Agevolazioni fiscali per attrarre grandi investimenti

 
UniMc e Comune di Ussita rilanciano il progetto di una fiscalità dal volto umano.
Il rettore Adornato, “Vogliamo offrire elementi concreti al dibattito parlamentare di conversione del decreto legge”.
Il sindaco Rinaldi, “Sono stato contattato da un’importante azienda alimentare, intenzionata a rilanciare il pecorino sopravvissano”.
 
Macerata – Nel decreto terremoto approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana non ci sarà, salvo sorprese, la misura che istituisce le zone franche urbane e altre forme di “no tax area” nelle aree colpite dal sisma. Nei progetti del Governo sembrava esserci, invece, la volontà di costituire una “no tax area” per le 67 mila imprese, iscritte alla Camera di Commercio. E’ in questo contesto che l’Università di Macerata e il Comune di Ussita rilanciano il modello elaborato insieme per una fiscalità dal volto umano, basata sulla detassazione delle imprese.
“Avevamo presentato il nostro progetto al presidente della Repubblica Mattarella in occasione della sua visita a Ussita lo scorso 25 novembre – ha spiegato in conferenza stampa il rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato -. Oggi vogliamo fare un passaggio ulteriore e riproporlo alla luce del recente decreto emanato dal Consiglio dei Ministri. Sembra che il concetto di zona franca sia già entrato all’interno della discussione. Noi vogliamo offrire elementi concreti al dibattito parlamentare di conversione del decreto legge in legge, elementi che possano incoraggiare la ripresa economica e la ricostruzione della comunità”.
“Ho notato subito nel rettore Adornato e nel prof. Rivetti – ha detto il sindaco di Ussita Marco Rinaldi – una condivisione della nostra preoccupazione: la desertificazione del territorio. Noi vogliamo proporre una soluzione di carattere tecnico per tentare di rilanciare economicamente quelle zone. E’ possibile invertire la perdita demografica solo con l’aumento dell’occupazione, incentivando idee fresche e capitali nuovi. Già sono stato contattato personalmente da un’importante azienda alimentare italiana, intenzionata a finanziare la costituzione di greggi per rilanciare, a livello nazionale, il pecorino sopravvissano”.
Come spiegato dal professor Giuseppe Rivetti, titolare della cattedra di diritto tributario a Unimc che ha lavorato alle linee guida di quello che è stato ribattezzato “Modello Ussita”, il legislatore dovrebbe prevedere misure finalizzate a rendere i territori attrattivi per investimenti o attività e, quindi, non dovrebbe limitare le esenzioni solo ai soggetti residenti, ma estenderle anche ai soggetti economici, non residenti, che intendano investire nelle aree in questione, detassando gli utili prodotti, da questi ultimi, nei territori del cratere. “Un’impresa agricola, familiare, una piccola o media impresa commerciale, caratterizzata da difficoltà strutturali – ha sottolineato Rivetti – rischia di non essere interessata alle esenzioni, poiché il problema primario è rappresentato dalla ristrutturazione, se non dalla regolare produzione. Solo collegamenti con altre imprese nazionali o internazionali operanti nello stesso settore possono, nell’immediato, favorire la rinascita economica di quelle realtà. Al tempo stesso tali investimenti, fondati anche su forme di responsabilità sociale dell’impresa, contribuiscono al progresso economico e sociale delle popolazioni colpite da eventi sismici”.
Le misure proposte, compatibili con l’ordinamento tributario nazionale e il diritto dell’Unione Europea, prevedono una fiscalità privilegiata per famiglie, imprenditoria – in particolare quella giovanile – e professioni localizzate o che intendono localizzare attività economiche oppure investire nelle aree del sisma, sotto forma di esenzione dalle imposte sui redditi (Irpef/Ires), dall’imposta regionale sulle attività produttive (Irap), dai tributi locali, dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente/assimilati e il riconoscimento delle detrazioni per le spese di ristrutturazione emessa in sicurezza degli immobili in cinque anni.
“E’ necessario pianificare un futuro possibile per il nostro territorio – ha dichiarato il presidente di Italia Nostra per la provincia di Macerata Antonio Pagnanelli – e vogliamo sostenere questa iniziativa dell’Università di Macerata che riteniamo fondamentale. Vogliamo invertire la tendenza politica regionale, delle cui scelte hanno risentito maggiormente i territori: la montagna è stata abbandonata da tempo”.
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