Parco nazionale dei Monti Sibillini: la posizione sul piano d’azione per la gestione del lupo
La Conferenza Stato – Regioni, che riunisce Ministero dell’Ambiente e rappresentanti delle Regioni, ha deciso di rinviare al 23 febbraio prossimo la discussione del Piano per la conservazione e gestione del lupo che prevede, tra l’altro, la possibilità di abbattere questa specie, anche se in casi limitati.
Visso, 2017-02-03 – Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini era stato chiamato a formulare delle osservazioni, tramite i suo tecnici, nell’ambito di un gruppo che includeva i massimi esperti di lupo a livello nazionale. Le osservazioni del Parco, peraltro in linea anche con la posizione di diverse altre aree protette, sono state critiche in merito alla possibilità di prevedere l’abbattimento di lupi, seppure in particolari circostanze e in misura molto limitata. Si ritiene infatti che tale previsione non solo non appaia risolutiva nei confronti del conflitto tra coesistenza delle attività zootecniche e conservazione di questa specie di interesse comunitario, ma rischi di trasformarsi in un palliativo tale da mettere in secondo piano attività di fondamentale importanza, ma tuttora non sempre adeguatamente attuate, come l’adozione di sistemi di difesa del bestiame e la prevenzione del randagismo canino. Quest’ultimo fenomeno, in particolare, appare in crescita e costituisce un serio problema sia per i danni alla zootecnia sia per la diffusione di ibridi tra lupo e cane che attualmente rappresentano una delle principali minacce per la conservazione del lupo. La posizione del Parco è in linea anche con quella di molte associazioni ambientaliste e di Federparchi, che in un comunicato, a nome del suo presidente Giampiero Sammuri, ha evidenziato che l’abbattimento del lupo, proprio perché azione poco significativa, andrebbe stralciata dal piano, per indirizzare il confronto su tutto il resto che ha invece una valenza molto maggiore.
Il Parco effettua un costante monitoraggio del lupo nel proprio territorio con diverse tecniche, tra cui il tracciamento su neve, l’ululato indotto, le analisi genetiche, le videotrappole e la localizzazione satellitare; i dati del monitoraggio indicano che nel 2016 il numero di lupi nel territorio del Parco era compreso tra 35 e 43, suddivisi in gruppi familiari ciascuno composto da un numero di individui variabile da 2 a 9. Il Parco attua diverse misure per mitigare il conflitto con gli allevatori, soprattutto mediante la fornitura di recinzioni elettrificate per la prevenzione dei danni. La mortalità per cause antropiche è purtroppo piuttosto alta e, tra il 2103 e il 2016, sono stati ritrovati 12 lupi morti, di cui 3 per avvelenamento, 5 investiti da autoveicoli, 2 per bracconaggio, 1 per rogna e 1 per cause ignote.
Ricordiamo che non sono mai stati effettuati interventi di reintroduzione o ripopolamento di lupi non solo nel Parco ma nell’intero territorio nazionale, e che il lupo in Italia non costituisce alcun pericolo per l’uomo. Rappresenta anzi una specie simbolo che affascina e attrae visitatori nelle aree in cui è presente, come dimostra anche l’attenzione dell’opinione pubblica che in questi giorni si è mobilitata per scongiurare l’adozione della misura.
A tal proposito, in calce al comunicato, informiamo che è possibile visionare sulla pagina facebook del Parco un video realizzato nei giorni scorsi, in cui si racconta la storia del lupo Merlino, accolto e custodito nel centro faunistico di Castelsantangelo sul Nera.
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