cooperativa Nueva Esperanza del Bosque (Guatemala) si sono collegati, via Skype, con i partecipanti presenti ad Ancona. “Esiste un modello di economia che è quello sociale di mercato capace di coniugare etica ed economia, un modello alternativo di commercio basato su relazioni paritarie tra Nord e Sud del mondo, nel rispetto e nella promozione dei diritti fondamentali – ha detto Bora – Il commercio equo e solidale aveva, e ha tuttora, due necessità: essere sostenuto nei suoi processi di sviluppo ed essere accettato da una platea più ampia di fruitori, per farlo uscire da una attività, seppur meritevole, ma ancora troppo minoritaria”. In Italia, secondo i dati di Agices, ci sono oltre 90 organizzazioni (tra associazioni e cooperative) che associano migliaia di persone, danno lavoro a oltre mille occupati a tempo pieno e fatturano, complessivamente, oltre 70 milioni di euro. A livello internazionale il commercio equo e solidale fattura, invece, secondo le stime di Fair Trade, oltre  4 miliardi di euro. “Fino a pochi anni fa neanche i più ottimisti potevano prevedere la crescita del commercio equo e solidale, che è ormai entrato nel costume della vita economica di tutti i giorni di molte persone – ha commentato l’assessora – Il commercio equo e solidale, dunque, è un fenomeno in crescita anche nelle Marche, ma ancora molta strada deve fare per rappresentare un’alternativa praticabile a un numero consistente di produttori del Sud del Mondo e dei consumatori del Nord”. “Siamo esponenti di un settore vivo dal punto di vista commerciale, che delle idealità – ha affermato Massimo Mogiatti presidente della cooperativa Shadhilly di Fano, in rappresentanza di tutto l’associazionismo regionale – Parliamo di una realtà che, piano piano, sta uscendo dal proprio guscio rappresentato dalle botteghe, per andare verso forme di commercio più strutturate. È la dimostrazione che l’equo e solidale è un’attività legata alla qualità delle produzioni, ma è soprattutto una sensibilità etica e morale che sta montando”. Anticipando il collegamento con i produttori di caffè del Guatemala, Mogiatti ha ricordato che i rapporti con  la cooperativa Nueva Esperanza del Bosque hanno avuto inizio nel 2002, quando il prezzo del caffè non remunerava neanche  il lavoro svolto. La comunità viveva una fase di abbandono, senza futuro. A distanza di quindi anni, è cresciuta la volontà della gente a rimanere sul posto, a costruire il proprio futuro nella loro terra, con scuole e servizi, anche sanitari, adeguati. Oggi la cooperativa si compone di 45 soci e occupa, nella produzione e nel commercio del caffè circa 250 persone, un quarto della popolazione residente. “In Europa assistiamo a ondate migratorie che potremmo gestire meglio se alle persone fosse garantito di vivere dignitosamente nelle loro realtà, riconoscendo la dignità del loro lavoro e un reddito onesto per quanto viene realizzato”, ha concluso Mogiatti.

dalla Regione Marche

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