Non solo parole…

 
 

L’ITALIA NON È UN PAESE PER GIOVANI
 
 
di Gaia Di Bonaventura e Matteo Di Girolamo dell’I.I.S. “A. Capriotti” *
 
 
San Benedetto del Tronto, 2017-04-02 – I dati recenti forniti dall’ISTAT ci rendono ancora più consapevoli del fatto che la popolazione italiana sta invecchiando sempre di più: nel 2016 sono nati solo 474 mila bambini contro 608 mila morti.
Il fenomeno del drastico calo delle nascite è ovviamente molto significativo e chiara appare la responsabilità della politica in questo campo.
Oggi i giovani sono demotivati, disorientati e scoraggiati da uno Stato che sa solo pretendere da loro, definendoli perfino “bamboccioni” e invitandoli, magari dopo circa venti anni di studio e formazione, a trovare fortuna all’estero, perché ritenuti “inutili” in patria. Questi stessi giovani come possono creare una famiglia e scegliere di mettere al mondo dei figli? Con quale prospettiva?
Dalla politica arrivano solo interventi effimeri, limitati all’elargizione di qualche bonus qua e là o di una tantum che non risolvono la questione e non aiutano le coppie a progettare, pensare e organizzare il loro futuro.
I giovani non vanno abbandonati nell’incertezza di un posto di lavoro che non c’è e, se presente, è saltuario, a volte anche di poche settimane. Occorrono politiche a sostegno della famiglia nei suoi normali compiti di vita quotidiana, a partire da un fisco più equo per i nuclei familiari numerosi. Questo sarebbe il primo fattore di protezione e prevenzione dalla povertà e dalla marginalità, più efficace di politiche riparatorie e semplicemente assistenziali per chi ha già gravi difficoltà.
Lo Stato dovrebbe riconoscere nella famiglia il punto di partenza di una società più attiva e più competitiva anche a livello economico, invece di registrare impotente i dati statistici ogni anno più preoccupanti di un vecchio Paese fatto di culle vuote.
 
 
* I.I.S. “A. Capriotti” di San Benedetto del Tronto
 
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