Concorso Violinistico Postacchini:
CONCORSO POSTACCHINI, NEMMENO UN ITALIANO IN SEMIFINALE PER LA CATEGORIA DEI PIÙ GRANDI
Forti gli asiatici tra i maggiori. Il liutaio Bifulco racconta il violino premio al vincitore assoluto
FERMO – Seconda giornata ad alta intensità quella di ieri (domenica 21) per il Concorso Violinistico Internazionale “Andrea Postacchini” che ha già chiamato i sette giurati capitanati dal M° Boris Kushnir ad una prima scrematura, quella della categoria D, dai 22 ai 35 anni.
Nemmeno un italiano ad aver superato il turno e sono solo in 10 coloro che accederanno alla semifinale di martedì: il francese Boris Blanco, i cinesi Mao Yiming, Tang Yun e Tse Cheuk Name, le giapponesi Masaoka Eri, Tomotaki Mayu e la finalista nella passata edizione Yukiko Uno, la spagnola Anna Milman, il polacco Szymon Nasciszewski e la rumena Ioana Elisabeta Olteanu.
Intanto nel pomeriggio a calcare il palco del Teatro dell’Aquila i primi concorrenti della categoria C, quella dai 17 ai 21 anni. Tante speranze, sorrisi, tensione e grande concentrazione. Qualcuno si sbottona raccontando delle tante ore di studio, qualcun altro rimane in disparte per esorcizzare lo stress da competizione. «E’ la prima volta per me al Postacchini – racconta Ulisse Mazzon, 17 anni di San Donà di Piave, Venezia – ho fatto altri concorsi ma nessuno così importante. Ho iniziato a suonare il violino a 6 anni, mi è sempre piaciuto – sorride – da piccolo simulavo l’atto di suonarlo prendendo una paletta e poggiandola sulla spalla. È una grande prova questa per un violinista, la giuria è di altissimo spessore, la fama del Presidente Boris Kushnir è mondiale. Affronto la prova –conclude – con consapevolezza e tranquillità». Racconta anche un piccolo aneddoto-leggenda, quello di un collezionista veneziano che diede in prestito un prestigioso violino al M° Sonig Tchakerian, membro della giuria del Postacchini di questa edizione, e le portò fortuna al Concorso Violinistico Paganini di Genova.
E intanto in molti giovani violinisti visitano la mostra del M° liutaio Giuseppe Bifulco fantasticando sul violino primo premio al vincitore assoluto. Durante un break è il M° Christofe Giovaninetti a provare il prezioso strumento e ad apprezzarne le qualità.
«Si tratta di un modello personale ispirato al Guarnieri del ‘700 – spiega il liutaio Bifulco – eseguito seguendo i canoni classici della costruzione. È composto con acero dei Balcani e abete della Val di Fiemme. Per realizzarlo – spiega – ci ho impiegato un mese e mezzo di lavoro e se dovessimo attribuirgli un valore economico direi che costerebbe circa 5 mila euro». Un lavoro appassionato e appassionante, come quello che solo un artigiano e un artista sanno coniugare. «Frequentavo Biologia all’Università di Napoli – racconta – ma poi ho capito che volevo fare altro nella vita. Mi sono avvicinato all’arte della liuteria attraverso un gruppo di liutai napoletani. Ne ho frequentato la bottega, poi ho frequentato corsi a Milano e Cremona». Tanta strada percorsa e tanta ancora da fare spiega il M° Bifulco, che confessa di voler approfondire il discorso del restauro di strumenti antichi.
Intanto domani ultimi ascolti per la categoria C e poi si scoprirà chi potrà accedere alla finale di categoria di mercoledì 24.
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