Musicultura, buona la prima
MUSICULTURA PRIMA SERATA: ALLO SFERISTERIO DEBUTTANO I FINALISTI. UNO SHOW DI ALTO LIVELLO
Grande allestimento e tante emozioni. Stasera in arena arriva Giorgia e La Rappresentante di Lista
MACERATA – Buona la prima per Musicultura, il festival della canzone popolare e d’autore che, proprio ieri sera, ha debuttato con la prima delle tre serate finali allo Sferisterio di Macerata. Una ventottesima edizione, questa, che fa cambiare passo alla manifestazione dalle lontanissime origini recanatesi. Non è solo la serata finale di domenica in diretta su Rai 1 ad aver segnato profondamente il cambiamento, ma è tutta la macchina che, dopo un collaudo lungo, ora scende in pista pronta a gareggiare su un circuito sempre più nazionale.
La serata di apertura, abilmente condotta dal solito Fabrizio Frizzi, così accoglie gli spettatori di uno Sferisterio pieno come ormai da tradizione, in una serata ben più calda di quelle che solitamente si ricordino, con un allestimento degno di mamma Rai. La percezione è quella di essere davanti ad uno spettacolo davvero di altro livello. Sul palco ieri sera hanno sfilato l’uno dopo l’altro tutti e otto i finalisti dell’edizione in gara per il primo premio, l’assegno da 20mila euro staccato da Ubi Banca. A rompere il ghiaccio Nico Gulino da Catania con “La musica non passa”, un po’ di swing, giocosità e una buona tenuta di palco. Segue Francesca Sarasso da Vercelli con “Non c’incontriamo mai”, una ballad in perfetto stile pop-sanremese che rimane in testa e scuote le corde giuste del pubblico. Direttamente da Bologna poi Bob Messini, volto noto della tv e del cinema, che con “Statistica” rintraccia un po’ lo stile romagnolo alla Baccini di piano e voce con un pizzico di ironia in più. Alessandro Sipolo da Brescia introduce la sua canzone “Cresceremo anche noi” con lo slogan femminista “Il privato è politico” per parlare di una violenza domestica e sociale che radicalizza nella differenza di genere e nei ruoli stantii uomo-donna una disparità inaccettabile. La sua lettera di scusa alle donne è cantata con un collage di colori che vanno dalla voce calda che ricorda un po’ quella di Enrique Bunbury degli Heroes del Silencio a quella intensa e profondità di un certo De Andrè, sino a dei tratteggi di Enriquez della Bandabardò. Dalla Puglia arriva poi Lovain, all’anagrafe Lorena Pizzoleo con “1, 2, 3”, voce molto intensa e buona capacità di gestirla, un valzer della vita in musica e un omaggio al viaggio. È italo-greco invece Francesco Papageorgiu che presenta la sua “Amo la vita da farmi male”, un brano fresco e canticchiabile, pop nel senso nobile della parola e con un buon testo. Segue Lucio Corsi da Grosseto con la storia paradossale di “Altalena Boy”, un brano che segue il flusso di certo cantautorato italiano contemporaneo orientato alla visionarietà e alla commistione di suggestioni e mondi al limite dell’immaginabile. Chiude poi Mirkoeilcane, Mirko Mancini, cantautore romano arguto e divertente, con un nome in perfetto stile indie italiano e un pezzo, “Per fortuna”, che nuota nel cantautorato capitolino contemporaneo capace di toccare temi drammatici con il sorriso sulle labbra per poi lasciare l’amaro nel cuore.
Il Premio Unimarche per il miglior testo va a Bob Messini mentre quello alla migliore interpretazione va a Lucio Corsi. Il pubblico della prima sera premia invece Mirkoeilcane, Francesco Papageorgiou, Francesca Sarasso e Alessandro Sipolo ma i giochi sono ancora tutti da farsi dal momento che la serata di oggi potrebbe radicalmente cambiare i risultati.
Terminata la prima parte dedicata ai giovani, la seconda, dopo il riferimento all’Admo di Macerata con il banco informazioni fuori dall’arena, il saluto all’attore Giulio Scarpati presente tra il pubblico, al Sindaco di Macerata Romano Carancini, al direttore artistico del Macerata Opera Festival Francesco Micheli e dopo l’intervento di John Vignola sulla letterarietà della forma canzone, si apre con l’energia di Teresa De Sio nel suo omaggio accorato a Pino Daniele che ricorda sul finale nell’immagine del dolce sorriso che le rivolgeva quando la chiamava sul palco a suonare con lui. Acclamatissimo Ermal Meta che troveremo allo Sferisterio il prossimo 3 settembre. Un’esibizione intimista che fa del cantautore albanese un tessitore intenso di atmosfere e parole. Sin dal suo esordio nel panorama italiano come cantante del gruppo “La fame di Camilla”, la vena oscura e malinconica della sua penna è emersa come mai gratuita e retorica ma sempre intrisa di vita vera. Piano e voce o voce e chitarra ferma il tempo allo Sferisterio e regala una magica atmosfera.
Con “Loving Ella”, Simona Molinari sale sul palco per omaggiare la grande Ella Fitzgerald e dà prova, semmai ce ne fosse ancora bisogno, della sua grande capacità di interprete jazz in grado di ammaliare il grande pubblico come già aveva fatto riempiendo il Blue Note di New York come giustamente ricorda anche Frizzi. A chiudere la serata, dopo la mezzanotte, il sound rigorosamente orientale e mediterraneo della Barcelona Gipsy Balkan Orchestra un melting pot culturale tra tradizione gitana, ritmi balcanici, suoni ebrei e atmosfere russe.
Questa sera si procederà ancora con il secondo ascolto degli otto finalisti e poi sold out per Giorgia, La Rappresentante di Lista, Daniele Sepe e Fausta Truffa. Intanto in centro, già a partire dalle 18 si affacceranno tra gli altri Paolo Benvegnù e Aldo Maria Valli.
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