Mettersi in proprio, perché? Intervista a Katia, animatrice

 
Il lavoro autonomo tra sogni e realtà.
Perché lavorare per “costruire” i propri sogni e realizzare quelli degli altri
Intervista a Katia De Cesare, 43 anni, animatrice – Pippii Animazioni
 
Mettersi in proprio, perché? Intervista a Katia, animatriceKatia

Come, quando, dove e perché è nata Pippi
Pippi nasce dentro di me semplicemente perché mi ritrovo nei suoi modi di fare da quando ero piccola. Mi è sempre piaciuto il suo essere se stessa, senza paura di pregiudizi e confronti con gli altri. È unica e trasgressiva. E otto anni fa, ho pensato che mi servisse un personaggio dal carattere forte e determinato.
Chi sono e da dove arrivano per Pippi ?
I bambini che si sono ritrovati in questo mio modo di pensare, hanno amato da subito quello che era il mio progetto di animazione. I bambini purtroppo non giocano più e non si confrontano con gli altri se non virtualmente. E così ho proposto giochi trasgressivi, ispirandomi al mondo dell’unapark di Pippi e ho messo insieme quello che sapevo fare: cucire tutti i miei giochi e tanti costumi di personaggi che sono nella fantasia dei bambini. E così sono loro che mi scelgono.
Il tuo lavoro tra esperienze passate, attuali e prospettive future.
In passato ho fatto molte rinunce lavorative, ma ho scelto di fare la cosa più importante per ogni donna, la famiglia. Purtroppo dopo tanti sforzi, la dolorosa separazione da mio marito dopo aver passato una vita insieme, ho sofferto molto e la depressione mi ha portato all’isolamento dagli altri. Ho conosciuto il misterioso mondo dell’ippoterapia dove, oltre a conoscere persone straordinarie, ho capito che il cavallo è davvero terapeutico. Mi ha aiutato a trovare forza dentro di me e col tempo a tornare serena passando il mio tempo libero accanto ad animali con una grande affinità umana.
Non ho mai smesso di essere una buona madre e oggi vedo i miei figli come le persone più belle che io abbia mai conosciuto. Sono fiera di loro che ancora una volta sono stati messi alla prova dopo il mio recente malore. Ho trovato in loro la bellezza di essere madre e profonda gratitudine nei loro confronti.
Come si fa a lavorare sempre con il sorriso anche quando…
E non ho mai smesso di lavorare anche se il sorriso attinge dalla gioia, credo che se fare di animatrice vuol dire regalare gioia… io l’ho ricevuta dai bambini. Il loro affetto è disarmante. Vivo della loro stima ogni giorno.
Il sorriso di un bambino…
Abbracciare, accarezzare, montare un cavallo…
Quando ho deciso di comprare un cavallo, pensavo che fosse importante il suo approcciarsi con i bambini e così dopo tanti esemplari ho conosciuto il mio cavallo. Ci ho pensato così tanto, coinvolgendo i miei figli, lo abbiamo scelto per le sue meravigliose doti di cavallo docile, vispo e sereno. E così gli ho cambiato nome (non Zietto ovviamente) ma Impasse che vuol dire “scelta importante”.
Come concili il tuo lavoro con la famiglia e quanto ti pesano le eventuali rinunce?
Concilio il mio tempo libero tra famiglia e lavoro dedicandomi all’equitazione e all’avvicinamento al cavallo con bambini diversamente abili e donne con difficoltà psicologiche con meravigliose soddisfazioni personali. Sono loro che ritrovano se stessi, ma ad ogni conquista anche io ritrovo la gioia del donarsi. In questo ho coinvolto i miei ragazzi che hanno caratterizzato la mia serenità a determinazione nelle storie che ho condiviso con i miei figli, ho accresciuto la loro stima nei miei confronti.
Per chi vuole mettersi in proprio, i tuoi consigli.
Nel mio lavoro di animatrice conosco ogni giorno bambini con difficoltà più o meno gravi e spesso invito i loro genitori a venirmi a trovare al maneggio. Lì trovano i loro figli trasformati e nello stupore, conoscono la magia dei cavalli che tutto placano e trasformano. Molte ragazze si sono susseguite affiancandomi come animatrici. Ad ognuna ho detto non basta dire: “Io amo i bambini!” Chi non li ama!? Ci vuole qualcosa di diverso. Chi… li sa leggere negli occhi, li conosce davvero. L’intuito è il primo passo per essere una buona animatrice. Ed essere mamma mi ha aiutato moltissimo.
Importanza della comunicazione internet nel lavoro autonomo.
Il mio lavoro spesso lo propongo anche con i mezzi virtuali, perché i bambini mi seguono anche così e presto realizzerò un progetto di racconta storie su internet.
Quale forza viene dalle tue radici?
Vedo il futuro con grande umiltà e vivo ogni giorno con rispetto, ma non dimentico le mie radici, mio padre e mia madre. Con il loro aiuto ho realizzato tutto questo. Le mie sorelle mi hanno aiutato con i figli. E soprattutto tutte le persone che si sono susseguite chiedendomi di aiutarle sia come animatrice che amica consigliandole a crescere i loro figli.
Cosa non ti ho chiesto?
Credo e crederò sempre che nel mondo dei bambini ci siano le risposte per un mondo migliore, fatto di piccoli gesti e curiosità. Pieno di piccoli doni fatti col cuore. Pieno di comprensione. Un mondo fatto di stupore, di colore, di perdono, di tempo speso bene con chi ci fa stare bene, senza dimenticare il tempo per i diversi da noi, perché quello che ho imparato dai bambini è che loro non fanno caso al diverso finché non glielo abbiamo fatto notare noi. E voglio vivere così… , semplicemente, senza troppe aspettative, con un immenso rispetto per il mondo che mi circonda, infantile o animale che sia.
 
Mettersi in proprio, perché? Intervista a Katia, animatriceKatia
 

Mettersi in proprio, perché? Intervista a Katia, animatrice
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ndr: Chi volesse partecipare alla nostra rubrica realizzando con noi una intervista per parlare della propria esperienza può contattare la redazione:  3395958622 redazione@ilmascalzone.it
 
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Intervista a
Katia De Cesare, 43 anni, animatrice – Pippii Animazioni
 
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