L’Ordine di Macerata agli architetti: siate paladini di una ricostruzione autentica, ponderata e duratura
SISMA, ANCORA 23MILA SOPRALLUOGHI E CALO DEI VOLONTARI. L’APPELLO DEL PRESIDENTE FUSARI
MACERATA – Il tempo stringe e il lavoro da fare è ancora tanto. È questa la difficile situazione che emerge prepotente ad oggi dai dati raccolti dal CCR, il Centro di Coordinamento della Ricostruzione post sisma della Provincia di Macerata che attesta che sugli oltre 90 mila sopralluoghi richiesti, ad oggi ne mancano all’appello ancora ben 23 mila. Il termine ultimo posto dal Governo, seppur ordinatorio, per depositare i progetti della ricostruzione leggera è il 31 di luglio mentre per quello per la pesante è il 31 di dicembre. Tempi oramai stretti soprattutto a fronte del preoccupante calo delle disponibilità volontarie dei tecnici, il 98% in meno già a partire dal periodo antecedente la Pasqua.
Non tarda a farsi sentire il Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Macerata, Enzo Fusari che interviene sia in merito alla chiamata al senso di responsabilità degli iscritti affinché ripartano per i sopralluoghi Fast, che per la tipologia di lavoro da svolgere nella ricostruzione leggera. Ciò che emerge dalle Fast infatti e che viene rilevato dall’Ordine degli Architetti di Macerata è la presenza di danni principalmente in manufatti con murature a secco molto datati e mai manutenzionati, in edifici manomessi impropriamente e in edifici progettati e realizzati a risparmio. «La lezione da imparare è che costruire nelle nostre zone significa farlo a regola d’arte sia dal punto di vista tecnico che nella scelta dei materiali, oltre che sia d’obbligo operare una manutenzione periodica dell’immobile – prosegue Fusari – compiti questi che spettano a progettisti e imprese in primis e poi ai singoli proprietari i quali devono essere resi edotti circa le manutenzioni necessarie nel tempo.»
La maggior parte di ciò che oggi è lesionato non ha obbedito a queste logiche ed è proprio questo patrimonio, in particolare quello della ricostruzione leggera, che fa proccupare «Per questi tipi di edifici in cui è stato riscontrato un danno lieve, non è previsto alcuno studio fenomenologico dell’accaduto – sottolinea il Presidente dell’Ordine – ciò significa che, mancando verifiche approfondite, si finisce con l’ignorare la dinamica che ha causato quel danno e che con ogni probabilità lo ricauserà con una prossima scossa. Gli interventi riparatori che vengono quindi effettuati senza conoscenze adeguate e studi approfonditi, – spiega Fusari – potrebbero addirittura peggiorare la situazione, creando disomogeneità e disequilibrio nell’edificio e rendendolo ancora più fragile nelle possibili scosse future. I tecnici – prosegue Presidente Fusari – hanno l’obbligo deontologico nonché morale di approfondire lo studio degli interventi, in particolare quelli inerenti la ricostruzione leggera, affinché vengano effettuate riparazioni globali preventive e risolutive atte a riconsegnare al Paese un patrimonio immobiliare idoneo alle zone sismiche e non “rappezzato” e passibile di nuovi e più gravi danni».
La situazione preoccupante spinge quindi il Presidente Fusari a rivolgere un doppio appello. Un primo proprio a tutti gli architetti dell’ordine affinché tornino ad ingrossare le fila dei volontari per effettuare i sopralluoghi e affinché si facciano veri e propri paladini di una ricostruzione autentica, ponderata e duratura. Il secondo appello è invece rivolto agli organi competenti affinché vi sia un ragionevole slittamento dei termini e una fattiva collaborazione nella convalida degli interventi proposti a favore proprio di quella cittadinanza ora disagiata e fuori casa che deve poter tornare ad abitare immobili riparati e sicuri, rispondenti pienamente alle problematiche sismiche future.
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