Quarto “Meeting dei giornalisti cattolici e non”, verso le nuove geografie della comunicazione
Grottammare, 2017-06-25 – Il “Meeting Nazionale Giornalisti cattolici e non” che si è appena concluso ( dal 22 al 25 giugno) a Grottammare (Marche).
Tanti gli illustri relatori tra cui: il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, Mons. Dario Edoardo Viganò, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il direttore di Tv2000 Paolo Ruffini, Fabrizio Ferragni Direttore Relazioni Istituzionali RAI, in collegamento via Skype Gianni Riotta giornalista e scrittore, l’Arciv. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore apostolico del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, Vicepresidente della Conferenza dei Vescovi latini nelle Regioni arabe.
Durante la seconda giornata la telefonata del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.
Oltre duecento giornalisti da tutta Italia per l’evento di Grottammare.
Monsignor Viganò sulla riforma dei media vaticani “Un approccio più antropologico che tecno-centrico”
Tajani: “Correttezza, libertà e verità valori fondamentali dell’informazione”
L’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa: in Medio Oriente “cambiamenti epocali”
“È molto più facile contrapporsi che cercare punti di incontro. Sono sicuro che la nostra società abbia bisogno di punti di incontro e in questo la stampa cattolica ha un ruolo importante. Cari giornalisti cercate la verità ma evitate le scorciatoie”. Così il vescovo di San Benedetto-Ripatransone-Montalto, monsignor Carlo Bresciani ha salutato la platea degli oltre 200 giornalisti operatori della comunicazione giunti da tutta Italia a Grottammare per la quarta edizione del “Meeting dei giornalisti cattolici e Non” che si è concluso quest’oggi. L’evento è nato da un’idea di Simone Incicco, responsabile organizzativo del Meeting e dalla collaborazione tra: la FISC (Federazione, Italiana, Settimanali Cattolici), TV2000, Radio InBlu, Agenzia SIR, Avvenire, U.C.S.I, Ufficio Comunicazione Sociale, Ordine Dei Giornalisti.
Nel ricco programma del Meeting incontri e tavole rotonde, corsi di formazione intorno ai temi della comunicazione e dell’informazione nel mondo di oggi con le sue svolte epocali. Ha introdotto i lavori, in una sala gremita, il responsabile organizzativo del Meeting Simone Incicco che ha raccontato del suo incontro con Papa Francesco nel corso del quale ha chiesto al Santo Padre di lasciare la propria impronta su una tela. Un gesto simbolico proposto e replicato allo stesso modo al Meeting su un’opera raffigurante il mondo con le impronte colorate di tutti i giornalisti presenti in sala afferma Incicco: “Ognuno di noi lascia la propria impronta su questo mondo e la vostra andrà a comporre l’opera che accompagnerà i quadri degli artisti sui luoghi del terremoto in quanto tutto è connesso, le sofferenze e le gioie del mondo sono connesse e noi desideriamo ricordarcelo”.
Tra i relatori molto partecipato l’incontro della prima giornata con monsignor Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, che è intervenuto parlando di una Chiesa che comunica anche attraverso nuovi linguaggi. Analizzando l’attuale quadro mediatico, mons. Viganò ha delineato una panoramica sulla riforma dei media vaticani voluta da Papa Francesco, le idee centrali ed i passi compiuti.
“Un passaggio che si è reso possibile ed urgente proprio perché siamo in un epoca di convergenza digitale che è assunta però non tanto in termini tecnocratici quanto piuttosto sotto il profilo antropologico. – ha affermato mons. Viganò nel suo intervento – facendo riferimento alle modalità di consumo o alle modalità di relazione.
Questo lo aveva anticipato Papa Benedetto XVI quando nel 2013 nel suo messaggio potevamo leggere: ‘l’ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone ‘”. Monsignor Viganò ha proseguito con una analisi sull’evoluzione dei media. “Siamo in momento – evidenzia – in cui stiamo ridisegnando delle nuove geografie e come nel Rinascimento al centro c’è l’uomo che ha la sua responsabilità nel governare questa nuova realtà che stiamo costruendo”. “Quello che noi abbiamo sviluppato molto è la capacità multitasking, la capacità di fare molte cose in contemporanea, che cambia il profilo antropologico, o l’acceso al sapere.
Dentro questo contesto si pone appunto quella che viene chiamata la riforma dei media. Un aspetto importante da valutare è come l’uomo non sia assolutamente esule rispetto a questo contesto”.
“Si comprende – sottolinea monsignor Viganò – come abbia un senso parlare di nuovo umanesimo: infatti come l’intervento rinascimentale di Brunelleschi con Santa Maria del Fiore modellava il paesaggio di Firenze, oggi siamo tutti alle prese non solo con la trasformazione di un paesaggio visibile ma anche di uno spazio relazionale e collaborato. Se lo sguardo prospettivo del quattrocento aveva un punto di fuga attorno al quale comporre lo sguardo, oggi il punto di fuga è moltiplicato tante volte quante sono le dorsali che connettono meridiani e paralleli digitali ridisegnando nuove geografie. E, oggi come nel Rinascimento, al centro c’è l’uomo, la sua forza e responsabilità nel governare la realtà”.
“Siamo in momento – evidenzia il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede – in cui stiamo ridisegnando delle nuove geografie e come nel Rinascimento al centro c’è l’uomo che ha la sua responsabilità nel governare questo nuova realtà che stiamo costruendo. Ecco perché non possiamo abdicare a questo atteggiamento. Siamo in un momento in cui possiamo essere artefici della nostra realtà”.
La parola è poi passata a Don Davide Milani, responsabile dell’Ufficio Stampa della Diocesi di Milano che ha presentato la vita di Carlo Acutis.
Al termine della prima giornata i laboratori di approfondimento con i direttori delle più importanti testate cattoliche. Tra questi il direttore di Avvenire Marco Tarquinio e di Tv 2000 e Radio InBLu, Paolo Ruffini. “Il grande rischio che corriamo è quello dell’informazione-palinsesto. Leggiamo ciò che più ci somiglia. – ha affermato Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio nel corso di uno dei laboratori. “Il tempo della carta stampata non è finito. Ogni voce che si spegne ci rende più deboli tutti. Non c’è spazio per quelli che si inventano una informazione che non c’è. – e aggiunge – l’informazione è il cane da guardia dell’umanità”.
Durante la seconda giornata di lavori venerdì 23, l’attesissima telefonata da Bruxelles del Presidente del parlamento europeo Antonio Tajani in quale complimentandosi con gli organizzatori dell’evento ha affermato: “Complimenti per questa iniziativa. – ha esordito – Mi sembra che sia importante e lo dico da giornalista e non solo da cattolico che vi riuniate per affrontare alcuni temi importanti per tutti quanti noi. A cominciare da un tipo di informazione che deve essere corretta, ed anche una informazione basata su alcuni valori fondamentali, a cominciare dalla libertà e dalla verità, perché un giornalista deve sempre cercare di essere obbiettivo fermo restando che ci possono essere delle opinioni diverse, che non possono offuscare la verità e la libertà”.
La mattinata è proseguita con la tavola il “Giornalista Multitasking” moderata dal Prof. Giovanni Tridente e con la presenza di: Massimo Donaddio giornalista de Il Sole 24 Ore, Pier Luca Santoro Project manager Datamediahub, Bruno Mastroianni docente di Media Relations, Pontificia Università della Santa Croce, Francesca Chiusaroli linguista dell’Università di Macerata, Vera Gheno sociolinguista dell’Università di Firenze e Fabio Colagrande giornalista Radio Vaticana.
Tappa importante al Meeting è stata quella del pomeriggio di venerdì 23 giugno ad Arquata del Tronto, quando tutti i giornalisti hanno potuto toccare con mano i danni causati dal sisma che ha colpito le Marche 10 mesi fa a più riprese. Testimonianze toccanti quelle dei due vescovi di Ascoli, monsignor Giovanni D’Ercole, e dell’Arcivescovo dell’Aquila Mons. Petrocchi, già parroco di una delle zone colpite dal sisma. Visibilmente commossi hanno raccontato della situazione di questi mesi difficili sin dalle prime scosse che hanno martoriato il territorio. La delegazione è stata anche accompagnata dal comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Mauro Malizia nelle frazioni di Arquata.
Terzo giorno di spessore quello di ieri in cui si è parlato di “servizio pubblico” nel corso del quale è intervenuto il giornalista e scrittore Gianni Riotta durante un collegamento via skype e la presenza di Fabrizio Ferragni, direttore delle relazioni istituzionali Rai, di Massimo Padula, Presidente Aiart e di Daniele Bellasio, caporedattore del Sole 24 Ore.
“Come si può servire il paese in una società così polarizzata. Come possiamo raccontare la verità?
Sono questi i due quesiti intorno ai quali ha ruotato il tema dell’incontro. “Il servizio pubblico – ha affermato Riotta – va ripensato con coraggio. Non si può rappresentare il cento per cento della società. Parlano tutti ma non c’è una sintesi super partes. Servizio pubblico e giornalismo devono procedere in maniera franca”.
Riotta ha chiesto un impegno ad assumerci il compito di fare un resoconto della verità attraverso i fatti, “sarà poi l’ascoltatore a farsi una propria opinione”. Il giornalista ha fatto un excursus sui fatti di cronaca nazionale di stringente attualità come le news su vaccini, immigrazione e uso ed abuso delle notizie inerenti intercettazioni telefoniche.
“I giornali – ha aggiunto lo scrittore – dovrebbero essere più inclusivi”. Sullo stesso tema è intervenuto Fabrizio Ferragni, capo delle relazioni istituzionali Rai. “Un dibattito importante sul ruolo della Rai in piena quarta rivoluzione industriale del digitale – ha affermato – Il momento è quanto mai delicato”.
Ferragni ha sottolineato anche l’impegno dell’azienda al supporto delle popolazioni colpite dal terremoto nella diffusione di notizie utili alla collettività.
A conclusione della prima parte dei lavori è seguito l’attesissimo incontro con l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa vicepresidente della conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe intervistato dal giornalista dell’agenzia Sir Daniele Rocchi. “Due terzi della città di Aleppo sono stati distrutti. Servirà molto tempo per la ricostruzione ma ci vorrà ancora più tempo per ricostruire un tessuto sociale solido”.
Mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, ha delineato un quadro della difficile situazione in Medio Oriente. “Nel 2016 da Betlemme – ha detto – sono partite 128 famiglie cristiane, circa 500 persone, tutte famiglie con figli. Sono andate via perché non sanno quale potrà essere tra qualche anno la situazione, se i loro figli avranno ancora il muro.
Mi hanno detto ‘la partenza sarà difficile, ma poi per loro sarà meglio’. Parlare di speranza in questo contesto complesso è difficile”. L’arcivescovo ha fatto anche un annuncio importante nel corso del meeting infatti sembra che il negoziato per l’accordo fondamentale tra Israele e Santa Sede sia in dirittura d’arrivo. “Potrebbe essere firmato entro quest’anno. – Ed ha aggiunto sulla situazione in Medio Oriente – poi bisognerà interpretare l’accordo”. “Siamo in un periodo di cambiamenti epocali, – ha affermato – ma ora non sappiamo quale sarà la situazione tra cinque anni.
Il Meeting si è concluso questa mattina con la visita della città e con la partenza degli ospiti e dei partecipanti che hanno apprezzato anche le bellezze del nostro territorio.
Altri relatori del Quarto Meeting nazionale giornalisti cattolici e non: Alessandra Ferraro Vice Capo Redattore Rai, Don Davide Milani responsabile della Comunicazione della Diocesi di Milano, Daniele Rocchi, giornalista Agenzia SIR esperto di Medio Oriente e Terra Santa, il presidente dell’O.d.G. delle Marche Dario Gattafoni, il consigliere regionale Piero Celani, il Presidente FISC Don Adriano Bianchi, Emanuela Vinai dell’ Ufficio Comunicazioni Sociali CEI, don Giovanni Scarpino direttore Ufficio Regionale Comunicazioni Sociali e Cultura C.E.C., Andrea Domaschio, capo redattore Radio InBlu, il regista Rai don Dino Cecconi, Massimiliano Padula presidente AIART, il capo redattore de Il Sole 24 Ore Daniele Bellasio.
Presidente Del Parlamento Europeo Antonio Tajani “Correttezza, libertà e verità valori fondamentali dell’informazione”
Il saluto del Presidente ai 200 partecipanti al “quarto meeting nazionale giornalisti cattolici e non”: “Questa iniziativa è di valore e deve essere valorizzata”
Collegamento telefonico in diretta del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani nel corso della quarta edizione del Meeting dei giornalisti cattolici e non di Grottammare.
L’evento conclusosi questa mattina nasce dalla collaborazione tra: la FISC, Ufficio Comunicazioni Sociale CEI, TV2000, Radio InBlu, Agenzia SIR, Avvenire, U.C.S.I. e Ordine dei Giornalisti, il giornale diocesano L’Ancora e La Vita Picena.
Ecco i passaggi salienti del suo intervento atteso da una platea di oltre 200 operatori dell’informazione durante il quale Tajani ha risposto alle domande della giornalista Alessandra Ferraro, Vice Capo Redattore Rai.
“Complimenti per questa iniziativa, il quarto meeting che organizzate. Mi sembra che sia importante e lo dico da giornalista e non solo da cattolico che vi riuniate per affrontare alcuni temi importanti per tutti quanti noi. A cominciare da un tipo di informazione che deve essere corretta, ed anche una informazione basata su alcuni valori fondamentali a cominciare dalla libertà, dalla verità, perché un giornalista deve sempre cercare di essere obbiettivo fermo restando che ci possono essere delle opinioni diverse, ma non possono andare le opinioni ad offuscare la verità e la libertà. Credo che questa iniziativa sia di valore e debba essere anche valorizzata e sostenuta perché aprire un dibattito anche sulla connessione delle informazioni, pensiamo ad internet, a Facebook, a Twitter. E’ un tema del quale si è discusso ieri anche al Consiglio Europeo parlando dei rischi che vengono da questo tipo di informazione, per tutti i messaggi di violenza che arrivano e non solo parlando di terrorismo, che vengono trasmessi attraverso delle piattaforme che non hanno veri e propri controlli. Da questo punto di vista forse occorrerebbe fare di più. I valori debbono essere messi anche al di sopra dell’interesse anche economico. Ritengo che le grandi piattaforme debbano essere anche condizionate da un controllo efficace perché non si vada anche la di là di certi limiti, Ripeto terrorismo, bullismo ma anche pornografia, pedo -pornografia, ci sono degli strumenti di informazione pericolosissimi. Va un trovato un sistema per impedire che questa interconnessione non crei danni soprattutto ai giovani. I giornalisti cattolici possono far ascoltare la loro voce puntando sui valori. E questo credo sia un elemento fondamentale”.
Alla domanda della giornalista moderatrice Alessandra Ferraro presente sul palco su “come si coniughi il binomio comunicazione e politica” il presidente Tajani ha risposto.
“La politica deve cercare di informare i cittadini nel modo migliore possibile. Oggi la carta stampata, e questo mi spiace purtroppo essendo un vecchio giornalista di carta stampata, ha una diffusione inferiore ai social. I miei figli leggono più i giornali in versione on line che in versione cartacea. La politica deve usare questi strumenti non tanto per aggredire e fare polemica, vedo troppe polemiche e aggressività, ma soprattutto per informare i cittadini. Lo dico per quanto riguarda per esempio l’Unione europea. Non si parla d’Europa soltanto per criticarla e certamente alcune volte è giusta la critica, ma non si dice mai quello che si fa qui, le decisioni importanti che vengono prese. Spiegare ai cittadini cosa significa l’Unione Europea, com’è organizzata e la politica ha il potere di informare quello che fa nell’interesse dei cittadini. Quindi utilizzare i social non soltanto per raccogliere consenso. Il vero consenso quello stabile e duraturo non di prende soltanto non si prende non insultando gli altri ma facendo capire che la politica è servizio. Vedo a volte degli insulti talmente violenti e minacce che preoccupano. La politica è altra cosa”.
“Occorre sempre cercare la verità e cercare la verità non farsi strumentalizzare da chi vuole utilizzare la stampa per altri fini. Credo sia un dovere difendere alcuni valori che sono alla base della nostra civiltà europea a cominciare dalla liberà di stampa. Ecco ad esempio non dimentichiamo la Turchia che mette in galera 200 giornalisti. I giornalisti anche quando scrivono sui giornali di opinione devono capire qual è il limite. Io credo che non si debba danneggiare la dignità degli altri anche quando scrivono di intercettazioni, soprattutto se le intercettazioni riguardano la vita privata”.
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