Fratture, Votazioni e str ani individui
di FDA
L’editore de ‘Il Mascalzone’ mi telefona qualche sera fa e mi chiede dove sia sparito e perchè non gli giunga da molti giorni alcunchè da vagliare ed eventualmente pubblicare. Gli dico che ho avuto delle contrarietà e che farò in modo nel breve di riprendere a scrivere qualcosa, di evidenza politica e non.
Le contrarietà in realtà sono state una: che mi ha portato a raggiungere velocemente mio nipote a Bruxelles. Giocando a calcio, un avversario marocchino gli ha fratturato tibia e perone. Si chiama Mattia Francucciovostro, mio nipote, è nato e risiede là, è figlio di mio figlio e della sua compagna belga, ha tredici anni e calcia da dio: anzi calciava, perché è in dubbio che possa riprendere a livello agonistico. Frequenta una scuola di football in città, l’Anderlecth ha mandato qualcuno anche a visionarlo, manovra da trequartista nell’equipe della scuola sportiva che partecipa ad un torneo stracittadino a tredici squadre. Bene, nell’ultima partita, quella della frattura procurata, lui prende il pallone a metà campo ( è il suo coach che mi racconta), supera in velocità un paio di avversari, alza la testa e vede il portiere fuori posizione, calcia un pallonetto perfetto che beffa l’avversario, è subissato di abbracci dai compagni, gli astanti applaudono. Il ’gardien’, marocchino, si vendica nell’azione immediatamente successiva entrando a piedi uniti sulla gamba sinistra di mio nipote che, senza palla, tagliava l’area piccola in attesa del cross di un compagno: nonostante il parastinchi, gli spezza tibia e perone. Intorno, quando i giocatori ancora non sanno della gravità, tutti invitano il marocchino a scusarsi (anche i componenti della sua stessa squadra) e quello grida che non lo farà mai con un belga. Non sono razzista ma mi sembra che, per essere un quattordicenne, il marocchino sia già ben avviato: abita anche a Molenbeek…
Non importa, nonno, io l’ho già perdonato anche senza le scuse: mio nipote è un cristiano doc…
Approfitto d’essere in Belgio per informarmi sulle tendenze di voto degli italiani residenti là per lavoro, gli AIRE come vengono denominati. La tendenza è per il ‘SI’ : guardando dal fuori, i parametri di giudizio dei nostri connazionali sono molto diversi da quelli dell’elettore italiano indigeno. Partecipo una sera ad un dopo cena a casa di mio figlio, quasi un piccolo salotto culturale di emigrati italiani. C’è il chirurgo oftalmico, Ernesto, che, tanto per restar nel suo, dice che al Paese non vediamo più bene, la cataratta è irreversibile; c’è l’ingegnere, Gianni, che denuncia la decadenza oltre che della cultura generale anche della razionalità; c’è Rosario, magazziniere di grande magazzino, che afferma come Grillo lo faccia più ridere adesso che non da comico e c’è Carlo – detto il ‘prof ’ – che non ricordo dove lavori, fuma un’elettronica:
“ E lei, come vota?” mi chiede (attenzione, non ‘per chi’, ‘come’).
Siccome lì in mezzo mi vergogno a dire che propenderei per il NO, ciancio che ancora sono indeciso: ma capiscono tutti. Allora, il prof spegne l’elettronica e mi dice che non si aspetterebbe un NO da uno come me che sa sinistrorso e solo per il fatto che sono tipi come Berlusconi (il più incredibile politico italiano, quello delle leggi ad personam), Grillo (il più incredibile dei comici-commerciali, ma quale politico!) e Salvini (il più incredibile nulla assoluto che a Bruxelles stanno ancora aspettandolo per il suo lavoro parlamentare) a perorarlo.
Mi scuoto, ha ragione perdio! SI è votare un cambiamento, sicuramente imperfetto (ma qual’è il perfetto?) e l’italiano va a nozze per criticare o sostenere e parlano tutti, parlano…
Vota SI, nonno!
Mio nipote tifa per la maggioranza di casa! Mi dispiace per Bersani e D’Alema… E’ lì, a Bruxelles, che ho deciso di votare SI, fra la parità di motivazioni al voto contrapposto, ascolto il mio erede maschio e voto SI!
(Ma, sia chiaro, voto anche come Fabrizio Barca e Prodi).
Quando restiamo soli, aiuto Mattia a salire in camera da letto ( è ingessato sino all’anca). Gli auguro la buona notte ma, prima di ritirarmi, gli chiedo se ricorda ch’ io l’abbia mai accompagnato a giocare in qualche ‘giardinetto’ di Santomartire del Tronto quando viene per le vacanze.
Mai nonno! Mi portava nonna quando ero molto piccolo! Ormai son passati anni. Perché lo chiedi, nonno?
Perché c’è una persona che ha scritto su un giornale on.line di Santomartire, Il Mascalzone, che mi ha visto vagolare là mentre, assieme ad un amico, attendevamo ai nipoti.
E chi è questa persona, nonno?
Non so, è un individuo (o un’individua): è uno str ano personaggio, per come scrive sembra uno sloganista pubblicitario. Tu mi confermi che non ti ho mai condotto in alcun giardinetto e il mio amico che sarebbe stato visto con me non ha nipoti…
Che significa vagolare, nonno?
Camminare sbandando, senza meta, per confusione mentale.
Non è certo il tuo caso, nonno! Però una cosa è sicura…
Cosa?
Nei giardinetti non c’eravate tu e il tuo amico: ma invece c’era proprio lui, lo str…ano personaggio!
Che deduzione. Mattia, sembri Sherlock Holmes!
Anche in Italia, come qui da noi, c’è sempre uno str…ano in ogni luogo , vero nonno?
Si, Mattia: noi diciamo spesso ‘ ho incontrato quello del paese!’
Notte, nonno!
Buona, Mattia!
Santomartire del Tronto, 2 dicembre 2016, Francucciovostro
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