Festival dei due Parchi, Ecotrail della Speranza

QUANTA GENTE NON HA PERSO LA SPERANZA!
 
Dalla Piazza Filippi Pepe di Civitella del Tronto la scorsa Domenica 18 Dicembre sono partiti, correndo e camminando, tutti coloro che non hanno perso la speranza.
 
Civitella del Tronto – Dopo aver affrontato un percorso lungo 17 Km, tra sentieri e strade carrarecce immerse in un meraviglioso paesaggio, reso ancor più incantevole da una splendida giornata di sole, è arrivato primo tra tutti l’atleta ADUGNA Binyam Senibeta dell’Atletica Vomano Gran Sasso con il tempo di  1h 20′ 18″, seguito da VELLANTE Piero degli Amatori Podisti Pennesi, con 1h 25’42”, e LAMPA Giorgio della Filottrano Atletica, con 1h 28’47”. Il primo, il secondo ed il terzo uniti insieme per dimostrare che è possibile l’integrazione, l’accoglienza, la determinazione e la capacità di reagire agli schemi mentali. Passando, nel rispetto della par condicio, alle atlete in gara, la prima piazza se l’è aggiudicata CAPODICASA Stefania, anche lei dell’Atletica Vomano Gran Sasso, con il tempo di 1h 43’10”, seguita da CERRETANI Rossella dell’Atletica Montecassiano, 1h 49’46” e DI VITTORIO Elena dell’Asd F70 Freesport, 1h 50’31”.   
Dopo tanta distruzione, la realizzazione del Trail, a cui hanno preso parte tantissimi atleti provenienti da tutt’Italia, e, non a caso, denominato EcoTrail dell Speranza, ha rappresentato, simbolicamente, l’atto del sotterrare un seme da cui è nato un nuovo albero: l’Albero della Speranza. Esso rappresenta la vita e il suo desiderio di mantenerla accettando che si ricominci dopo il disastro, dalle macerie. Il Festival dei due Parchi cerca e trova sentieri per accedere alle città, ai paesi vicini e lontani, i cui alberi crescono e danno frutti. I frutti sono rappresentati da tutti coloro che si uniscono, a piedi o di corsa, al cammino del Festival, percorrendo la strada della speranza ed accendendo le luci che illuminano il cammino dell’umanità per continuare ad andare avanti, per  stabilire ed affermare che la speranza non può morire.
Questo è, in particolare,  il messaggio di cui si fa portare il Festival: «noi piccoli uomini non mediocri insistiamo ad innaffiare le piante perché i nostri eredi possano ammirare la bellezza di coloro che hanno creato e donato, per conservarla e crearne un’altra tutta loro. Questi semi sono diventati i Grandi Alberi della Speranza, grandi alberi non abbattuti dalla distruttività di un terremoto naturale e da terremoti del mors tua vita mea».
Il Festival ringrazia i giardinieri degli alberi, i corridori e i partecipanti, che sono venuti da molto lontano e da molto vicino, che hanno portato acqua e amore per annaffiare e confermare che la Speranza non sarà mai distrutta e i nostri eredi saranno riconoscenti al grande lavoro fatto per confermare il benessere fisico, psichico e spirituale. Giardini e giardinieri hanno un’anima.
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