Gianni Marcantoni, “Orario di visita”, la nuova raccolta di poesie
Cupra Marittima – È uscita in questi giorni la nuova raccolta poetica dello scrittore Gianni Marcantoni di Cupra Marittima, dal titolo “Orario di visita“, Schena editore, pp 188, prefazione Mihaela Talabà, acquistabile sia nelle varie librerie on-line, che da tutte le librerie, giungendo così alla sua quinta pubblicazione a seguito della silloge dello scorso anno “Poesie di un giorno nullo” (Vertigo) che lo ha portato alla notorietà, e con la quale ha ottenuto degli importanti premi e riconoscimenti, come al Premio Internazione “Corona” (CS), e poi “Santa Maria in Castello-Vecchiano” (PI), “Gaetano Cingari” (CZ), “Sellion” (CZ), “Giovanni Pascoli – l’Ora di Barga”(LU), “Lenadro Polverini” (RM).
Anche in questo caso colpisce l’immagine di copertina, nella quale viene raffigurata una passerella in legno sullo specchio d’acqua di un lago, davanti ad un suggestivo scenario di alberi autunnali. Questo ultimo libro rappresenta un lavoro durato diversi mesi, in cui l’autore ci riferisce di essersi spinto ben oltre i suoi precedenti componimenti, sia per stile, struttura e complessità dei testi medesimi. Troviamo difatti dei versi molto più estesi, con immagini altamente evocative, paesaggi inesplorati, visioni che ci portano a vivere stati emozionali sempre molto forti e profondi. Allo scrittore piace stupire e raggiungere, attraverso la sua personale poetica, l’aspetto più complesso e viscerale dell’animo umano, aprire, fin quasi a scandagliare chirurgicamente, la parte più nascosta di ognuno. Ma ci si sente accolti, come ad entrare in immediata confidenza e sintonia con lui, nella sua singolare visione della vita, del mondo, delle relazioni umane, dell’ignoto, come pure delle comuni difficoltà di vivere, nonché dell’amore. Sempre più impegnato ed attento in una raffinata stesura dei nuovi versi, in un linguaggio fluido e mai scontato, l’autore di “Orario di visita” si distingue ancora, con sempre maggiore evidenza, dalla comune panoramica della poesia italiana.
Così questa volta Gianni Marcantoni ci conduce all’interno di un nuovo percorso composto da centodiciotto poesie, dove le emozioni e le parole creano versi di grande empatia, che aprono le porte ad un mondo inedito tutto da conoscere, con grande emozione ed interesse per il lettore, che ne rimarrà sicuramente catturato, ed affascinato.
Gianni Marcantoni
Gianni Marcantoni, è passato poco più di un anno dal suo ultimo libro, come è nato “Orario di visita”?
Avrei voluto aspettare più tempo prima di tornare con una nuova pubblicazione, e immaginavo di scrivere anche un libro più piccolo, ma in pratica non sono cose che si riescono facilmente a stabilire prima. Diciamo che è un momento creativo molto favorevole, al quale è stato necessario dare il giusto spazio, per cui mi sono lasciato trasportare da una forte e potente ispirazione, senza opporre in me nessuna resistenza, che mi ha spinto nuovamente a scrivere altri versi, in un insieme di centodiciotto poesie. È stata come la piena di un fiume che mi ha raggiunto. Sono stati mesi molto intensi nei quali mi sono dovuto dividere anche tra tutti gli altri vari impegni che stanno crescendo. Non è stato quindi molto semplice, ma il richiamo alla scrittura è sempre dominante, e alla fine l’ha sempre piacevolmente vinta lei!
Ci sono dei cambiamenti rispetto al libro precedente?
Direi di si, credo di essermi spinto oltre, rispetto al mio precedente lavoro. Qui ho scritto ancora di più, parecchi testi sono più lunghi e fluidi, con una struttura ancora più complessa ed estesa. I miei versi sono sempre liberi, e mi piace che il lettore si trovi davanti a qualcosa di inaspettato, ben distante dalla comune poesia che spesso ci troviamo a leggere. Mi piace creare una scrittura dinamica ma anche onesta, non calcolata, aperta ad immagini sempre più inedite, e con ciò stimolare la fantasia del lettore, metterlo di fronte a nuove possibilità, dimensioni ed emozioni, che lo possano condurre un po’ fuori dall’ordinario. Abbiamo necessità di ossigenazione, di trovare degli spazi dove stare in tranquillità con noi stessi, al di là di ogni condizionamento sociale e relazionale. E una certa poesia penso abbia anche questo potere, mentre la si legge.
Come nasce quindi il suo nuovo libro?
Avevo in realtà già parecchi testi scritti, ma io generalmente scrivo in ogni tempo, la scrittura fa parte come dicevo della mia vita, quindi non ho delle metodiche ben precise. Ci sono dei momenti che scrivo molto, ed altri in cui la scrittura subisce dei forti rallentamenti, ma comunque non conosco mai pause molto lunghe. Quindi ho ripreso questi nuovi testi che avevo, altri ne ho scritti nel frattempo, e li ho rivisitati, corretti, alcuni necessitavano di essere ancora terminati. Mentre poi ho anche ripreso alcune poesie che erano rimaste in un cassetto, come si suol dire, e che entravano prefettamente nel contesto di questo nuovo libro. Questa raccolta si chiude in ultimo con una poesia che descrive un lacerante epsiodio di nazismo. Non voglio dire altro qui, ma tenevo molto a scrivere e pubblicare questo testo, in memoria di quell’orrendo fatto, purtoppo uno dei tanti drammatici, per portare una mia testimonianza, seppure certamente piccola, ma credo sempre importante.
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