Geologia dell’UniCam accreditata al Centro di Microzonazione Sismica
Camerino, 23 giugno 2017 – La sezione di Geologia dell’Università di Camerino ha ottenuto l’associatura al Centro di Microzonazione Sismica e le sue applicazioni (CentroMS) del CNR.
“Il CentroMS – ha dichiarato il prof. Piero Farabollini, docente della sezione di Geologia Unicam e coordinatore delle attività legate alla microzonazione sismica – che fa capo al CNR e al quale partecipano università e enti di ricerca, è la struttura individuata dal Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani per coordinare le attività di microzonazione sismica della zona del cratere e di conseguenza è anche il punto di riferimento per tutte quelle attività che riguardano la ricostruzione post-sismica.
Questo accreditamento all’interno del Centro è quindi molto importante perché riconosce l’impegno di Unicam in questo settore e conferma la qualità del lavoro che l’Ateneo svolge da tempo mettendo a disposizione del territorio le proprie competenze e conoscenze”.
“Il progetto che ci è stato assegnato – ha affermato il prof. Emanuele Tondi, Responsabile della Sezione di Geologia Unicam – riguarda lo studio geologico e morfostrutturale delle faglie attive e capaci del territorio del cratere che insiste nella Regione Marche.
Lo studio va effettuato seguendo le linee guida che riguardano le faglie attive e capaci del 2015: per attive si intendono quelle faglie che in futuro possono generare dei terremoti, per capaci si intendono quelle che sono in grado di generare fagliazione superficiale e quindi associate a terremoti medi e forti. Lo studio di microzonazione, quindi, oltre a valutare le amplificazioni che vari terreni di fondazione possono avere nel momento in cui si verifica un terremoto, riguarda anche la presenza di faglie, che vanno individuate, caratterizzate e zonate”.
“Conoscere dove sono le faglie e caratterizzarle – ha proseguito il prof. Tondi – sarà poi molto importante anche per avere una pianificazione territoriale legata alle infrastrutture, quali strade, dighe, viadotti che attraversano l’Appennino”.
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