L’uomo dietro il caso giudiziario. Intervista a Valerio Passalacqua

 
 
Ascoli Piceno, 2016-11-13  -E’ una domanda che ognuno di noi si pone spesso, in questo mondo che si assiepa di casi giudiziari, scomparse, denunce, querele: la giustizia è uguale per tutti? Quando viene emessa una sentenza, si è innocenti o colpevoli al di là di ogni ragionevole dubbio? E come vive chi subisce una condanna? Valerio Passalacqua è un ex infermiere catapultato dall’oggi al domani in una vicenda giudiziaria dai risvolti inquietanti. Una badante polacca scompare, il corpo non viene mai ritrovato. L’accusa per Passalacqua è di averla investita con l’auto sul ponte di San Filippo, e di non averla soccorsa. Dal dicembre 2013, Valerio non ha pace, e nonostante si dichiari innocente, il 3 novembre 2016 in primo grado viene ritenuto colpevole e condannato a un anno e 10 mesi  per omicidio colposo e omissione di soccorso in relazione alla morte di Jadwiga Maria Stanczyk, un caso di cui hanno parlato tutti i giornali. Il caso proseguirà probabilmente in appello. Non sta a me pronunciarmi sul caso, né discuterne i dettagli, ma mi interessa capire cosa accade nella vita di un privato cittadino coinvolto in un caso come questo. Quali sono le emozioni, e i cambiamenti di vita. E le speranze.

Valerio, a dicembre 2013 la tua vita ha avuto una svolta: indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso. Come è cambiata la tua vita da quel momento?
Guarda, come accusa mettiamoci anche “occultamento di cadavere” visto che all’inizio ero indagato anche per questo. La mia vita è cambiata tantissimo, non solo per me , ma per tutta la mia famiglia, sia dal punto di vista morale e sociale, e sia dal punto di vista economico. I motivi sono facilmente intuibili penso.
Quale è stata la reazione della tua famiglia, e dei tuoi amici, a questa vicenda?
La mia famiglia ha vissuto questo dramma, risentendone forse anche più di me. Loro hanno avuto anche problemi a relazionarsi con il sociale, visto la gravità dei capi di accusa, e ancor di più, visto tutto ciò che quotidianamente riportavano i mezzi di informazione. Gli amici?! E’ risaputo che solo in queste circostanze riesci ad individuare quelli veri da quelli falsi, lasciando perdere quelli falsi ..e ci sono stati, ma problemi più loro che miei. Gli amici veri non hanno mai mancato di farmi capire che loro credevano solo a me, e soprattutto cercavano sempre di starmi vicino, a volte anche più del necessario, perchè sembrerò strano, ma a volte sono stato io a preferire starmene da solo.
Ci puoi raccontare qualcosa della tua vita, del tuo lavoro come infermiere?
Si è parlato di me come del peggior criminale, non sai quanto questo possa fare male. In realtà sono semplicemente un ex infermiere che ha amato il suo lavoro fin dalla prima puntura che ho fatto. Mi sono dedicato a fare sempre il meglio, e ho anche avuto il grande privilegio di salvare delle vite, di questo ne sono molto fiero. Non è merito mio, ma del mio mestiere. Una volta ho salvato un anziano in una casa pregna di monossido di carbonio. Caldaia accesa e scarichi non adeguati. Una volta c’erano due ragazzi affogati, al mare, sulla spiaggia: due corpi sulla battigia,  tutti si allontanavano, erano viola. Ma io no, non potevo allontanarmi, per uno non c’era nulla da fare,  era più viola dell’altro, ma l’altro dopo minuti e minuti di massaggio cardiaco(prima che arrivasse l’ambulanza)….. ce l’ho fatta e oggi è vivo . Un’altra volta, andavo a lavorare alle 7, vicino al parcheggio dei motorini vedo uno per terra, disteso. Mi avvicino, non aveva nè polso e nè respiro, caspita  stava morendo. Un fazzoletto veloce per la respirazione, per il massaggio cardiaco ci penso io, gli ho rotto una costola per far si che il massaggio fosse efficace, ma l’abbiamo salvato. Ho sempre avuto il massimo rispetto per la vita umana, e passione per il mio lavoro.
Cosa si prova ad essere condannato a un anno e 10 mesi, visto che il corpo della badante non è stato mai trovato ? Ti senti perseguitato?
Che mi sento  perseguitato, non ci piove. Ingiustamente? Certo ingiustamente, se non lo ritenessi tale, potrei farmene alla fin fine quasi una ragione. Ma più che perseguitato, noto un accanimento quasi incomprensibile, anche per esempio nella continua ricerca di prove. Tutto questo  perchè io e solo io, ho dato la possibilità di essere il capro espiatorio, parlando ingenuamente al bar di quello che era successo. La condanna, alla fin fine l’avevo messa in preventivo, fin dall’inizio. Non ho fiducia nella giustizia, purtroppo. Gli errori giudiziari possono accadere, è un dato di fatto.
Sicuramente ricorrerai all’appello contro la sentenza di  primo grado. La tua coscienza è a posto, ti dichiari innocente. Ci sono possibilità che tutto evolva in tuo favore. Ma essere scagionato ti basterebbe, o cercheresti giustizia per questi anni di patimento sotto accusa?
Che il ricorso in appello evolva a mio favore, non ci metterei la mano sul fuoco, sia  per le cose dette prima, e sia perchè anche il P.M. si è appellato considerando troppo tenera la sentenza del Giudice (1 anno e 10 mesi di reclusione, 3 anni e mezzo di sospensione della patente, e confisca dell’auto). Io cerco solo giustizia, ed è per questo che non potevo far altro che chiedere l’appello. La mia coscienza è a posto. Se non lo fosse stata, non avrei mai fatto pubblicità della mia disgrazia 5 minuti dopo, parlandone al bar con gli amici. Sul ponte c’era un uomo che si sbracciava, agitato o arrabbiato. Poi ho sentito un colpo alla macchina e sono tornato indietro a vedere, sul ponte. Ma non c’era nessuno. Se fossi stato colpevole, avrei cercato di nascondere la macchina, e sicuramente non ne avrei parlato con nessuno. Dichiararsi innocente non significa nulla, molto meglio essere a posto con la coscienza, perchè non ci si sente colpevoli, infatti agli occhi degli altri si è innocenti, solo fino a quando non sopraggiunge una condanna, che adesso è arrivata. Come detto prima, vado avanti alla ricerca di giustizia. Certo essere scagionato del tutto, non coprirebbe quanto patito in questi anni, ma sarebbe già tanto, al resto non voglio pensarci, il tempo dirà tutto. E vorrei , se possibile, fare un pò di luce sull’accaduto e sulla fine di quella povera donna. Luce che non si è mai accesa perchè mai nessuno ha creduto alle mie dichiarazioni.
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