Opera Jucunda, il fascino del Medioevo conquista l’Auditorium Pacetti
di Rosita Spinozzi
MONTEPRANDONE – Un fantastico viaggio a ritroso nel tempo che, oltre a far rivivere l’atmosfera del Medioevo attraverso scene di irresistibile comicità, pone l’accento sui toni poetici, simbolici e umani di un’epoca tanto lontana quanto significativa nel grande libro della storia. Un periodo travagliato e, al tempo stesso, ricco di fermento culturale e vitalità estrema espressa attraverso il linguaggio del corpo. In altre parole “Opera Jucunda”, l’applaudito spettacolo portato in scena, il 3 e 4 giugno all’Auditorium Pacetti, dal Teatro delle Foglie e il Corso Comunale di Teatro di Monteprandone con un’eccellente elaborazione del testo, regia, coreografia di Eugenia Brega e Paolo Clementi. ‘Opera Jucunda’, infatti, ha il merito di proporre in modo del tutto originale i personaggi tipici della tradizione popolare, che si esprimono in un particolare insieme di dialetti delle regioni settentrionali e centrali dell’Italia. Una lingua perfettamente comprensibile grazie alla forza della gestualità che accompagna la narrazione, e il talento espresso dai magnifici attori-allievi Roberta Barlocci, Sonia Burini, Rosario Calarco, Elisa De Luca, Marco Farina, Mariagrazia Giannone, Rosalina Manev, Sara Marconi Sciarroni, Jessica Marini, Palmiro Mignini, Daniela Narcisi, Linda Quinzi, Luca Rossi, Marina Stazi, Andrea Veccia, che hanno conquistato il numeroso pubblico presente con monologhi, dialoghi, danze medievali e canzoni, dando vita a diversi personaggi tratti per la maggior parte da testi anonimi ed altri presenti nelle antologie scolastiche. Ed è così che, in un tripudio di vesti, luci e colori, il palco dell’Auditorium Pacetti ha visto alternarsi testi giullareschi di sorprendente vitalità tra i quali “Nativitas rusticorum” di Matazone da Caligano, vari contrasti a canzonatura di tradizione popolare come quelli tra le due cognate litigiose, fra madri e figlie desiderose di maritarsi, fra la Morte e il Matto, e ancora contrasti d’amore alla finestra, giostre amorose fatte di passione e sberleffi, tenerezze e cattiverie, monologhi di graffiante ironia come quello della Marmaritata o di tono più drammatico come quello dell’Abbandonata. Splendidi i testi di Petrarca e Dante per portare l’attenzione sulla visione della donna angelicata, messi a contrasto con quelli di Savonarola e Cecco D’Ascoli dove la donna è sinonimo di essere spregevole. Molto apprezzato il siparietto del Ciarlatano che, accompagnato da due irresistibili giullari, ha tentato di vendere pozioni miracolose al pubblico. Il tutto accompagnato da balletti, come il saltarello medievale della prima scena e canzoni come “For de la bella cayba” e “Consigli sulla scelta della moglie”, brani medievali in versi musicati dagli stessi registi. Da sottolineare la particolare attenzione prestata ai costumi e agli accessori tipici dell’epoca, che hanno contribuito ad accompagnare lo spettatore in questo indimenticabile viaggio nel Medioevo. Un plauso, quindi, ai ‘magnifici quindici’ attori-allievi per aver saputo trasmettere professionalità ed entusiasmo sotto la sapiente guida di Eugenia Brega e Paolo Clementi i quali portano avanti, da oltre un ventennio, l’importante iniziativa del Corso Comunale di Teatro. Un’iniziativa di grande pregio che offre l’opportunità, a quanti vogliono avvicinarsi al Teatro, di effettuare un’esperienza formativa ed educativa attraverso lo studio e la pratica delle fondamentali tecniche dell’espressione teatrale. A tal proposito, il Corso ha già ampiamente dimostrato la sua validità rappresentando ogni anno spettacoli che hanno riscosso sempre un lusinghiero successo, sia per la valenza culturale che per il livello di preparazione mostrato dagli allievi. Ad onor del vero, dopo aver assistito allo spettacolo ‘Opera Jucunda’ si torna a casa con l’animo più leggero e la voglia di sorridere perché «chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza!». E il Teatro è, senza alcun dubbio, fonte di gioia, come ampiamente dimostrano tutti gli spettacoli ideati e diretti da Eugenia Brega e Paolo Clementi.
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