Il solito 41? Si, ma non basta a rottamare

di FDA

Ho scritto l’altro ieri, prima di votare, che avevo cambiato parere all’estero ed ero passato dalla tendenza a votare NO alla decisione sul SI. E ho votato il SI, assolutamente consapevole che non avrebbe incontrato alcuna maggioranza: infatti, sono dell’opinione ( più che un’opinione è certezza) che l’italiano non abbia considerato le valenze del voto relativamente alle positività e negatività del change sulla Carta ma, non avendoci capito granchè in merito, si sia lasciato trascinare dal dire dei politici ed il voto sia diventato esclusivamente di accettazione o repulsione partitica.
Io per primo ho agito così, sia chiaro: pur circondato da non pochi legali e legulei (parenti, affini, amici) ho avuto modo di verificare la confusione mentale (a dir poco) sugli effetti dei SI e dei NO al cambiamento previsto sulla Carta. Ciò, in particolare, su punti-cardine quali “Fine del bicameralismo” (articoli 55 e 56), “Nuovo Senato” (articoli 57 e 58), “Diritti delle Minoranze” (articoli 63, 64,66), “ Immunità e Retribuzioni” articoli 67, 68, 69), “Emissioni di nuove Leggi” (articolo 70), “Referendum e Proposte dei Cittadini” (articoli 71, 75) “Velocizzazione delle Proposte di programmi del Governo” (articolo 72), “Giudizi preventivi della Consulta sulle Leggi elettorali” (articoli 73, 78, 79, 82), “Decreti e Poteri del Presidente Repubblica” (articoli 74, 75), “Elezione del Presidente Repubblica” (articoli 83, 85, 86, 88), “Abolizione Province e CNEL” (articoli 99, 114, 118), “Controllo del Federalismo Stato-Regioni” (articolo 117), “Tagli alle Regioni su Stipendi e Rimborsi” (articoli 120, 122), “Elezione di Consulta e CSM” (articoli 134, 135), ecc. ecc. (ad esempio: “ Fase di transizione del Senato”, articoli 39, 40).
Mi consola il fatto che sicuramente spiegherà tutto qualche analista politico, puntuale e razionale, avulso da qualunquismo e derive sloganiste: come quel (o quella) tal che scrive anche su Il Mascalzone.
Voglio citare qui – solo pochi esempi – da chi mi sia fatto maggiormente trascinare al SI : beninteso un SI che riconfermerei assolutamente!

Da una rappresentanza di nostri emigrati a Bruxelles , fra cui mio figlio (AIRE);

da Dacia Maraini piuttosto che dalla Rossanda;

dalle parole di propaganda per il NO del frinente Grillo Pietro detto Beppe (“ Non votate con la testa ma con la pancia…qui siamo oltre Pinochet”, “Il SI è il serial killer dei nostri figli”, “Renzi è come una scrofa ferita”), del tragicomico grande Berlusconi (“ Questa riforma può dar luogo ad una dittatura…”), di una mente quale quella del signor Salvini (“Col SI diventeremo ancora più schiavi dell’Europa…” : infatti lui, europarlamentare, non l’hanno mai visto a BXL);

da Illy che vedeva nel SI un cambiamento utile a frenare la disoccupazione e non prodromo a derive autoritarie;

dalle parole per il SI di Arturo Parisi e Prodi e Scalfari.

Se condivisa l’osservazione che il voto è stato essenzialmente partitico , non può sfuggire una constatazione: i tutti, ma proprio tutti, contro Renzi equivalgono al 59% dell’elettorato e il Renzi, da solo, al 41% ( di buona memoria, o no?) : mi congratulerei – e lo faccio qui – con il Presidente del Consiglio essenzialmente per l’entità della risultanza ‘in solitaria’ e per le immediate DIMISSIONI che ne accomunano il comportamento al meglio di quelli in uso nelle più evolute democrazie europee. Ma anche che, da noi, nulla è possibile cambiare pur col 41% di preferenze (mamma mia, dicono gli altri spaventatissimi politici – nemici fra loro il giorno prima – chi è costui che mina la nostra stabilita’!?). Sursum corda.
Francucciovostro, Santomartire del Tronto 5 dicembre 2016
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