Bruno Segre, “Che razza di ebreo sono io”

Dopo 72 anni il ritorno nella città che lo ha protetto
Il noto studioso Bruno Segre torna ad Ascoli Piceno per la Giornata della Memoria.
Dalla 
sua voce il ricordo di una città accogliente nel dramma della persecuzione razziale
Ascoli Piceno – Sarà uno straordinario ritorno quello di Bruno Segre ad Ascoli Piceno, il 27 e 28 gennaio prossimi, per una serie di iniziative programmate dal Circolo Acli “Achille Grandi”.
Il noto studioso, oggi ottantaseienne, tornerà nella città in cui nel 1943, a soli 13 anni, in fuga da Milano insieme alla madre ed alla sorella, trovò riparo dalla persecuzione razziale.
Segre, studioso di cultura e storia degli ebrei, per oltre dieci anni ha fatto parte del Consiglio del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. Dal 1991 al 2007 ha presieduto l’Associazione «Amici di Nevé Shalom/Wahat al-Salam». Ha diretto dal 2001 al 2011 il periodico di vita e cultura ebraica Keshet.
Segre è molto conosciuto anche per essersi occupato di sociologia della cooperazione e di educazione
degli adulti nell’ambito del Movimento di Comunità di Adriano Olivetti, a cui ha dedicato alcuni dei suoi libri.
Il 27 gennaio, Giornata della Memoria, alle ore 18 presso la Libreria Rinascita Bruno Segre presenterà il
suo ultimo libro, “Che razza di ebreo sono io”, intervistato da Lanfranco Norcini Pala.
Sabato 28 alle ore 10,30, invece, lo studioso incontrerà gli studenti del Liceo Classico “Stabili” di Ascoli
Piceno, istituto che nella vita di Segre ha avuto un significato particolare. Nel 1938, con la
promulgazione delle leggi razziali, anche Bruno Segre venne bandito da tutte le scuole del Regno
d’Italia. Sfollato ad Ascoli Piceno, ospite della generosa famiglia De Amicis, poté riprendere gli studi
proprio al Liceo Classico.
Dell’anno trascorso in città, che lasciò dopo la fine della guerra, lo studioso ha affettuosi e nitidi ricordi.
I due giorni ascolani saranno l’occasione per riviverlo e raccontarlo, nel quadro delle celebrazioni che
ricordano le vittime dell’Olocausto e delle leggi razziali e coloro che, a rischio della propria vita, hanno
protetto i perseguitati ebrei.
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