Raffaella Milandri, “In Alaska”: alto gradimento e successo di pubblico all’auditorium
San Benedetto del Tronto, 2017-05-27 – La presentazione dell’ultimo e quarto libro di Raffaella Milandri, sabato 27 maggio all’Auditorium di San Benedetto, ha avuto un ottimo gradimento. Condotta in maniera impeccabile dal giornalista Pier Paolo Flammini, con la introduzione dell’Assessore alle Pari Opportunità Antonella Baiocchi, con un graditissimo intervento musicale dei Faber Acustic, la presentazione è stata accessibile ai non udenti. Parlando di “In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi” si sono toccate le tematiche care alla autrice, attivista per i diritti umani: il rischio di estinzione dei popoli indigeni, la salvaguardia dell’ambiente, la necessità di “umanizzare” lo stile di vita moderno. Un incontro di due ore che ha incantato i presenti con le immagini dell’Alaska e con le tradizioni del popolo Inuit, e durante il quale si è esplorato il concetto profondo di libertà. “Un assaggio di libertà è guidare per 1000 km senza incontrare anima viva, e senza segnale sul cellulare. Ma la libertà vera, quella dello spirito, ha un costo molto alto. Purtuttavia, vale la pena di pagarlo”, dice la Milandri, che nel suo libro racconta due suoi viaggi avventurosi in Alaska, uno in estate e uno in inverno, tra cercatori d’oro, cacciatori di balene, e “uomini liberi”. Parlando di pericoli, il giornalista Flammini ha chiesto se in Alaska ci siano più pericoli per una donna sola. “Il pericolo della natura selvaggia dell’Alaska-ha risposto l’autrice- è uguale sia per uomini che per donne: oggi siamo impreparati a basarci sui nostri cinque sensi per sopravvivere. Lassù nel profondo nord, siamo inermi di fronte alla Natura signora e padrona, che senza pietà violiamo e dissacriamo ovunque nel mondo”.
“In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi” è già disponibile alla Bibliofila di San Benedetto del Tronto Mimmo La Bibliofila
Dalla prossima settimana si può trovare o ordinare in tutte le librerie italiane e su tutte le librerie online
Raffaella, questo è il tuo quarto libro, giusto?
Sì, è il mio quarto libro in sei anni. Il primo è uscito nel 2011. Sono molto fiera che tutti i miei libri siano stati pubblicati per scelta e convinzione delle case editrici che hanno creduto in me e nei miei contenuti. E’ molto importante avere una distribuzione nazionale e una buona organizzazione alle spalle. Oggi esiste una vera e propria giungla di libri auto-pubblicati, chiunque può definirsi “autore” ma occorrerebbe una maggiore autocritica, secondo me.
Cosa significa per te scrivere, cosa vuoi comunicare nei tuoi libri?
I miei libri hanno un filo comune: la narrazione di un mio avventuroso viaggio in solitaria, la storia di un popolo indigeno da salvare, e il racconto dell’ incredibile abisso che separa ormai l’uomo “globalizzato” dalla natura e dalla essenza stessa dell’essere umano. Siamo vittime di una alienazione, di uno sradicamento straziante da noi stessi, causato in primis dalle necessità economiche e finanziarie di chi governa il mondo. Per me scrivere vuol dire entrare in sintonia col lettore, scrivere per lui e mai per me stessa: nelle mie intenzioni, ciò che scrivo deve aiutare a sentire, vedere attraverso i miei occhi, e a riflettere sulla straordinaria diversità che ci circonda, al di là della nostra routine e dei nostri binari “moderni”. Ci hanno costruito attorno un mondo deprimente dove denaro, cemento, inquinamento creano le sbarre della nostra gabbia. Ma al di là di queste sbarre, ci sono posti meravigliosi e popoli straordinari da difendere. Sono tanti i film oggi che dipingono la umanità in fuga verso nuovi pianeti. Ma esistono ancora “altri pianeti” fatti di luoghi e di animi umani sulla terra, da proteggere e conservare.
Parlaci del tuo nuovo libro.
Ecco, in “In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi”, prendo il lettore per mano, insieme a me, fin dalla prima pagina. Gli faccio vivere la mia esperienza, conoscere e amare paesaggi fantastici e persone stupende come il capitano Roy e il cercatore d’oro John. Gli rivelo i miei demoni e eroi, gli apro la mia valigia piena di paura e coraggio appallottolati insieme. E’ un libro più intimista dei precedenti, io sono -come i miei lettori- una persona che vive in un contesto “moderno” dove non si è abituati a usare i cinque sensi per sopravvivere. E’ un viaggio “into the wild”, nel pericolo della natura, ma anche dentro se stessi. L’Alaska è il Paese degli Uomini Liberi, ma la libertà ha un prezzo caro da pagare.
Prossimi progetti?
Ultimamente ho dovuto ridurre i viaggi, sia per un problema alla spalla, causato dallo zaino troppo pesante, sia per gli impegni con la Omnibus Omnes, la onlus di cui sono presidente e fondatrice. Sto meditando il prossimo viaggio, un ritorno all’Africa, e un nuovo libro sull’anticonsumismo, che è un manifesto dell’uomo libero…
Raffaella Milandri: “In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi”
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