dalla Regione Marche

2016-11-23
Cesare Spuri direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione post sisma 2016
 
La Giunta regionale ha conferito l’incarico di direzione dell’Ufficio speciale per la ricostruzione post sisma 2016 a Cesare Spuri. Il dirigente, che manterrà ad interim l’incarico della Posizione di funzione Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile, si occuperà di tutti gli adempimenti relativi alla ricostruzione: pianificazione urbanistica connessa alla ricostruzione; istruttoria sulla compatibilità urbanistica degli interventi richiesti a norma della legislazione vigente per il rilascio dei titoli abilitativi e dell’autorizzazione paesaggistica; istruttoria e proposta di erogazione del contributo e tutti gli altri adempimenti relativi alla ricostruzione privata; attuazione degli interventi di ripristino o ricostruzione di opere pubbliche e beni culturali, realizzazione delle soluzioni temporanee per consentire la rapida ripresa dei servizi a supporto della popolazione terremotata; attuazione di ogni altro intervento di competenza degli enti locali necessari ai fini della ricostruzione.
L’Ufficio speciale per la ricostruzione post sisma 2016 è previsto dall’articolo 3 del decreto legge 17 ottobre 2016 concernente ‘Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016’ e stabilisce che ogni Regione istituisca, unitamente ai Comuni interessati, un ufficio comune.
L’incarico per l’Ufficio speciale è stato attribuito a Cesare Spuri dopo specifico interpello rivolto ai dirigenti della Regione Marche e di altre pubbliche amministrazioni in possesso di comprovate esperienze curriculari di tipo tecnico specialistico consolidate anche da direzione di strutture che si sono occupate di attività in regime di ricostruzione post sisma.
Spuri ha maturato un’esperienza tecnica di spessore in materia di protezione civile. Nell’ambito della Regione ha ricoperto l’incarico di Commissario delegato per gli interventi di protezione civile dal 2 ottobre 1997 al 31 ottobre 1998. Fino al 2005 ha diretto l’unità operativa di Muccia (genio civile sisma Province di Macerata e Ascoli Piceno) e ad interim l’ufficio Difesa del suolo presso il servizio decentrato opere pubbliche e difesa del suolo di Ancona (genio civile Provincia di Ancona). Dal primo dicembre 2015 al 31 marzo 2016 ha ricoperto, in posizione di comando presso la Regione Marche, l’incarico della posizione di funzione Attività tecniche di Protezione civile.
 
 
SISMA: RILEVAZIONI AGGIORNATE
Si aggiorna ancora la lista dei danni provocati dal sisma. 122 i Comuni marchigiani coinvolti, ( 54 Mc; 26 Fm; 28 Ap; 14 An). 283 le zone rosse a rischio nuovi crolli: (151 Mc; 16 Fm; 108 Ap; 8 An). 63 sono i municipi inagibili (36 nella provincia di Macerata, 8 di Fermo, 17 di Ascoli Piceno e 2 di Ancona). Le attività produttive dichiarate inagibili sono a quota 1.000, di cui 917 nel maceratese, 37 nel fermano, 42 nell’ascolano e 4 nell’anconetano. Le stalle inagibili si attestano a 233, (116 nella provincia di Macerata, 20 in quella di Fermo, 38 nel Piceno e 59 nella provincia di Ancona. Le persone assistite sono ad oggi 25.423 in totale: di cui 5.818 in loco (palestre, capannoni, palazzetti); 11.444 in autonoma sistemazione e 8.161 in albergo.
 
Sisma, incontro in Regione con gli assessori alla Cultura dei comuni colpiti
Pieroni: “ Subito un gruppo di lavoro operativo con gli amministratori locali per costruire una progettualità condivisa.”
 
Fare una prima ricognizione dello stato dei beni culturali, ascoltare le esigenze e condividere azioni comuni in favore dei territori colpiti dal sisma, a 23 giorni dalle ultime intense scosse del 30 ottobre. Era questa la finalità dell’incontro, tenutosi questa mattina in Regione e promosso dall’assessore al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni con gli assessori alla Cultura e i sindaci dei comuni danneggiati. Alla riunione erano presenti oltre a numerosi  amministratori e rappresentanti di associazioni culturali e reti museali, anche il presidente dell’ANCI Marche , Maurizio Mangialardi. Preceduto da una presentazione del portale internet della Cultura in cui è operativo il sistema SIRPAC per la catalogazione del patrimonio culturale regionale- utilissimo strumento per censire anche i beni danneggiati attraverso schede accessibili dai Comuni per disporre di un quadro più attuale della situazione, l’assessore Pieroni ha sottolineato subito la necessità dell’incontro odierno per decidere insieme strategie di intervento.
“ Non nascondiamo la forte preoccupazione in una fase che per i beni culturali è ancora in piena emergenza – ha affermato l’assessore – e sappiamo tutti quanto aver investito in Cultura in particolare per i vostri territori significhi restituire economia, lavoro, turismo. Per questo vogliamo tenere alta l’attenzione e costruire un percorso condiviso, una progettualità concertata per ripartire verso una normalizzazione delle Marche, sapendo che questo enorme dramma ha avuto ripercussioni sull’intero sistema regionale, turistico- culturale, imprenditoriale. Da questa consapevolezza vogliamo ricalibrare i messaggi  di comunicazione per fondare le basi di una ricostruzione qualitativa, attraverso iniziative culturali di respiro nazionale e internazionale per valorizzare il patrimonio delle aree interne colpite e per patrimonio non intendo solo quello immenso culturale, ma l’insieme delle eccellenze che caratterizzano questa parte della regione . Intanto la proposta è quella di creare un gruppo di lavoro ristretto, operativo da subito, tra gli amministratori locali e la Regione Marche per decidere insieme le scelte, confrontarsi sui suggerimenti, condividere buone prassi e per interloquire con la Soprintendenza e il Mibact dove ci sia necessità di far presente le esigenze più pressanti. L’idea è anche quella di coinvolgere in questa progettualità condivisa la Conferenza Episcopale Marchigiana dal momento che gran parte del patrimonio architettonico e di opere mobili colpiti dal sisma è di proprietà ecclesiastica.”
Sono quindi intervenuti molti amministratori – Matelica, San Severino, Montemonaco, Caldarola,Fermo,Macerata , Castelraimondo, Ascoli Piceno, Urbisaglia-  e tutti hanno ringraziato la Regione per l’attenzione apprezzando la disponibilità e la volontà di ripartire insieme con un progetto di ricostruzione materiale e immateriale coordinato e comune.
E’ molto presente e sentito il grave problema dei contenitori di beni culturali, Musei, Pinacoteche, Palazzi e in qualche caso Teatri e Cinema inagibili in numerosi comuni e di conseguenza la collocazione delle opere ed eventuali spostamenti in altre sedi.  C’è un crinale emotivo molto forte tra gli amministratori che sta tra il separarsi da un’identità culturale ben radicata e la volontà di valorizzare e far fruire di quel patrimonio un maggior numero di persone, tra l’orgoglio dei tesori custoditi e l’esigenza di tutela, restauro  e conservazione dei beni in sedi diverse . Così come anche c’è preoccupazione per il lavoro che il sistema culturale assicura specialmente per i giovani e per l’indotto economico che ne ha già risentito. Anche se in molti hanno chiesto che si veicoli  il messaggio della gradualità dei danni in alcune località non devastate dal sisma.  Sono state usate parole chiave come “lavoro e empatia”  ( assessore Stefania Monteverde di Macerata):  lavoro per sottolineare la capacità dei marchigiani di rimboccarsi le maniche ma anche di opportunità di occupazione e valorizzazione delle competenze dei giovani, empatia per coinvolgere nello sforzo comune tutti i livelli istituzionali e la popolazione nel veicolare il messaggio che le Marche non sono interamente distrutte. “ Un bellissimo segnale per ripartire insieme – ha poi concluso l’assessore Monteverde – è questo incontro e soprattutto la volontà ferma della Regione di far svolgere proprio a Macerata la Giornata delle Marche il prossimo 10 dicembre.”

Peronospora del girasole, le Marche avvieranno un progetto per contrastare il patogeno che insidia la principale coltura da rinnovo.
Casini: “Saremo parte attiva nelle iniziative in atto a livello nazionale”
Un nemico micidiale che insidia il girasole, la principale coltura da rinnovo delle Marche. La Regione avvierà un progetto di studio e ricerca contro la “peronospora del girasole”: un fungo che, da dieci – quindici anni, sta devastando l’oleaginosa sul territorio nazionale, in ritardo rispetto ai danni causati, già molti anni prima, in Francia, Spagna ed Est Europa. Negli ultimi cinque anni ha raggiunto livelli di dannosità allarmanti, con un significativo incremento nelle Marche, dove la coltura viene maggiormente coltivata. Nel 2015 più di 42 mila ettari erano investiti a girasole, pari al 37% della superficie italiana. Insieme a Toscana e Umbria, le Marche producono oltre il 75% del totale nazionale. Le varietà utilizzate sono soprattutto quelle alto oleiche, che garantiscono la produzione di un olio salutare, a basso tenore di grassi monoinsaturi, molto ricercato dalle industrie della trasformazione. “Le Marche vogliono svolgere un ruolo attivo nella lotta a questo patogeno, che viene ormai combattuta a livello nazionale e internazionale – afferma l’assessore all’Agricoltura, Anna Casini – Non è tanto un fatto di prestigio, quanto una necessità per il nostro settore primario. Il fungo causa forti diminuzioni delle produzione, senza che siano state individuate adeguate forme di lotta o di contrasto. Nelle Marche, in particolare, il girasole costituisce la principale coltura da rinnovo, in avvicendamento con i cereali, dopo la scomparsa, nelle nostre campagne, della barbabietola da zucchero. Rappresenta il rinnovo tipico (cioè la coltura intermedia tra due principali, lasciando un terreno ottimamente strutturato) delle colline del Centro Italia: una ricchezza agronomica che l’Italia e le Marche, in primo luogo, non possono disperdere”. Il progetto dovrà prevedere lo studio e l’identificazione delle razze di peronospora presenti sul territorio marchigiano. Avrà una durata triennale e verrà aggiudicato con un bando pubblico. Beneficiari saranno Università, Enti e istituti di ricerca. Tutti i materiali utilizzati per lo studio dovranno essere esenti da Ogm. L’obiettivo è quello di “regionalizzare” la malattia, avviando l’adozione di buone pratiche per contenere il patogeno che ha sviluppato una resistenza ai principali prodotti antimicotici presenti sul mercato.
 
 
PEAR 2020 – LA GIUNTA HA APPROVATO LA PROPOSTA
Un Piano che punta sulla fonte solare, sulle pompe di calore, su biomasse e biometano come recupero e valorizzazione energetica di materia di scarto di processi produttivi, oltreché sull’efficientamento energetico spinto a 360° dei principali settori dell’economia marchigiana. E’ la proposta di Piano energetico ambientale regionale 2020, licenziata dalla Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore all’Ambiente ed Energia, Angelo Sciapichetti. La proposta è stata approvata dopo essere stata sottoposta a Valutazione ambientale strategica (Vas) e a consultazione pubblica a cui hanno partecipato 26 soggetti tra associazioni di categoria, sindacati, associazioni ambientali, comitati, ordini professionali, privati, singole imprese, istituzioni, tra cui il Ministero dell’Ambiente e la Regione Umbria e partiti politici. “Il perseguimento degli obiettivi di Piano necessita di una forte capacità di governance delle politiche di settore. A tal fine il Piano individua gli strumenti organizzativi e finanziari per rendere efficace la sua attuazione”, commenta Sciapichetti. Ora il documento passa all’Assemblea legislativa regionale per la sua definitiva adozione. La proposta di PEAR 2020 impegna la Regione Marche a portare la quota di energia rinnovabile sui consumi finali lordi al 25,8 per cento. Punta poi a ridurre i consumi finali lordi di energia, rispetto allo scenario attuale, del 20% entro il 2020. Infine punta a procedere nella riconversione del sistema economico energetico regionale dalle fonti fossili alle rinnovabili e all’efficienza energetica entro il 2030. “Un obiettivo – sottolinea Sciapichetti – leggermente più performante rispetto a quello ante VAS e più sostenibile dal punto di vista ambientale. Esso viene infatti raggiunto riducendo il contributo delle fonti che hanno maggiori impatti ambientali e paesaggistici e le cui ripercussioni sono più difficilmente controllabili, come le biomasse in ambito domestico ed eolico”. Nel dettaglio. Durante l’ter amministrativo inerente il Pear ci sono state 222 proposte e osservazioni, esaminate dall’Autorità competente in materia di Vas (P.F. Valutazioni e autorizzazioni ambientali) con la collaborazione dell’Autorità procedente (P.F Rete elettrica regionale, autorizzazioni energetiche gas ed idrocarburi). Le prescrizioni emerse sono state disposte con il supporto tecnico-scientifico dell’Università Politecnica delle Marche – Dipartimento di Ingegneria industriale e Scienze matematiche, integrando ove necessario, gli elaborati di Piano. L’approvazione definitiva del Pear da parte dell’Assemblea legislativa entro il 2016 renderà possibile l’utilizzo delle risorse comunitarie stanziate per il settore energia.
 
Contributi alle collezioni innovative Made in Italy
 

dalla Regione Marche
Manuela Bora

La Regione approva la graduatoria per  comparti “moda” – “mobile e arredamento”.
Pervenute 301 domande, ammesse 262, finanziate 129 con 12 milioni di euro.
Bora: “Grande richiesta dal territorio, sosteniamo il 50% degli investimenti in innovazione rispetto a una media del passato che si attestava attorno al 20%”
 
Ancona – Realizzare collezioni innovative per conquistare nuove quote di mercato nazionale e internazionale attraverso la progettualità dei comparti “moda” e “mobile e arredamento”. Era l’obiettivo di un bando emanato dalla Regione Marche, al quale hanno risposto, in maniera consistente, le piccole e medie imprese dei due settori, anche in forma associata. Sono pervenuti 301 progetti: 262 sono risultati ammissibili e 129 verranno finanziati con i 12 milioni di euro disponibili del Fesr Marche (Fondo europeo sviluppo regionale) 2014-2020, ripartirti al 50 per cento tra i due comparti.
“C’è stata una grande partecipazione, una grande richiesta di innovazione, da parte del sistema produttivo locale, che vuole ammodernare i prodotti per competere sui mercati – commenta l’assessora alle Attività Produttive, Manuela Bora – Le risorse disponibili non sono sufficienti a soddisfare tutte le richieste. Va tenuto conto, però, che abbiamo adottato una procedura di valutazione rigorosa, riuscendo comunque a finanziare la metà delle iniziative, a fronte di una media storica del 20 per cento dei precedenti bandi”. La graduatoria è stata approvata con decreto del dirigente Competitività 141/IRE del 18/11/2016. Le domande andavano presentate entro giugno 2016. Quelle pervenute e giudicate ammissibili sono state valutate, per alcuni criteri oggettivi, dalla struttura regionale e, per altri aspetti qualitativi (tecnico-scientifici), da esperti, i cui punteggi sono serviti a stilare l’ordine di ammissione al finanziamento previsto. Le agevolazioni vengono concesse per promuovere la competitività delle piccole e medie imprese attraverso l’innovazione. I contributi, in conto capitale, sono destinati alla realizzazione di nuove collezioni nei settori del made in Italy, introducendo innovazione nei prodotti, nei processi, nell’organizzazione e nei servizi. I nuovi prodotti devono migliorare quelli tradizionalmente realizzati dalle aziende in termini di qualità, efficacia e progettualità. Dei 262 progetti ammissibili, sui 301 proposti, 109 sono del settore “mobile e arredamento” e 153 della “moda”. La Regione ha stanziato un contributo di 12 milioni: i 6 al “mobile e arredamento” garantiranno finanziamenti a 109 progetti, i 6 alla “moda” ad altri 153. Alcune iniziative verranno realizzate da imprese in forma associata (riunite in 13 contratti di rete e raggruppamenti di imprese). “Questo è un altro obiettivo che stiamo perseguendo – conclude Bora – Vogliamo favorire la creazione di sinergie e di integrazione fra imprese attraverso la messa in rete di competenze e professionalità. Inoltre i finanziamenti concessi agevoleranno l’inserimento, nelle aziende beneficiarie, di giovani laureati e tecnici specializzati, nonché l’acquisizione di certificazioni ambientali, di processo ed etiche che contribuiranno a migliorare gli standard di qualità delle imprese e ad aumentarne la competitività”.

© 2016, Press Too srl . Riproduzione riservata