Per compravendita di armamenti, niente crisi in Italia nel 2016
di Raffaella Milandri
Stiamo andando verso la pace o verso la guerra? Ci sono andamenti internazionali che ci sfuggono, movimenti di cui non siamo a conoscenza o che nemmeno sospettiamo? La impressione generale, leggendo le ultime notizie in particolare sul fonte Trump e su quello Kim Jong Un, è che si stia riaccendendo la corsa agli armamenti, nucleari e non, molto più che in passato. E’ vero, o questa corsa in realtà non si è mai fermata? Quali Paesi comprano armi? Quali Paesi le vendono, e a chi? L’istituto internazionale indipendente di ricerca Stockholm International Peace Research Institute relaziona sulla compravendita di armamenti, inclusi quelli nucleari , biologici e chimici. La lettura del database non è certo tranquillizzante e dà luogo a molte riflessioni.
Vediamo la classifica per fatturato 2016 dei Paesi che esportano armi e i cambiamenti rispetto al mercato del 2015. Rimangono stabili, nel 2016, rispettivamente gli Stati Uniti al primo posto e la Russia al secondo posto. Del resto, USA e Russia sono i maggiori fornitori di armi dal 1950. Balzo in avanti per la Germania al terzo posto, che sorpassa la Francia, ora al quarto posto. Al quinto posto si riconferma la Cina, mentre sale dal settimo al sesto posto l’Inghilterra, e dall’ottavo posto sale al settimo Israele. Scala una posizione in avanti anche l’Italia, che si posiziona come ottavo paese esportatore di armi. Il vero balzo in avanti lo fa la Sud Corea, che da diciassettesimo posto del 2015 arriva al nono posto. E la Ucraina, dal tredicesimo passa al decimo posto. Perdono posizioni la Spagna, dal sesto all’undicesimo, e infine l’Olanda, dal decimo al dodicesimo. Riepiloghiamo i primi 12 Paesi al mondo per fatturato in vendita di armi: 1 Stati Uniti; 2 Russia, 3 Germania; 4 Francia; 5 Cina; 6 Inghilterra; 7 Israele; 8 Italia; 9 Sud Corea; 10 Ucraina; 11 Spagna; 12 Olanda. Quali Paesi sono tra i primi clienti di questi esportatori di armi? Vediamo sempre la classifica degli importatori d’armi del 2016 paragonati ai dati del 2015. Al primo posto si conferma l’Arabia Saudita, mentre l’Algeria balza dall’ottavo posto al secondo. L’India scende dal secondo al terzo posto. L’Iraq sale dal quinto al quarto posto e l’Egitto scende dal quarto al quinto. La Sud Corea non solo ha fatto un grande balzo come esportatore, ma come importatore addirittura passa dal ventottesimo posto al sesto. L’Italia passa dal ventiseiesimo al dodicesimo posto per l’acquisto di armamenti. Quindi ecco i primi 12 Paesi al mondo per fatturato in acquisto di armi nel 2016 1 Arabia Saudita; 2 Algeria; 3 India; 4 Iraq; 5 Egitto; 6 Sud Corea; 7 Emirati Arabi; 8 Vietnam; 9 Australia; 10 China; 11 Qatar; 12 Italia. In merito all’Italia, nel 2015 la esportazione di armamenti è praticamente triplicata, passando a 7,9 miliardi di euro rispetto ai 2,6 del 2014. Trai primi clienti, la Arabia Saudita e paesi in guerra, in barba alla legge 185/1990 e successive modifiche, che disciplina le esportazioni militari italiane. Per la legge, sarebbe in realtà proibita la vendita di armi a Paesi in stato di conflitto, e sarebbe da applicare un sistema di autorizzazioni e controlli molto severo. E’ ovvio pensare che questa legge sia stata sminuita e aggirata col passare degli anni. Al primo posto come produttore di armi in Italia, la Finmeccanica, che rientra tra i primi dieci produttori di armi al mondo, e che è di proprietà del Governo Italiano al 30,2%, e il resto di privati.
La riflessione è scontata: se il nostro governo guadagna dalla vendita di armi, è una stessa legge italiana che dovrebbe ridurre tale vendita. Gli interessi in ballo sono davvero alti: la spesa per gli armamenti nel mondo nel 2015 è stata stimata a 1676 miliardi di dollari, equivalente a circa 220 dollari per ogni abitante della Terra. Insomma: c’è del marcio in Danimarca, diceva la guardia di Re Marcello nell’Amleto di Shakespeare.
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