La parete nascosta
di FDA
C’è in casa mia una stanzetta, chiamiamola così. Ha pianta trapezoidale. Lunga più di cinque metri ma larga solo centoventi centimetri, che vanno restringendosi fino a centodieci . Alta appena due metri e quindici.
La porta è posta quasi all’estremità di uno dei lati lunghi, la finestra occupa totalmente uno dei corti, quello opposto alla porta : se apro di notte la finestra, vedo la sommità del frontale della Chiesa della Marineria fascinosamente illuminata; se l’apro di giorno, capisco di vederne solo la sommità perché sotto è il tetto del Teatro Concordiale che limita ma, importante, oltre la chiesa ecco la linea del mare.
L’altro lato corto della stanzetta, costretto in parte dall’apertura della porta, ospita un piccolo scrittoio antico sovrastato da tre ripiani della stessa misura della parete, due con libri e il terzo, il più alto, con fotografie nelle cornici migliori che ho. Se sono seduto allo scrittoio, per guardare le foto incorniciate devo alzare la testa e sollevare le sopracciglia. Lì c’è mia madre, a mezzo busto, che sorride e la cornice è bianca di legno laccato lucido. Mio padre, solo il volto con quegli occhiali scuri, che ancora mi da sicurezze, in una piccola cornice d’argento sbalzato. I genitori di mia moglie, in due grandi cornici d’argento lavorato. E spazio sufficiente anche per altre foto in cornice perché ci sono più attori non secondari nella rappresentazione teatrale di ognuno, tutti fotograficamente presenti nella mia …
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La stanzetta è un posto dove faccio finta. Di continuare a lavorare come prima, di approfondirmi nelle letture come prima, di preparare le lezioni come prima, di divertirmi a scribacchiare come prima…. Ma forse è meglio ammettere subito che , più passa il tempo, più mi è difficile riscontrare come l’adesso sia tale al trascorso: che, oibò, si sta modificando in contrazione, in una inesorabile deminutio che mi illudo di ritardare e non ritardo, di contenere e non contengo, di ignorare ma è impossibile. Così trovo che l’aggrapparmi alle cose del passato (e sempre più puntualmente succede) ritardi questa sostanziale decadenza del presente , fors’ancora più temuta che reale o già tanto più reale quanto più temuta.
Con sempre maggior frequenza , velocemente, entro nella stanzetta. Dove la parete lunga a fronte la porta è coperta quasi totalmente dai quattro metri di una libreria pavimento-soffitto stracarica di tutto ciò che di amministrativo mi ha colpito negli ultimi cinquantacinque anni e di quanto mi ha consegnato mia madre per i precedenti quindici. Ci sono anche un sacco di cose, di carte, di documentazioni che non devo scordarmi di distribuire ai miei due figli e tre nipoti quando avessi il sentore che mi stia prendendo il sonno ma comunque , se il sonno dovesse prendermi all’improvviso, ciò che devo distribuire è già piazzato in bellissime scatole di cartone spesso, colorate lucide di bianco e nero e arancione: sulle scatole ho posto etichette plasticate tanto da farle divenire ‘nominative’. Beh, in vista, in uno dei ripiani della libreria, ho messo anche una grande busta rossa con sopra scritto VOLONTA’ DI FRANCO FRANCUCCIOVOSTRO : non ne parlerò in questo scritto ma contiene disposizioni razionali ; per esempio, il pince-nez d’oro massiccio, bellissimo, del mio bisnonno paterno vorrei mi fosse lasciato addosso, magari proprio sul naso per meglio vedere se avevo o no ragione di cosa ci sia di là, nel dormitorio.
Da quando ho sistemato definitivamente queste tre pareti della stanzetta (due pareti, la terza è occupata dalla finestra) e, come si dice, ‘ora per allora’ tutto sembra a posto, mi sono dedicato alla quarta, quella nascosta. E’ il lato lungo della stanza dove si apre la porta; per vedere la parete bisogna entrare , fare almeno uno dei due passi possibili e quindi girarsi per guardare gli stessi quattro metri del muro a fronte la libreria. Ma il muro non si vede più perché è completamente coperto da una quarantina di cornici di tutti i tipi e dimensione e, incorniciate, ci sono le cose che mi prolungheranno la vita mobile prima di entrare in quella fotografica.
Queste cose sono documenti ufficiali, carte che cantano! E, cantando, raccontano storie che mi riguardano : la voce spesso è forte, decisa ma può arrivare anche ad essere flebile o incerta ma in ogni caso determina in me due effetti estremamente positivi. Il primo è che mentre ascolto si ferma il tempo che passava e l’invecchiamento entra in pausa. Il secondo, che mi monta dentro una commozione di intensità inusuale e tanto pregnante da farmi lacrimare gli occhi: lascio che accada, tanto la porta della stanzetta è chiusa e tutti sanno che, là, posso entrare solo io. Mi limito solo a qualche esempio di quello che canta dalle cornici, così da chiudere il discorso anche sulla parete nascosta.
Quadro medio , cornice triste: “Croce Rossa Italiana, prot. N. A.625663 VI/II del 2.12.1944. Alla Sig.ra Maria Crisafulli, Messina V.le S. Martino, is. 48. Ci è stato certificato che il Capitano Francucciovostro Ferdinando nato a Cordenons-Udine il 10.4.03 è prigioniero di guerra a MONTICELLO – ARKANSAS – U.S.A., catturato l’11.5.43” (! Il mio futuro padre. A diciotto mesi dalla cattura, viene avvertita la mia futura madre).
Quadretto, cornice lignea dorata e antichizzata: “ La Dott. Maria Crisafulli* e il Cap.no Ferdinando Francucciovostro, partecipano il loro matrimonio. Messina, 15 dicembre 1945…”. (! Mamma e Papà).
Quadro medio , cornice rossa: “INA-Istituto Nazionale Assicurazioni, Diploma di Merito rilasciato all’alunno Francucciovostro Franco dell’Ist. S, Gioacchino Classe III el.. A riconoscimento del lodevole svolgimento del Tema sul risparmio assicurativo, Anno scolastico 1954-55. Agenzia Centrale I.N.A. Venezia”. (Sono io).
Quadrettino, cornice lignea moderna : “Mariapaola e Franco Francucciovostro annunciano con gioia la nascita del loro primogenito Lucio. Santomartire del Tronto, 9 Dicembre 1971, Belluno via Maraga…”. (! Mio figlio).
Quadro grande, cornice lignea importante: “ Repubblica Italiana, in nome della Legge, il Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma conferisce alla Signora Michela Francucciovostro il Diploma Accademico di Pittura, Roma 30 luglio 2001” (110/110 e lode e, appunto, bacio accademico pubblico). (! Mia figlia).
Quadretto standard, cornice verde acqua: “ 14 ottobre 2007, PD-Partito Democratico, Mariapaola Francucciovostro fondatore, Walter Veltroni” ( ! Mia moglie).
Quadro piccolo, cornice di plastica impreziosita: “Diplome de Super Grands-Parents, Dècerrnè a Nonno e Nonna ; Papie e Mamie d’Amour, Bruxelles 25/12/2006 , Mattia e Shana” (! I miei nipoti belgi).
Quadro A4, cornicetta dorata: è un mio ritratto, colorato, bellissimo “Nonno ti voglio bene” (! Simonetta, la mia splendida nipotina italiana).
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E chi vuol morire, in culo a essi! (Da pronunciare in dialetto santomartirese, per cortesia).
Francucciovostro, Santomartire del Tronto, 28 ottobre 2016
*Dal greco “foglia d’oro”!
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