Mascalzonate bisettimanali

(01-15 ottobre 2016)

di FDA

Confronto fra Zagrebelsky e Scalfari su Democrazia e Oligarchia (30 settembre 2016)

 
E’ stato generato dal testa a testa televisivo fra Renzi e Zagrebelsky in cui quest’ultimo contestava al Presidente del Consiglio un comportamento tendenzialmente oligarchico e, nella tendenziosità, la presenza del seme dell’ autoritarismo antidemocratico. E’ stato alimentato, su ‘la Repubblica’ del 2 ottobre, da Eugenio Scalfari che ha riproposto l’argomento correlandolo a precisi esempi sull’agire politico in ogni tempo a dimostrazione di come l’Oligarchia (intesa quale “classe dirigente”) e la Democrazia si sovrappongano. Scalfari approfondisce la tematica fin dall’antichità tenendo a dimostrare come l’Oligarchia corrisponda alla sola forma possibile di Democrazia a prescindere dalla Democrazia–diretta che si basa solo sui Referendum, come avrebbe voluto Marco Pannella a suo tempo e oggi vorrebbe Giuseppe Pietro Grillo (detto Beppe).
Attenzione, dice Scalfari, Platone stesso perorava che ai vertici della politica fossero i Filosofi che, addirittura enucleati dai cittadini, discutessero fra loro e trovassero il miglior equilibrio per la comunità repubblicana; ma è Pericle, sì oligarca però circondato da una miriade di consiglieri, che concretizza il periodo aureo democratico ateniese sgretolato poi dalle guerre del Peloponneso e contro quella Sparta dove – al di là del canonico dire storico – regnava non l’Oligarchia ma una Dittatura militare.
Ancora, continua Scalfari, nelle Repubbliche Marinare la classe dirigente oligarchico-democratica era perfettamente identificabile negli Armatori grandi e piccoli, nel ceto dei Commercianti (e, mi permetterei di aggiungere, degli Artigiani con le loro ‘scuole’, specie a Venezia) e nei Giudici. Per non parlare del periodo dei Comuni : scacciati i nobili, il governare era prerogativa delle Arti maggiori e minori.
Per ultimo, Scalfari propone l’esempio del muoversi degli stessi grandi partiti DC e PCI nel contenitore democratico. La DC (che nulla aveva di cattolico: un centro-destra con sguardi a sinistra, come affermava De Gasperi) era guidata da un’oligarchia di dirigenti (da Fanfani a La Pira, da Dossetti a Segni, da Colombo a Moro a Andreotti a Scelba, Forlani, De Mita…) che catturava il voto trasversale sia del ceto medio che dei contadini che andavano a messa la domenica. Il PCI, pariteticamente, mostrava in Amendola, Ingrao Pajetta, Scoccimarro, Reichlin, Napolitano,Tortorella, Jotti, Natta, Berlinguer la propria classe dirigente verticistica che, rifacendosi a Gramsci, convogliava i voti dei braccianti e interagiva coi Sindacati ma supportava innanzitutto l’oligarca primo, Togliatti.
Ecco, Scalfari così supporta la propria affermazione sulla coincidenza fra Democrazia e Oligarchia e rigetta la visione negativa di Zagrebelsky di un Renzi già oligarchico : per Scalfari, Renzi appare ancora bloccato nel ristretto cerchio di amici fidati quando sarebbe altamente auspicabile divenisse un vero oligarca al più presto riunendo accanto a sé una variegata classe dirigente con cui discutere e da cui essere anche contrastato nella ricerca dell’ equilibrio decisionale.
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Zagrebelsky ha ritenuto di controbattere Scalfari ribadendo le proprie posizioni. E il Giornalista di replicare conclusivamente quanto possano coincidere, nei rispettivi punti di vista, le definizioni canoniche di Democrazia e Oligarchia ma quanto, nella sostanza, non. Certo, dice Scalfari a Zagrebelsky, che Oligarchia significhi governo di pochi lo diciamo tutti e due ma che propugni un governo di ricchi e che questi siano proprio quelli che antepongono i propri interessi a danno di tutti lo dici solo tu. L’Oligarchia del PCI e del PSI abitava in case poverissime (Longo, Pajetta, Nenni, Pertini) e abbinava correttamente il bene comune a una visione sì ideologica ma soprattutto politica.
In sostanza, afferma Scalfari – proponendo un’ulteriore serie di esemplificazioni che diversificano chiaramente l’Oligarchia dalla Tirannide – è errato abbinare l’Oligarchia al governo di “pochi-ricchi-potenti” orientati al proprio interesse (l’Oligarchia coinciderebbe col malaffare) ma è corretto abbinarla con quello di “pochi-migliori” orientati al sociale: unica forma di vera Democrazia conosciuta.
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Il pensiero di Eugenio Scalfari ha scatenato sul tema molti fra giornalisti, studiosi, opinionisti: a mio avviso, un incrociarsi di approfondimenti estremamente illuminanti. Ecco due esempi fra loro molto, molto diversi .
-Nadia Urbinati, il 4 ottobre, sullo stesso ‘la Repubblica’ dove dibattono Scalfari e Zagrebelsky, evidenzia dei distinguo sul dire di Scalfari che, pur riproponendo idee di Robert Michels, potrebbe non essere d’utilità per capire e gestire il contenitore del governo democratico rappresentativo in cui viviamo. Sostenuto dai pensieri di grandi studiosi ( da Montesquieu a Condorcet a John Stuart Mill ), due decenni fa B. Manin ha definito tale contenitore come “ forma di governo misto” che tiene assieme, appunto, le forme pure oligarchica e democratica ma con un collante ben preciso : il consenso elettorale libero e ciclico scaturente dal pluralismo di libere opinioni “comunicate, associate, discusse, cambiate”. Risulta basilare, dunque, tenere insieme la possibile contrapposizione fra ‘chi compete per governare’ con ‘l’eguaglianza democratica’ : primariamente, scongiurando la solidificazione del potere dei competitori-selezionati e la formazione di una classe puramente oligarchica e, a seguire, subordinando gli eletti alle opinioni degli elettori. Insomma, è il cittadino-votante il motore della Democrazia-Oligarchia e la temporalità limitata del mandato governativo il deterrente alla deriva assolutistica di possibile concentrazione del potere.
A mio avviso, questa giornalista elabora un’ottima analisi con la sua forte erudizione sociologica.
– Marco Travaglio evidenzia il proprio parere sull’argomento con un articolo di spalla ne “il Fatto Quotidiano” del 3 ottobre , nella rubrica ‘Ma mi faccia il piacere’, da cui traspare tutta la sua sarcastica comicità. Eccolo, il parere:
Quindi: 1) aboliamo le elezioni; 2) cambiamo testata da ‘La Repubblica’ a ‘l’Oligarchia’”.
Tralascio ogni commento personale sullo scritto del giornalista prendendo atto di come il suo cognome appaia in perfetta attinenza con lo spessore dell’analisi.

SI – NO, Renzi in –Renzi out

Fantastica vignetta di Altan sull’Espresso del 9 ottobre che mi piace pensare rivolta al prossimo Referendum. Disegnato in primo piano a mezzo busto, gomiti appoggiati su tavolo, un borghese medio vestito senza eleganza con giacca e cravatta alza il braccio sinistro: la mano mostra quattro dita strette a pugno da cui fuoriesce, ritto, il medio. Il borghese – grasso, volto flaccido, sguardo bolso rivolto al lettore – afferma:
“Un giorno la storia ci giudicherà… e non gliene fotterà niente a nessuno”.
Grandioso! Sia il disegno che il pensiero profondo!

Nobel per la Letteratura a Dylan

C’è perplessità. Letteratura e Musica sono , fra le cinque maggiori, Arti distinte… Un Nobel a Dylan in Musica e Letteratura…Pare troppo? Beh, insomma…
Pensavo quale potesse essere un giusto riconoscimento per quel fantastico compositore-poeta italiano, il Paolo.
Paolo Conte, intendo.

Post scriptum

Quant’è bella La Perla dell’Adriatico. Ah, che qualità di vita a Santomartire del Tronto !
Mi è sempre piaciuta La Perla, fin dalla prima volta che mi ci sono affacciato nel 1968…
L’altra sera, ho portato a cena degli ospiti là, nel ‘Vecchio Incasato’. Amici venuti da fuori. Che sono rimasti sbalorditi, schiaffeggiati dalla bellezza e dal fascino del luogo. Hanno detto, merita un ritorno e un più lungo soggiorno.
Hanno detto bene.
Un plauso all’Amministrazione Comunale Perlacea che, mi consta, persegue la valorizzazione del sito dal 1995.
Adesso è unico. Genera entusiasmi.

Mi è sempre piaciuta Santomartire del Tronto, mi ci sono pure sposato nel 1971…
Da una decina d’anni ho preso casa nel Paese Alto, una vecchia costruzione cielo-terra della seconda metà dell’Ottocento. E mi godo, di giorno e di sera, il Torrione, il Vescovado, il Duomo, la Piazza. E mi godo (non scherzo!) i rintocchi dell’orologio ogni quarto d’ora.
L’Amministrazione Comunale Santomartirese ha ristrutturato molto bene i luoghi e vedo fervere altri lavori di miglioria. Complimenti.

Francucciovostro, Santomartire del Tronto 17 ottobre 2016
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