La Cina come modello di ricostruzione

 
Se ne è parlato alla Winter School di Unimc, occasione anche per formalizzare attraverso un accordo la collaborazione attiva già da tempo tra l’Università di Macerata e il Politecnico di Torino, che dal 2016 ha varato un piano strategico con il paese asiatico.
 
Macerata, 2017-02-21 – Per quanto riguarda la gestione dei grandi rischi e la salvaguardia del patrimonio artistico culturale la Cina presenta casi che possono fare da cartina da tornasole per l’Italia. Da queste premesse si è mossa l’annuale Winter School che si è tenuto oggi a Macerata organizzata dall’Istituto Confucio dell’Università insieme al China Center, in collaborazione con la Fondazione Symbola.
“L’Università di Macerata – ha commentato il rettore Francesco Adornato, che ha portato il saluto insieme al presidente dell’Istituto Confucio Luigi Lacchè – vuole offrire il proprio contribuito per ricostruire un nuovo skyline che parte dalle case, ma anche dalle comunità e dai beni culturali. E lo possiamo fare muovendoci all’interno di un importante orizzonte culturale, quello della Cina, grazie a un rapporto privilegiato con le Università cinesi e, attraverso l’Istituto Confucio, con strutture istituzionali”.
 
“La Cina – ha spiegato il direttore dell’Istituto Confucio Giorgio Trentin – si interroga forse tardi sul rapporto fra ambiente e sviluppo, per il quale ha pagato un prezzo molto alto, come la desertificazione. Ma sta dimostrando, attraverso grandi piani nazionali, di aver preso in considerazione il problema, mentre noi ci troviamo a mettere mano alla progettazione solo al momento del rischio. La Cina possiede uno dei più vasti patrimoni artistici e culturali del pianeta, ma lavora alla loro riqualificazione da un punto di vista prettamente turistico, mentre per noi è fondamentale mantenere l’identità”.
 
L’evento, coordinato dalla direttrice del China Center Francesca Spigarelli, ha offerto l’occasione anche per formalizzare attraverso un accordo la collaborazione attiva già da tempo tra l’Università di Macerata e il Politecnico di Torino, che dal 2016 ha varato un piano strategico con il paese asiatico e vanta collaborazioni con i più prestigiosi atenei cinesi in una logica di complementarietà tra le scienze umane e sociali e quelle tecnico ingegneristiche. Uno dei relatori principali al convegno di oggi è stato il prorettore e ingegnere Bernardino Chiaia, esperto conosciutissimo a livello nazionale e internazionale nella gestione dei rischi, collegata principalmente al sisma. Sono stati inoltre presentate idee e proposte provenienti dal territorio, che possono generare opportunità di crescita per le zone ferite dai recenti terremoti, attraverso gli interventi di Elisabetta Muscolo di Invitalia; Sara Vegni di ActionAid; Lorenzo Perone di onData; Francesca Pulcini di Legambiente Marche, Silvia Spinaci della Cisl, David Taddei della Cgil, Paola Nicolini, Mara Cerquetti e Giuseppe Rivetti di Unimc.
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