Terremotismo, burocratismo e Far West

 
di Raffaella Milandri
Mentre la scena internazionale viene dominata dai primi decreti esecutivi di Trump, la UE discute e “battibecca” con Gentiloni su regole e conti pubblici da rispettare, lo Yemen è a rischio carestia e in USA è stato creato il primo embrione uomo-maiale, c’è il Centro Italia che vive in una altra dimensione. Non mi riferisco a Lazio, Roma e alla Raggi, che alla fine mi fa anche un po’ tenerezza. Basta andare su facebook, per leggere frasi tipo: “Scossetta??”, “Questa si è sentita”, “Che botta!”, “Speriamo che la notte passi senza scosse”, per capire che una buona parte della popolazione dell’Italia Centrale è provata, logorata, stressata. Gente che dorme a casa ma con una valigia pronta in macchina, o che dorme vestita, o con la luce accesa, e sì, ci sono persone che pensano a trasferirsi altrove. Una strana dimensione, in cui si teme di poter perdere tutto da un momento all’altro, con i sensi all’erta, ma si continua con la solita vita. Eppure mal comune non sempre è mezzo gaudio. Si moltiplicano i gruppi facebookiani che “prevedono” terremoti, le teorie complottiste di terremoti indotti, e conferenze che “spiegano” cosa sta succedendo nel sottosuolo in Italia. I turisti per ora certo non pensano di venire nelle nostre zone martoriate, quando i gettonatissimi bollettini dell’INGV riportano incessantemente i nomi delle province di Rieti, L’Aquila, Ascoli Piceno, Macerata. Con qualche puntata a Campobasso, oggi Modena, ieri a Catania. Parliamo di chi non ha avuto la vera esperienza devastante del terremoto: ma chi ha già perso tutto, probabilmente, ha varcato la soglia della paura addentrandosi nel territorio della disperazione, preso per mano da una burocrazia crudele e spietata. La tragedia di Rigopiano poi,insieme al disastro-neve che ha messo in ginocchio migliaia di persone e causato vittime in Abruzzo e Marche, ha puntato i riflettori della stampa internazionale su una situazione assurda, che descrivo con le parole accorate di una signora di Arquata, impegnata con la famiglia a gestire un allevamento, e bloccata dalla neve per sei giorni:”Ma chi poteva immaginare una cosa del genere? Nel 2017? In Italia, un paese industrializzato?” Già, nemmeno nel Medioevo, anche se, senza la comodità-e schiavitù- di energia elettrica e riscaldamento, l’Umanità è sopravvissuta fino ad oggi. La ciliegina sulla torta è stata messa dalla dichiarazione del Presidente della Commissione Grandi Rischi Bertolucci, non a caso seguita dalle dimissioni del suo vice Gabriele Scarascia Mugnozza. Chiariamo prima cosa è la Commissione Grandi Rischi, salita alla ribalta per lo scandalo post-L’Aquila: “La Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi è la struttura di collegamento tra il Servizio Nazionale della Protezione Civile e la comunità scientifica. La sua funzione principale è fornire pareri di carattere tecnico-scientifico su quesiti del Capo Dipartimento e dare indicazioni su come migliorare la capacita di valutazione, previsione e prevenzione dei diversi rischi”(dal sito della Protezione Civile). Innanzitutto, Bertolucci ha dichiarato che ci saranno altre scosse fino a magnitudo 7, e che bisogna controllare edifici pubblici e privati, invitando i privati a consultare un ingegnere strutturista per controllare la stabilità della propria casa. Eggià, ognuno pensi a sé stesso e a casa sua e si arrangi. Caccia all’ingegnere, quindi, per dormire sonni tranquilli? E lo Stato, i servizi pubblici, cosa fanno? E chi non ha possibilità di far fare una perizia del rischio all’ingegnere, che ha costi anche abbastanza elevati? Una dichiarazione di una gravità estrema, più che al Medioevo siamo al Far West, si salvi chi può in un duello all’ultimo sangue con la burocrazia. Abbandonati a noi stessi. Ma chiaramente la dichiarazione di Bertolucci serve solo a poter dire un domani: “Noi vi avevamo avvisato”. Non solo: questa “previsione” contravviene a tutto quanto affermato finora dalla comunità scientifica, ovvero che i terremoti non si possono prevedere. Si sa però, da anni, dello spostamento dell’Italia verso i Balcani, e della possibilità che l’Italia, nei prossimi millenni, si possa spaccare in due. In ogni caso, tornando a Bertolucci, la sua dichiarazione più criticata è stata quella dell”effetto Vajont” della diga di Campotosto in Abruzzo. Concludendo: ci dobbiamo arrangiare con la valutazione sismica delle nostre case, dobbiamo vivere nella paura, senza turismo, con la svalutazione degli immobili in una ampia area del Centro Italia. Questo è terremotismo: il terrorismo dell’effetto terremoto. E chi è stato colpito duramente fin dalle scosse del 24 agosto e del 30 ottobre, che aspetta le famose casette di legno e un sostegno concreto visti anche i sostanziosi contributi raccolti “a favore dei terremotati”? Le popolazioni di Arquata del Tronto, di Amatrice e di Accumoli cosa fanno? Allo stremo delle forze fisiche e psicologiche, non demordono e organizzano manifestazioni di protesta a Roma.
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