Terremoto: effetti collaterali, non ultimo il turismo

 
Sono migliaia e migliaia, tra Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria, le persone che ogni notte, all’ora di mettersi a dormire, si augurano di passare una notte serena. Qualcuno prega, qualcuno va a dormire vestito, qualcuno escogita piani fuga di emergenza, moltissimi usano prima di addormentarsi la app sul cellulare per verificare la situazione delle scosse, sperando di potervi “leggere” un cessato allarme. Su facebook ogni scossa sopra i 2.5 viene riportata, chi la sente di più chi meno, con la frase “ma quando finisce”, oppure “ e mò basta!”. Molte persone riferiscono di sentirsi quasi costantemente muovere la terra sotto i piedi. Mi racconta una amica avvocato di Ancona: “ Mi sembra sempre di barcollare. Due amici sismologi mi hanno detto che potrebbe arrivare la “botta grossa”. Eh sì, perchè oltre a questa pesante situazione post-traumatica dopo le grandi scosse, e questo continuo vigilare su cosa accade nei vicini Appennini, c’è anche questa “diceria” non propriamente documentabile. La terribile scossa del 30 ottobre alle ore 7.40 ha distrutto le nostre certezze, il ritorno al quotidiano: ha costituito uno squarcio profondo attraverso la lieve coltre di assuefazione a news , telegiornali, articoli sul terremoto, che si stavano affievolendo. Un richiamo alla realtà per chi aveva fortunatamente vissuto di riflesso la scossa del 24 agosto. Noi, delle regioni Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria, facciamo spesso i conti col terremoto ma non eravamo certo preparati. “Abituati” se così si può dire, ad una grande scossa principale, come quelle del  26 Settembre 1997  e del 6 Aprile 2009 , e a seguire uno sciame sismico in riduzione, abbiamo avuto un brusco risveglio. Eravamo convinti, e speravamo, che il peggio fosse passato dopo il 24 agosto. Le popolazioni di Arquata del Tronto, di Accumoli e di Amatrice stavano pensando alla ricostruzione, trovando un barlume di stabilità dopo il disastro. Ma quali sono stati gli effetti collaterali e non, di questa ultima (speriamo) scossa, che ha almeno risparmiato vite umane?
– Decine di migliaia di sfollati
Le abitazioni civili colpite seriamente sono tantissime, quelle danneggiate innumerevoli . In attesa della valutazione del grado di agibilità degli edifici, la prudenza non è mai troppa. Migliaia di persone sono ospitate oggi negli alberghi delle coste marchigiane e abruzzesi. Tanti altri preferiscono ancora dormire in roulotte, in strutture di emergenza, rimanere nelle vicinanze della propria casa, che costituisce tutta la loro vita. Una tragedia umana che colpisce duramente tutti, ma in particolare la popolazione anziana, che ha sempre vissuto nel proprio borgo o nel proprio casolare. Radici divelte.
-Distruzione immane dei centri storici , di monumenti artistici e culturali.
Uno sterminio. I comuni colpiti sono una infinità. Posti amati, che fanno parte della vita non solo dei residenti ma anche di turisti e di conterranei. Non si può non piangere. Una perdita durissima e indescrivibile di un patrimonio che non sarà più lo stesso. E i danni sono ancora incalcolabili. Chiese, edifici antichi, perle del nostro entroterra sono là, bisognose di interventi che seguiranno procedure lunghe e priorità burocratiche. Oltretutto, le chiese come luogo di culto ma soprattutto di aggregazione hanno dimostrato quanto sia importante che siano luoghi da mettere in sicurezza.
-Sensazione generale di precarietà
Pur avendo vissuto e sentito con terrore la scossa del 24 agosto, solo dopo il 30 ottobre centinaia di migliaia di persone hanno avvertito la paura concreta di perdere la vita e la casa nel terremoto. Cosa succederà? Sensazione di precarietà, insonnia, psicosi e disagi psicologici stanno affliggendo la popolazione del Centro Italia. Perchè, diciamocelo, chi ha avuto la fortuna di assistere ai precedenti terremoti senza danni, non ha mai seriamente pensato di poterne essere protagonista. Ha vissuto il disastro, aiutato le vittime, vicino col cuore alle popolazioni colpite. Ma la domanda che ci si pone è: e se succedesse a me?
-Centinaia di attività industriali, artigianali, commerciali colpite e ora ferme
Danni economici incalcolabili, con perdita del posto di lavoro, ma anche negozi, fabbriche, attività chiuse.Un Centro Italia in ginocchio. Fare acquisti “solidali” ad attività delle zone colpite certo aiuta, ma non basta a ricostruire il cuore economico di una zona così vasta.
-Scuole
Un capitolo a parte sarebbe da aprire sulle scuole. Il tragico episodio di San Giuliano di Puglia, nel 2002, non è certo stato sufficiente a fare effettuare controlli severi sulle strutture scolastiche. Solo un miracolo ha fatto sì che le tre scosse di terremoto più potenti siano state sempre in giorni e orari in cui i bambini e ragazzi non erano a scuola. Ora, massima attenzione e massimi controlli. Ci auguriamo una estrema severità sulla sicurezza.
– Turismo
Oltre al tragico tributo di vite, alla distruzione di case e centri storici, ai migliaia di senzatetto, occorre valutare un effetto che potrebbe essere davvero catastrofico per tutta la zona colpita dal terremoto e le aree limitrofe. Se infatti dalla costa adriatica subito dopo il 24 agosto ci fu un fuggi fuggi di turisti, e fioccarono gli annullamenti di prenotazioni, cosa succederà nel 2017? Queste scosse che continuano senza sosta, e che snervano gli abitanti di una area bel più vasta di quella colpita, che effetto avranno sul flusso turistico dell’anno prossimo? Non sono state fatte previsioni, né programmi in tal senso, ma è sicuro: molti vacanzieri preferiranno luoghi più sicuri. Conviene che enti locali e regionali corrano al riparo subito, usando ogni mezzo in loro possesso per riattivare quella che è senz’altro la risorsa economica più preziosa per Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. Soluzioni? Promozione turistica senz’altro, magari accompagnata da un “certificato” che attesti le strutture turistiche antisismiche, indicandole ai turisti in una sorta di “mappa della sicurezza”.
Alternative? Aspettare che le scosse finiscano, armandosi di portafortuna e gesti scaramantici che, lo sappiamo, non serviranno a nulla.
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