Presentazione del Rapporto sull’Imprenditorialità nelle Marche 2016

 
E’ stato presentato il Rapporto sull’imprenditorialità nelle Marche 2016  frutto della collaborazione fra la Fondazione Aristide Merloni e il Centro per l’Innovazione e l’imprenditorialità dell’Università Politecnica delle Marche. La collaborazione è finalizzata all’analisi del fenomeno dell’imprenditorialità nella regione Marche, in particolare la formazione di nuove imprese. Specifica attenzione è dedicata alle start-up che si attivano nei settori a più alto contenuto di conoscenza.
Ancona, 2016-10-06 – E’ stato presentato il Rapporto sull’imprenditorialità nelle Marche 2016  frutto della collaborazione fra la Fondazione Aristide Merloni e il Centro per l’Innovazione e l’imprenditorialità dell’Università Politecnica delle Marche. La collaborazione è finalizzata all’analisi del fenomeno dell’imprenditorialità nella regione Marche, in particolare la formazione di nuove imprese. Specifica attenzione è dedicata alle start-up che si attivano nei settori a più alto contenuto di conoscenza.
Sintesi
L’Italia è un paese a bassa vivacità imprenditoriale. La contrazione nel numero delle nuove imprese ha interessato anche le Marche che, ciò ciononostante, mantengono un tasso di vivacità imprenditoriale  superiore alla media nazionale. La differenza positiva con la media nazionale è accentuata nel caso delle nuove imprese nel settore manifatturiero e nei settori a più alto contenuto di conoscenza (high-tech).
La maggiore vivacità regionale nell’attivazione di imprese a più alto contenuto di conoscenza è testimoniata anche dai dati sulle start-up innovative (come definite ai sensi dei provvedimenti legislativi 221/2012 e 33/2015). Le Marche sono fra le regioni con i più alti tassi di attivazione di start-up innovative (in proporzione alla popolazione). Inoltre, rispetto alla media italiana la regione ha una maggiore quota di start-up manifatturiere, il cui avvio richiede, in generale, competenze superiori rispetto alle start-up nei servizi. La vivacità nell’attivazione di nuove imprese nei settori a maggior contenuto di conoscenza è il risultato di diversi fattori: la presenza di una diffusa e diversificata base manifatturiera; la presenza di atenei attivi nella ricerca applicata e nelle azioni di trasferimento tecnologico; le numerose iniziative di stimolo all’imprenditorialità giovanile messe in atto da soggetti pubblici e privati negli ultimi anni. La vivacità imprenditoriale nel manifatturiero e nelle start-up innovative è importante poiché l’evidenza empirica dimostra che è la qualità delle nuove iniziative piuttosto che la quantità a determinare la relazione positiva fra imprenditorialità e sviluppo (in termini di occupazione e reddito).
Negli ultimi anni vi è stato un notevole incremento delle iniziative pubbliche e private, nazionali e locali, volte a stimolare l’attivazione di nuove imprese e a creare un ambiente favorevole al loro sviluppo. Le iniziative si sono concentrate soprattutto nell’anello centrale della filiera, quello cioè volto a promuovere lo start-up, mentre rimangono da potenziare quelli a monte (formazione all’imprenditorialità) e a valle (servizi e finanza per lo sviluppo). Il Rapporto di quest’anno concentra l’attenzione sul tema della formazione all’imprenditorialità, intesa in senso ampio e non solo come preparazione allo start-up d’impresa. Sono discussi gli elementi che dovrebbero caratterizzare la formazione all’imprenditorialità e sono presentate alcune iniziative avviate di recente in ambito regionale.

I DATI (SINTESI)
La dinamica imprenditoriale in Italia e nelle Marche
Le Marche sono fra le regioni italiane a più alta vivacità imprenditoriale. Tuttavia negli ultimi anni il differenziale positivo con la media nazionale è andato attenuandosi. A livello nazionale si è osservata una sostanziale costanza nel numero di nuove imprese rispetto alla popolazione; nelle Marche è proseguita la riduzione già osservata nel 2014.
La gran parte delle nuove imprese si attiva nel commercio al dettaglio e nei servizi alla persona. Sono esaminati due aggregati di particolare interesse per la nostra analisi: il manifatturiero e i settori high-tech.
Rimane significativa la considerazione dei divari fra le aree. In particolare nel manifatturiero il tasso delle Marche è quasi doppio della media italiana. Negli altri casi la differenza positiva è meno accentuata.
Nuove iscrizioni al registro delle imprese in Italia e nelle Marche.
2014 Marche 1,055% Italia 0,986% diff. % Marche/Italia 7,0
2015 Marche 1,026% Italia 0,992% diff. % Marche/Italia 3,4
Iscrizioni di nuove imprese nel manifatturiero
2014 Marche 0,085% Italia 0,045% diff. % Marche/Italia 87,9
2015 Marche 0,090% Italia 0,047% diff. % Marche/Italia 93,9
Iscrizioni di nuove imprese nei settori high-tech
2014 Marche 0,118% Italia 0,103% diff. % Marche/Italia 15,0%
2015 Marche 0,112% Italia 0,104% diff. % Marche/Italia 7,6
Ulteriori informazioni sulla natalità d’impresa nella regione sono stati ottenuti esaminando i dati individuali relativi alle nuove iscrizioni al registro delle imprese. L’articolazione settoriale delle nuove iscrizioni conferma il quadro precedentemente commentato. A fronte di una generale riduzione nel numero di nuove imprese fa eccezione l’industria manifatturiera che registra un incremento di iscrizioni del 7,6% fra il 2014 e il 2015. Gli unici altri comparti di rilievo che mostrano un segno positivo sono quelli dei servizi alla persona (noleggio, agenzie di viaggio, altri servizi).
Si riducono le nuove iscrizioni nei comparti dei servizi a maggiore valore aggiunto come le attività professionali, scientifiche e tecniche e i servizi di informazione e comunicazione
Le start-up innovative nelle Marche
La maggiore vivacità delle Marche nell’avvio di nuove imprese nei settori a più alto contenuto di conoscenza è confermata dai dati riferiti alle start-up innovative, definite dal DL ottobre 2012 n. 179, e quello degli spin-off universitari.
A metà settembre 2016 risultavano iscritte come start-up innovative nelle Marche 295 imprese, pari al 5% del totale nazionale (erano il 4,8% nel 2015). Si tratta di una percentuale superiore al peso della regione sul totale nazionale e che segnala una maggiore vivacità della regione nell’avvio di questa tipologia d’impresa. Tale maggiore vivacità è confermata se consideriamo il tasso di avvio di imprese innovative in relazione alla popolazione; tale tasso è superiore alla media nazionale per tutte le province marchigiane. Esso assume valori elevati in particolare nelle province di Ancona e Macerata. La maggiore vivacità di alcune province marchigiane si conferma anche quando si prende in considerazione le nuove iscrizioni relative solo al 2015.
Trattandosi di società molto giovani (l’80% non ha superato i due anni di attività) la grande maggioranza ha un volume di ricavi molto contenuti. Delle società per le quali è disponibile il valore della produzione (circa il 50% del totale) i due terzi si collocano nella classe da 0 a 100.000 euro e solo il 2,4% delle società (56) supera il milione di Euro di ricavi.
Com’era da attendersi, il valore dei ricavi delle start-up innovative mostra una relazione positiva con l’età. La percentuale di imprese che superano 1 milione di euro di ricavi cresce dallo 0,6% di quelle con 1 anno di età al 7,6% di quello con 5 anni di attività.
La formazione imprenditoriale e l’esperienza dei Contamination Lab
Prescindendo dalle questioni regolamentari, uno dei problemi che caratterizza la formazione imprenditoriale nelle università italiane è l’eccessiva finalizzazione di questa iniziative verso l’avvio di nuove imprese. Nel 2003 c’era un solo centro universitario per l’imprenditorialità in Bocconi, mentre ad oggi sono presenti anche Bologna, Bergamo, Università Cattolica del Sacro Cuore e Università Politecnica delle Marche.  All’interno del decreto Crescita 2.0, Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Istruzione, dell’Universita? e della Ricerca hanno elaborato una policy finalizzata a esporre gli studenti universitari a un ambiente stimolante per lo sviluppo di progetti di innovazione a vocazione imprenditoriale attraverso la creazione, nelle universita? italiane, di Contamination Lab: spazi fisici di “contaminazione”, atti alla fertilizzazione orizzontale di competenze tra studenti di discipline diverse in cui si promuovono la cultura dell’imprenditorialità. Nella regione Marche, il primo Contamination Lab nasce nel 2014 su iniziativa dell’Università Politecnica delle Marche.
PREMIAZIONE PROGETTI Contamination Lab 2015/2016
Al termine della presentazione del Rapporto sull’imprenditorialità nelle Marche 2016 c’è stata la Premiazione dei progetti del Contamination Lab 2° Edizione. Sono 9 i progetti che hanno presentato la loro idea.
Due i premi assegnati: il premio “Miglior Business Idea” è stato assegnato a Minutmeal (piattaforma nella quale i ristoratori potranno inserire pohe ore prima del servizio, un’offerta a tempo, scontata e valida solo per quel pasto specifico). Il premio è stato offerto da ISTAO che permetterà a un componente del team di accedere al MASTER IN STRATEGIA E MANAGEMENT D’IMPRESA presso l’Istituto Adriano Olivetti.
Il premio “Miglior pitch” è stato assegnato a E+Salus (una moleskine del medico, che permette con un colpo d’occhio di focalizzare i punti salienti della storia clinica del paziente). Il premio è stato offerto da Univpm in collaborazione con l’Associazione Pepe Lab che permetterà ai componenti del team di partecipare all’evento  LSPFest dedicata a LEGO® SERIOUS PLAY® a Milano http://www.lspfest.com/
Per entrambi i team premiati un’occasione speciale è stata offerta da UniCredit S.p.a.: avranno la possibilità di partecipare alla sessione di mentoring con il team di UniCredit Start Lab
Presentazione del Rapporto sull’Imprenditorialità nelle Marche 2016
Presentazione del Rapporto sull’Imprenditorialità nelle Marche 2016
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