Terre In Moto: “Chi sta giocando sulla pelle dei terremotati?” dopo il presidio alla Regione Marche
– Comunicato di TerreInMoto dopo il presidio alla Regione Marche
2017-02-24 – In questi mesi abbiamo più volte sottolineato che qualcosa, nel meccanismo degli interventi, non va. Ritardi, comunicazioni insufficienti e una sensazione generale di caos hanno accompagnato la vita delle popolazioni del cratere e di chi sta seguendo da vicino la questione. Si è parlato più volte di strategia dell’abbandono come di un meccanismo, in parte voluto e in parte dovuto all’inefficienza, che porterà allo spopolamento di fatto delle aree interne colpite dal terremoto.
Mercoledi 22 febbraio, a seguito di un partecipato presidio ad Ancona davanti al palazzo della Giunta della Regione, una nostra delegazione ha incontrato alcuni rappresentanti della Regione Marche: Cesare Spuri quale responsabile dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche, Sara Giannini e Fabio Sturani, rispettivamente consulente per le attività economiche e capo staff di Ceriscioli. Nel corso dell’incontro abbiamo fatto presenti quali a nostro avviso sono state le problematiche principali, i ritardi più gravi, le lacune negli interventi e i deficit di comunicazione della Regione rispetto alla cittadinanza. Abbiamo consegnato loro anche il documento in cui abbiamo elencato quelle che a nostro avviso sono al momento le dieci priorità.
Alla nostra richiesta di un Consiglio Regionale aperto che dia la possibilità ai cittadini terremotati di incontrare direttamente le istituzioni è stato risposto che non ce ne è bisogno in quanto Cerisicioli ed i membri della giunta sono sempre presenti sul territorio ed incontrano quotidianamente i terremotati. A seguito dell’incontro la Regione ha anche diramato un comunicato in cui tra l’altro si afferma che “La Regione non ha mai abbandonato nessuno, il dialogo con i Comuni e gli amministratori è costante per normare e definire ogni azione”.
Mentre la nostra delegazione usciva dall’incontro, e la Regione diceva sostanzialmente che dobbiamo stare tranquilli perché lo Stato in tutta la sua linea di comando sta lavorando insieme nonostante lo scenario devastante, un’inquietante registrazione audio del Commissario straordinario Errani iniziava a circolare sul sito del settimanale Panorama.
L’audio fa riferimento a dichiarazioni di Errani effettuate giovedì 16 febbraio ad un incontro con sindaci e amministratori regionali, presso la sede del CONI di Ancona. Il Commissario afferma: “[…] Perché non c’è dubbio che abbiamo avuto quattro terremoti, la dimensione è stratosferica, tutto ciò, tuttavia, che è vero, e che è fondamentale, non risolve il fatto che non riusciamo ad andare avanti su alcune cose. Macerie, stalle, casette: questa non è ricostruzione, non è ricostruzione. Questa è la gestione dell’emergenza. Bisogna cambiare. Cambiare. E bisogna dare e fare un’altra governance, sennò non ce la faremo. Non mi interessano le polemiche sui giornali e tutto il resto, non mi interessa niente.”
Cose che se fossero state affermate da noi sarebbero state derubricate come fatte dai soliti appartenenti “all’Italia del no”, agli “irriducibili montanari”, o chissà cos’altro.
Errani continua dicendo che “non esiste il fatto che per cominciare a fare le casette, che non è ciò che devo fare io, si attenda di avere il fabbisogno definitivo di tutte le casette. Non esiste che per fare le stalle bisogna metterci tutto questo tempo, non esiste.” Come dovremmo sentirci noi, considerando che nel corso dell’incontro in Regione di qualche ora prima ci era stato detto l’esatto contrario? E cioè che siccome la spesa è alta e i lavori complessi occorre aspettare di avere numeri certi e definitivi!
Sempre Errani il 16 febbraio conclude con “Bisogna che ci diamo un’organizzazione, sennò non riusciamo a rispondere ai problemi… Non esiste la centralizzazione della ricostruzione e l’impianto normativo non è centralizzato…”.
Paragoniamo queste dichiarazioni a quanto Fabrizio Curcio (Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale) affermava qualche settimana fa a seguito delle polemiche divampate con l’emergenza neve: “Chi avanza inutili critiche non ha forse capito che sta attaccando il Sistema Paese”. Sempre Curcio solo un paio di giorni fa però afferma a proposito dei problemi legati agli sfollati lungo la costa: “E’ chiaro che basterebbe fare una buona programmazione, i posti letto ci sono, e sono tanti. Bastano per tutti. E’ necessario pero’ che la Regione, oltre che accertarsi della disponibilità degli albergatori, faccia colloqui con gli sfollati stessi. Non sono pacchi, sono persone“.
Noi mettiamo insieme tutte queste dichiarazioni e le confrontiamo con quanto ci è stato detto durante l’incontro in Regione sia dalla componente tecnica che da quella politica della Giunta Regionale e ci chiediamo quale partita si stia giocando sulla nostra pelle, sulla pelle di chi è senza casa e senza un’idea di futuro. Chiediamo a tutta la catena istituzionale nazionale e regionale: a quale gioco state giocando? Per quanto tempo continuerete a dirci che è tutto a posto?
A seguito delle già citate dichiarazioni di Errani molti sindaci si sono subito schierati con il Commissario dichiarando grossomodo “lo dicevo io”, altri sono rimasti invece in silenzio, in quella che è molto probabilmente una partita tutta politica. Vogliamo in questo senso aggiungere un altro elemento a questa situazione: all’incontro del 16 febbraio in cui il Commisario Errani ha fatto quelle dichiarazioni erano presenti, oltre a Ceriscioli ed altri membri della giunta regionale, anche molti sindaci (non sappiamo quali) del cratere. Ci chiediamo: è possibile che di fronte a dichiarazioni così gravi di Errani, che toccano la vita di tutti noi, si debba aspettare lo “scoop” di Panorama? I sindaci, che sono nella catena di comando il soggetto più vicino alla cittadinanza, non avrebbero dovuto lanciare un grido di allarme? Non avrebbero dovuto dirci cosa era emerso dall’incontro con Errani?
In queste ore si stanno susseguendo deboli smentite da parte di tutti gli interessati, ma il quadro è piuttosto chiaro: da un lato si cerca di limitare il più possibile l’autogestione dei territori e le pratiche “dal basso” e dell’altra a livello istituzionale regna il caos più totale.
Tutta questa situazione è inaccettabile! Ed è inaccettabile soprattutto che si cerchi di derubricare le problematiche come questioni meramente tecniche quando la responsabilità è tutta politica.
Terre In Moto
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