L ‘Albatros vola ancora nuotando

 
Ascoli Piceno – La società di nuoto ascolana, nonostante tutto, anche quest anno, come da 25anni, è tornata a far scendere nelle vasche gara i suoi atleti grazie alla volonta di atleti, genitori, tecnici e dirigenti-
Si può essere campioni o una società vincente non solo ottenendo vittorie e titoli sportivi; si è tali anche riuscendo a continuare a svolgere la propria attività agonistica, con tutti i sacrifici e le difficoltà che ciò comporta per dirigenti, allenatori, staff tecnico, atleti e anche per le famiglie di quest’ultimi, senza avere più a disposizione la struttura dove per anni ci si è allenati, con le proprie forze, senza alcun concreto aiuto e reale sostegno; solo con la forza degli ideali e libertà della dignità .
Ci vuole davvero tanta passione, abnegazione grande spirito di sacrificio e, probabilmente, un pizzico di “sana follia” per riuscire a compiere questa che è da considerarsi una grandissima impresa .
E’ questa la situazione che sta vivendo la società sportiva Albatros nuoto, l’unica società di nuoto agonistico di Ascoli Piceno, in questo difficilissimo inizio di anno sportivo, causa la chiusura prolungata della piscina comunale, in attesa che vengano effettuati i lavori promessi e tanto osannati.
la chiusura dell’impianto natatorio cittadino ha comportato gravi difficoltà per la società ascolana di nuoto che non ha più una casa dove nuotare. Si perché gli atleti, i genitori, gli allenatori, i dirigenti sportivi dell’Albatros considerano la piscina comunale come la loro casa, la casa dello sport del nuoto ascolano, così come, daltronde, è stata considerata dai cittadini Ascolani che l’hanno costruita negli anni ’70.
Una casa che al momento non è disponibile e che costringe gli atleti e i tecnici della società ascolana ad emigrare in altri impianti, percorrere molti chilometri, superare non poche difficoltà per portare avanti impegni e, soprattutto, difendere un patrimonio umano e tecnico esclusivo e di eccezionale valore, non solo per la società stessa ma per tutta la città; un patrimonio cittadino sicuramente più alto dell’immobile che deve essere riabilitato perchè gli atleti, gli uomini e la qualità dell’impegno degli uomini non è assolutamente paragonabile al mattone.
Un patrimonio che l’Albatros nuoto ha costruito in 26 anni di attività e che ora comprende circa 80 atleti che svolgono attività sportive nelle discipline del nuoto, del salvamento, della pallanuoto e del sincronizzato; moltissimi giovanissimi atleti , docenti federali, allenatori di nuoto, allenatori di pallanuoto, direttori sportivi, coordinatori scuola nuoto federale, istruttori di nuoto e tecnici specializzati.
L’Albatros, è con vanto anche scuola della Federazione Italiana Nuoto per la preparazione di giovanissimi atleti nelle attività di avviamento alle attività agonistiche (certificato “scuola nuoto federale” di esclusiva qualificazione attribuito dalla FIN centrale  alle società affiliate alla FIN che hanno caratteristiche organizzative e tecniche di eccellenza)
In tutti questi anni l’Albatros ha sempre svolto regolarmente le attività agonistiche e istituzionali della  federazione italiana nuoto – con la partecipazione anche ai campionati italiani di categoria per il settore nuoto, raggiungendo , il primo posto nel campionato giovanile regionale di Pallanuoto e il secondo posto nel campionato promozione Serie D nella pallanuoto atleti evoluti ed il terzo posto regionale  di squadra nel settore Salvamento
Con la piscina comunale chiusa di fatto l’Albatros ha rischiato di chiudere i battenti, senza piscina non si nuota, di perdere tutti gli atleti, di non esercitare piu l’attività istituzionale agonistica.
In un simile contesto si è corso e si continua a correre il concreto rischio di dissipare un simile patrimonio di carattere non solo sportivo-agonistico ma anche di enorme valenza sociale.
Se ciò non è accaduto e gli atleti sono comunque riusciti a sostenere le prime gare ufficiali, mentre le squadre di pallanuoto hanno disputato i primi incontri amichevoli (necessari per allenare la tecnica e la tattica, non essendo disponibile il campo di gara casalingo), lo si deve solo ai grandi sacrifici e allo spirito di abnegazione dimostrato da tutto l’ambiente. A partire dagli atleti, che si impegnano quotidianamente nonostante la situazione provvisoria, passando per i genitori, encomiabili per come sostengono i loro ragazzi in questa travagliata avventura, affrontando anche spese suppletive rispetto agli anni scorsi, fino ad arrivare ad allenatori e dirigenti che hanno profuso un grandissimo sforzo per trovare soluzioni dignitose nello stato di emergenza pur di dare continuità al lavoro dei ragazzi costruito negli anni, cercando così di salvare un patrimonio unico e irripetibile perché unici e irripetibili sono gli atleti e i tecnici di questa società; il contenuto , l uomo, i ragazzi hanno valore irripetibile e non paragonabile al contenitore, la piscina comunale da risanare, costoso o innovativo che voglia essere
A tal proposito l’Albatros ci tiene a ringraziare sentitamente i dirigenti della Tonic di Ascoli Piceno che hanno offerto alla società ascolana spazi acqua a prezzi scontati per fare allenare gli atleti di nuoto ascolani ed hanno accolto a prezzi vantaggiosi ed a braccia aperte la squadra dei nuotatori più cari all’Albatros, i ragazzi diversamente abili. Una struttura sportiva privata è corsa in aiuto degli atleti ascolani, non pensando al ritorno economico ma al bene dei giovani atleti di nuoto di questa città. Tra veri uomini di sport sono state sufficienti pochissime parole e concreti fatti per difendere gli ideali sportivi.
Forse tutto ciò , purtroppo, sembra essere sfuggito al delegato del Coni provinciale , probabilmente entusiasta per il fatto che almeno una piscina del territorio, dove peraltro si attivano alcuni uomini del Coni ascolano, si è riempita grazie alla chiusura della piscina comunale di Ascoli.
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